Conduttori(6)- Mike, un padre della patria
Non voglio infilarmi nelle polemiche su Mike che lascia (“costretto” dai comportanti di Mediaset?) a lasciare i suoi gloriosi quiz e a inventarsi nuovi rapporti, nuovi lavori. Voglio fare un poco di storia. Vorrei stringergli la mano, ci siamo conosciuti, sfiorati, l’ho seguito sempre con simpatia. Anche se l’idea di farlo senatore a vita mi
Non voglio infilarmi nelle polemiche su Mike che lascia (“costretto” dai comportanti di Mediaset?) a lasciare i suoi gloriosi quiz e a inventarsi nuovi rapporti, nuovi lavori. Voglio fare un poco di storia. Vorrei stringergli la mano, ci siamo conosciuti, sfiorati, l’ho seguito sempre con simpatia. Anche se l’idea di farlo senatore a vita mi è sembrata da sempre un poco bizzarra. Se non altro per il disagio che proverebbe. Lo penalizzerfebbe. Una volta Eduardo De Filippo, senatore a vita, si lagnò con me e non solo con di avere avuto una carica di nullafacente eletto a simbolo (inutile) mentre la sua vita, quella vera, era stata fatta da tante cose da fare, tutte utili, da autore, attore, regista.
Due ricordi. Primo. Il racconto fatto da Indro Montanelli che lo incontrò nel carcere di Milano, imprigionati entrambi, dai nazifascisti, Mike perchè era americano, un italoamericano, pur sempre un pericolo per la Repubblica mussoliniana di Salò. Montanelli disse che il ragazzo Mike, addetto a raccogliere la roba sporca, era un giovane delizioso, garbato, servizievole. Secondo.Le pagine che Umberto Eco nel “Diario minimo” in cui , se mi regge la memoria, il gran maestro della semiologia applicata, scriveva che Mike di “Lascia o raddoppia” e altri programmi era un esempio mirabile di “yes man”, ovvero di uomo uso a dire sempre di sì’, ossequiente, cerimonioso, subalterno.
Fatti questi salti indietro, ne faccio uno in questi giorni. In uno degli spot, mirabili, in cui Mike iteragisce con la sua “spalla” Fiorello. La situazione si è proprio rovesciata fra i due. Sicuramente concordata fra i due, ma in buona parte dovuta a Mike e alla sua incazzatura di nuovo conio. Fra le battute felici, scritte da autori bravi, “dette” da Mike attore consumato, quella più rilevante formidabile, è quella pronunciata in teatro, quando stanno assistendo a uno spettacolo. Mike dice e si alza: “Non sanno recitare”. Il tono è forte. Sta per “sono dei cani”.
Avanzo una ipotesi. Anche se da mesi e mesi, grazie al riscatto dall’ombra dovuto a Fiorello, Mike recita ruoli molto diversi dallo “yes man” dei telequiz; anche se le cose non stava andando bene con Mediaset, e il conduttore cominciava a sognare il rientro in Rai (attento senatore mancato! qui ti giubilano!) e al passaggio a Sky (attento! saresti comunque un numero due o una gloria impagliata!), Mike deve ringraziare la condizione frustrante in cui vive.
Quale? Quella che gli ha consentito, e gli consente, di caricarsi, anzi ricaricarsi di disagio, disappunto, delusione, rabbia. Per fortuna, direi. Scopriamo negli spot e nelle interviste che lo “yes man” di Eco è un ex “yes man” , si incazza, protesta, si agita, accusa.
Finalmente. Dopo anni di domandine e di messaggi pubblicitari, Mike mostra i denti e non la manda a dire. Altro che suonato senatore a vita. Altro che pensionato.
Forza Mike, dimostra a Eco e ai suoi seguaci (che ti hanno letto come un tappetino della tv e del potere) di che pasta sei fatto.Niente di meglio, per un ottuagenario, si trovarsi in difficoltà, alzarsi dalla poltroncina e dire: “Siete dei cani…non sapete recitare…vi ho insegnato io tutto della tv…”. Con un effetto nuovo. Irriconoscenti? No, stimolatori, energizzanti, scatenanti. Non si sa, però, se per ignavia o per calcolo.Un Mike rigenerato può sempre tornare indietro, dopo i morsi di Murdoch nei sacri lombi dell’ex “yes men”.
Italo Moscati