Corrado Formigli a Blogo: “Piazzapulita torna con studio e sigla nuovi. Noi sempre all’opposizione, Rete4 filo-salviniana”
Giovedì torna Piazzapulita. Corrado Formigli a Blogo: “Non mi aspettavo la crisi ad agosto, sarei tornato immediatamente in onda. La7 rete indipendente. Rete4 filo-salviniana”. A proposito del caso Bibbiano: “Non mi faccio dettare temi e tempi dalla politica”. E su Rocco Casalino…
“La realtà è e resta la nostra passione”. Piazzapulita riparte da un punto fermo, inamovibile e identitario. Ma allo stesso tempo non rinuncia al rinnovamento che quest’anno riguarderà sia la sigla che lo studio.
“Cambierà la scenografia, avremo led bellissimi e più luminosi – svela Corrado Formigli a Tv Blog – tutto sarà definitivo a partire dalla terza puntata. L’obiettivo è dare maggior risalto alle immagini, ai reportage e alle inchieste, che sono il cuore della trasmissione. In questo modo esaltiamo il lavoro dei nostri giornalisti. Ci siamo accorti che dovevamo modernizzarci, le videoproiezioni erano invecchiate. La sigla invece sarà nuova e contemporanea, evocherà i cambiamenti planetari. Verrà rappresentato un pianeta in sommovimento, una superficie terreste vista dall’alto che muta. La musica rimarrà quella storica di Andrea Guerra con la differenza che sarà attraversata da immagini che evocano i cambiamenti climatici e le migrazioni”.
Tre mesi di stop e nel mezzo un’agenda ricca di avvenimenti e colpi di scena. Formigli non nega la sorpresa e ammette che non gli sarebbe dispiaciuto essere in onda per raccontare minuto per minuto il caos politico in atto. “Sarei tornato immediatamente, compatibilmente con la stanchezza figlia di una stagione extralarge di circa 35 puntate da tre ore l’una. Quello che è accaduto è stato straordinario e sbalorditivo, un concentrato di tutte le furbizie politiche italiche, sarebbe stato interessante occuparsene. Ma bene hanno fatto i nostri colleghi di rete. La7 ha tenuto la barra dritta con Telese e Parenzo”.
Avrebbe mai pronosticato una crisi di governo in pieno agosto?
“Francamente no. Non siamo abituati a crisi di questa portata messe in piedi il 9 agosto. Tutto è stato abbastanza inaspettato, anche se ragionando a posteriori mi sono reso conto che molte cose non tornavano. I segnali di una perdita di contatto con la realtà da parte di Salvini c’erano stati. Le ragioni della caduta erano visibili al Papeete e noi le mostreremo. Il Salvini estivo è stato un leader che si è circondato solo dei suoi, passando ore a farsi i selfie. Un uomo accecato dal consenso rischia di sbagliare le mosse”.
Da anni Salvini rifiuta di partecipare a Piazzapulita, nonostante i vostri continui inviti. Continuerete a contattarlo?
“Lo abbiamo fatto anche per questa prima puntata, ma non è cambiato nulla. Ritengo difficile che possa tornare da noi”.
Come cambia la narrazione politica con la fine del salvinismo al governo?
“Credo che il fatto che non sia più al governo cambierà relativamente il racconto. Salvini non è più al potere per un clamoroso errore di valutazione, ma tutte ragioni per le quali Salvini era al governo, godendo di un alto consenso, ci sono ancora. Trovo assai più interessante continuare a raccontare ragioni del sovranismo e i suoi pericoli anziché correre troppo dietro alla scissione di Renzi, interessante ma che non affonda le radici nella realtà come il sovranismo. Salvini continua ad essere un fenomeno interessante e continueremo ad indagarlo in profondità”.
In compenso ci troviamo di fronte ad un nuovo esecutivo con scarso appeal mediatico.
“Non c’è dubbio. Punta alla riduzione del danno, come si dice nel linguaggio delle tossicodipendenze (sorride, ndr). Questo governo smuove meno le emozioni e probabilmente ha anche un progetto politico meno nitido e leggibile. Rischia di essere un governo più noioso da raccontare sul fronte giornalistico. L’esecutivo giallo-verde era più interessante e sfidante. Corriamo il rischio di narcosi e forse questa tranquillità può rappresentare un bene per il Paese”.
In quindici mesi il premier Giuseppe Conte ha concesso tre interviste tv, una di queste tra l’altro dedicata a Padre Pio. Qual è a suo avviso il peso mediatico del presidente del Consiglio?
“Conte ha un ottimo consulente che è Rocco Casalino. E’ molto protettivo nei confronti delle persone che aiuta nell’ambito della comunicazione. E’ giunto però il momento di uscire fuori e sono sicuro che lo farà. Ha acquisito sicurezza. Vorrebbe essere più presente, ma ho la sensazione che venga frenato. A Conte piacciono le telecamere e ora si sente più centrale. Prima si preoccupava dei soci di maggioranza che aveva accanto, oggi è lui l’azionista forte”.
Al giovedì ricomincerà la sfida con Paolo Del Debbio. Quali sono le differenze tra il vostro racconto e quello di Rete4?
“In generale ritengo che La7 sia una rete che fa dell’indipendenza dalla politica un punto molto forte, credo si veda in qualunque programma. Tra noi non la pensiamo allo stesso modo, ma l’indipendenza è un valore condiviso da tutti. La libertà e il tentativo di approfondire i temi sono un valore di questa emittente, a cui aggiungerei il fatto di dettare l’agenda politica. Piazzapulita l’anno scorso ha prodotto notizie e portato al centro del dibattito nazionale e internazionale casi come quello dei gilet gialli, del fuorionda tra Conte e Merkel, della mensa di Lodi. Piazzapulita è un programma di prima fascia ed è l’aspetto che mi rende più orgoglioso. Sono circondato da giornalisti capaci di trovare notizie e rimanerci sopra. Per quel che riguarda Rete4, i programmi potranno avvantaggiarsi del fatto di avere una posizione antigovernativa. I talk forti sono da sempre quelli di opposizione. Quest’anno vedo un salto in tal senso. Se ci pensi, non esistono nella storia talk filogovernativi di successo”.
Però pure Piazzapulita rientra tra i talk di ‘opposizione’.
“Certo, lo do per scontato. Noi siamo da sempre di opposizione. Nella mia cultura i giornalisti servono ad esercitare la critica al potere. In passato abbiamo avuto rapporti complicati anche con Renzi. Tornando al discorso di Rete4, intendevo dire che l’uscita di scena di Salvini ha generato rabbia e frustrazione che porteranno i salviniani a sfogarsi lì”.
Sta quindi affermando che i programmi di Rete4 siano filo-salviniani.
“Beh, è come dire che l’acqua è bagnata. Mi pare che Salvini vada tutte le settimane nelle trasmissioni di Rete4”.
Oltre alla crisi di governo, a tenere banco quest’estate è stata la vicenda di Bibbiano. “Parlateci di Bibbiano” è diventato uno slogan spesso strumentalizzato. A Piazzapulita ne parlerete?
“Quando un partito fa propaganda chiedendo di parlare di Bibbiano, la mia reazione è non parlarne perché non mi faccio dettare i temi dalla politica. Mi viene voglia di fare l’esatto contrario. C’è interesse a strumentalizzare fenomeni seri e drammatici. Occorre un tatto che né Lega, né Cinque Stelle hanno avuto. La recente scena della bambina sul palco di Pontida è una schifezza.Probabilmente tratteremo il tema, ma non ci faremo imporre tempi e metodi”.
Nella vostra inchiesta sulla mensa di Lodi i bambini ebbero un ruolo chiave nella narrazione della storia. Non si rischiò anche in quel caso la strumentalizzazione dei minorenni?
“Sono anni che faccio la guerra contro l’inutile oscuramento del volto dei bambini. Esistono regole che imporrebbero di coprire il volto di un bimbo che esce da scuola sorridente mentre mangia un gelato. Perché? Cosa c’è di male? Pornografico è semmai coprirli, non ha senso, a meno che non abbiano subito degli abusi. Dunque non credo che non debbano comparire nelle inchieste. L’immagine di Alan Kurdi ha avuto una potenza simbolica gigantesca, così come i bambini di Lodi. I bambini non soffrono? Non muoiono? E se ti raccontano di sentirsi menomati perché non possono andare a mensa è importante dar loro voce o no? Spesso i politici hanno paura dei bambini e della loro autenticità”.
Nei talk gli applausi stanno diventando sempre più ingombranti. Qual è il suo giudizio a riguardo?
“Quello degli applausi è un argomento molto delicato, io cerco di non abusarne. Il nostro è un pubblico medio, comune. Abbiamo in studio persone che prendono un piccolo rimborso spese perché devono spostarsi e stare ore in trasmissione. Di certo non è un pubblico di élite ed intellettuali. Sono uomini e donne normali, semplici. A volte tendono ad apprezzare la buona performance dell’ospite, quindi applaudono col rischio di sembrare contraddittori. Hanno reazioni spontanee, succede che mi facciano impressione ed è capitato di litigarci”.
In generale non ritiene siano troppi?
“Si tratta di disciplinarli, evitando l’eccesso e le continue interruzioni. Posso però garantire che una trasmissione senza rumori produce un grande senso di freddezza agli ospiti. Lo studio sembra un luogo asettico, per questo la partecipazione del pubblico è importante”.
Valentina Petrini farà ancora parte della vostra squadra?
“Sì, rimarrà e avrà le sue inchieste. A Piazzapulita, inoltre, si unirà come ospite ricorrente l’ex presidente dell’Inps Tito Boeri. Con lui faremo un quadro su pensioni degli italiani, reddito di cittadinanza e conti pubblici”.