CON QUELLA BOCCA…
Tra i commenti al mio post sulla “gnocca senza testa”, ce n’è uno che voglio segnalare. Lo ha scritto Daniele C. che non conosco se non in modo indiretto per i suoi contributi al nostro blog. Questo interlocutore, molto attento, ha notato che nessuno in questo stesso blog ha preso spunto dalle parole che Giorgio
Tra i commenti al mio post sulla “gnocca senza testa”, ce n’è uno che voglio segnalare. Lo ha scritto Daniele C. che non conosco se non in modo indiretto per i suoi contributi al nostro blog. Questo interlocutore, molto attento, ha notato che nessuno in questo stesso blog ha preso spunto dalle parole che Giorgio Bocca ha pronunciato nel corso della intervista in “Che tempo che fa” di Fabio Fazio. Non ho visto il programma in cui Bocca è andato soprattutto a presentare il suo ultimo libro dedicato alle “sue” montagne, infilando comunque- secondo i resoconti che ne ho avuto- una battuta che riguarda Napoli e la tragica situazione in cui versa. Ricordo che alla città e ai suoi problemi ha dedicato un altro libro.
Caro Daniele C. qualcuno, nel forum del Corriere della Sera, ha fatto quel che andava fatto, e cioè citare le parole del sommo giornalista-scrittore, l’indignato speciale, degno di rispetto anche se non sempre di fiducia. Bocca ha dichiarato, secondo il Qualcuno del forum che firma con pseudonimo: “Non ho avuto la sfortuna di nascere a Napoli”. Lo stesso lettore-commentatore afferma che Fazio ha subito imitato il suo illustre ospite e non ha fatto una piega.
Due considerazioni. Anch’io avevo notato che la situazione napoletana in tv- tranne “Annozero” di Santoro, peraltro molto criticato- sia passata pressochè sotto silenzio. L’alta marea del garbage sommerge tutto e tutti. Lascia ai tg le briciole degli interventi ufficiali, delle promesse, dell’esercito sì e dell’esercito no, del patto contro la criminalità, delle voci scandalizzate e spesso uguali a se stesse da anni degli intellettuali di pronto impiego e di sorveglianza a singhiozzi. Lascia insomma al chiacchiericcio di sempre l’analisi e la discussione sui rimedi, tanto- si sa- passano i giorni, impiccheranno Saddam, la immondizia sarà raccolta a Napoli per qualche giorno, il Milan ricorrerà per riavere i suoi punti in classifica, e si andrà oltre, oltre la camorra, i camorristi, le connivenze, le complicità, le arretratezze. Il domani si risolve nelle indignazioni e nell’invio di ragazzi-poliziotti nella terra da dove sono magari partiti per avere un pò di fortuna.
Bocca ha tanti meriti, lo seguo da anni. Spesso sono d’accordo con lui. Non so come si diverta a scrivere dalle notti dei tempi rubriche sull’Espresso e sulla Repubblica ripetendosi nella indignazione e trovando pace in essa. Possiede indubbiamente una scrittura asciutta ed efficace. Sul video- ci ha provato- vien fuori di faccia dura e di parole spicce. Spesso si mette in mezzo. Ricordate la battuta di Dino Risi a Nanni Moretti? “Fatti da parte e fammi vedere il film”. Allusione chiara al fatto che non solo Nanni, bensì uno sterminato stuolo di registi e scrittori e politologi, non affrontano i temi ma ci montano sopra, talvolta facendo la figura di Fantozzi che cerca di sedersi invano scivolando grottescamente nella poltrona a sacco davanti al superiore Gianni Agus. Ovvero, usando se stessi, i propri occhi, i propri orecchi, le proprie mani- e non muovendosi volentieri dal proprio studiolo- Bocca e Simili finiscono per fare certi conduttori e opinionisti tv che firmano tutto, giudicano tutto, ingeriscono tutto, vomitano tutto,e subito dopo passano ad altro.
Sto leggendo l’ultimo libro di Bocca, “Le mie montagne-Gli anni della neve e del fuoco”, e sono arrivato a metà. Pensavo che fosse una risposta a Giampaolo Pansa e al suo ennesimo romanzo storico fatto di dialoghi e di ripetizioni. Penso che Pansa stia esagerando anche se ha fatto e fa bene a scoperchiare le pentole di sangue. Pensavo che Bocca andasse al di là della sua ben nota biografia tenera, sentimentale sugli anni della Resistenza, ma ho paura a continuare: temo che non abbandonerà questo tipo di biografia. E mi dico: va bene lo struggimento dei ricordi e delle esperienze epiche, ma a noi, a noi che non c’eravamo nè di qua nè di là, nè Repubblica Sociale nè Resistenza perchè non eravamo nati o eravamo troppo piccoli, possono bastare per capire i confronti Bocca-Pansa sul ring dal numero indefinito di riprese?
Concludo con il riferimento alla battuta (“non ho avuto la sfortuna…”). Se non ne posso più di politici,a cominciare dal sindaco Iervolino, che vede solo offese e bugie su Napoli, non mi adatto ai Bocca in tourneè per parlare dei libri che scrive. Questo inizio di stagione tv peraltro è pessima: sempre per i loro parti cartacei sono in giro promozionale Vespa, Costanzo e adesso Bocca. Almeno misurassero le parole, si mordessero la lingua quando fanno gli indignati speciali sotto i riflettori. Per favore…Per ogni autore il proprio libro è lo scarrafone prediletto, l’oggetto delle personali brame da spargere come petali tra la folla, la madre di tutte le sconcezze e di tutte le dittature. Perchè abbiamo la sfortuna di essere nati con e nelle tv?
ITALO MOSCATI