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Coronavirus, Giancarlo Leone: “Potenziale rischio per il 70/80% delle produzioni seriali”

Il presidente dell’Apa lancia l’allarme: produzioni a rischio e 100.000 lavoratori potrebbero pagarne le conseguenze.

pubblicato 6 Marzo 2020 aggiornato 30 Agosto 2020 05:19

Il Coronavirus potrebbe mettere ko il mercato dell’audiovisivo italiano. A dirlo è Giancarlo Leone in un’interessante intervista realizzata da Andrea Secchi, pubblicata da Italia Oggi.

Il presidente dell’APA (Associazione Produttori Audiovisivi) spiega che il mondo dell’audiovisivo dovrà affrontare tre problemi. Il primo, di cui vi parliamo ormai da qualche giorno a questa parte, è quello della sospensione di alcuni programmi a causa delle giuste restrizioni in atto.

Il secondo problema riguarda i prodotti seriali che devono essere consegnati: tra marzo e maggio si consegnano gli ultimi episodi che sono in post produzione e la consegna potrebbe ritardare.

Il terzo problema, ben più grave, riguarda le nuove produzioni, quelle che devono essere pronte per la consegna tra la fine di quest’anno e l’inizio dell’anno prossimo. Spiega Leone:

In questo caso il rischio è altissimo. Se anche partissero, qualsiasi evento, a partire da una persona del set che si ammala e quindi la necessaria quarantena, potrebbe metterle a repentaglio. E non viene data copertura assicurativa contro il coronavirus, né possiamo auspicare che i broadcaster ci diano una garanzia sulla copertura economica nel caso di mancata produzione.

La preoccupazione è più che legittima: perché iniziare a produrre qualcosa se al primo contagiato la produzione stessa dovrebbe essere sospesa? Perché rischiare e investire soldi, se non ci sono coperture assicurative a tutela di un’eventuale sospensione/rinvio/cancellazione della produzione stessa?

Il problema è che, se non si producono nuovi prodotti, oltre centomila lavoratori rischiano di trovarsi senza lavoro:

Una stima è di un potenziale rischio per il 70/80% delle produzioni seriali che cominciano da marzo in poi. Il valore fra Rai, Mediaset, Sky e le piattaforme ott è di 350-370 milioni e molto di questo si concentra in estate: sono a rischio 250 di investimento sulla produzione delle serie. Sull’intrattenimento, come detto, si parla del 50% su un totale di 300 milioni.

Tra le serie che potrebbero non partire o essere sospese ci sono ad esempio, le fiction Rai L’Ispettore Coliandro e Rocco Schiavone, quella Mediaset Tutta colpa di Freud, la novità di Netflix Zero e quella di Sky Anna.

Una cosa è certa: the show must go on, ma bisogna definire il “come” al più presto (Leone suggerisce una deroga all’uso dello split payment). Albert Einstein diceva:

Nel mezzo delle difficoltà nascono le opportunità.

Diamoci tutti una mossa.