Giuseppe Conte inaugura il format della “piazza”. A perderci è solo l’intervistatore
Giuseppe Conte ha inaugurato il format della “piazza”. Tre ospitate in due settimane, tutte tra la gente, la sua gente. E la tv, colpevolmente, si adegua
Tre indizi fanno una prova. E tre indizi abbiamo, raccolti in appena due settimane. Al centro della scena c’è Giuseppe Conte, che in televisione ha inaugurato il format della piazza.
Da inizio dicembre l’ex premier è intervenuto due volte a L’Aria che tira e una volta a Tagadà riproponendo sempre lo stesso copione, ovvero quello del politico intervistato a distanza, supportato dal calore della gente. La sua gente.
Via la giacca e la cravatta e spazio al maglioncino a collo alto. Un modo per eliminare le distanze e rafforzare il grado di empatia con chi gli è attorno, puntualmente sostenitori e fan che accompagnano le performance con urla e applausi, gli stessi che risultano assenti nei programmi a cui partecipa. Sì perché, sarà un caso, il siparietto va in scena sempre all’interno di quelle trasmissioni che non hanno riaperto le porte al pubblico in studio.
In tutte e tre le uscite l’argomento affrontato è il reddito di cittadinanza. Questione identificativa dei Cinque Stelle usata da Conte in contrapposizione al governo che invece si oppone al provvedimento.
“Da due anni in tutte le tv avete dedicato servizi ai truffatori del reddito”, tuona il 2 dicembre da Napoli Conte a Tagadà. Nemmeno il tempo di replicare che Tiziana Panella si ritrova con una percettrice microfonata, coinvolta dallo stesso leader. Conte sa tutto della donna: nome, condizione familiare, situazione lavorativa. “E’ l’unica occasione che ha di parlare, per la Meloni queste persone sono invisibili”.
Il 7 dicembre la storia si ripete da Torino. Cambia il talk – L’Aria che tira – non la rete, sempre La7. “Ci sono tante trasmissioni che hanno descritto i percettori come dei divanisti”. E riecco un signore al suo fianco, precedentemente prescelto, che elenca le sue difficoltà, già note a Conte che giovedì 15 dicembre torna da Myrta Merlino, stavolta da Palermo.
Il deputato pentastellato innesta il pilota automatico: “Qui ho degli ospiti, Myrta, lei è molto attenta alle testimonianze della gente, possiamo raccoglierle?”. La domanda è retorica, perché Conte ha deciso a monte la linea da seguire.
La strategia è collaudata e a livello mediatico funziona, soprattutto dal punto di vista del promotore che riesce in questa maniera a tenere in mano l’intervista, condizionandone temi e cronometro. Qualche colpa, semmai, ce l’ha la televisione che accetta passivamente un metodo che pone l’intervistatore in un posizione di svantaggio, in una paradossale inversione dei ruoli.