La comicità nella tv italiana è in crisi? La domanda sorge spontanea, al termine di una stagione televisiva (in cui Zelig ha subìto un notevole calo di ascolti) che ha segnato il ritorno sul piccolo schermo di big come Fiorello, Giorgio Panariello e Sabina Guzzanti. Dalla Rai a Mediaset, da La7 a Sky, tutte le reti si sono impegnate per far ridere e sorridere gli spettatori, con risultati spesso contrastanti.
Le ammiraglie, per esempio: su Raiuno si è puntato molto su #Ilpiùgrandespettacolodopoilweekend. Fiorello ha messo in mostra le consuete doti di showman, che gli hanno permesso di sopperire a testi a volte non eccezionali.
Canale 5 ha risposto con il doppio show di Checco Zalone (un Resto Umile World Show penalizzato dalla collocazione al venerdì sera) e con Panariello non esiste: grande spiegamento di mezzi in entrambi i casi, con risultati buoni ma non eccezionali. Ma la rete di Donelli ha dovuto fare i conti soprattutto con la crisi di Zelig, addirittura battuto da Tale e quale show: lo spettacolo di Gino e Michele ha mostrato segni di stanchezza evidenti, confermati dalla decisione di Claudio Bisio di lasciare la conduzione.
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Su Raidue, invece, molto apprezzati sono stati gli interventi a Quelli che il calcio di Ubaldo Pantani e Virginia Raffaele (soprattutto quest’ultima ha guadagnato un picco di popolarità, al punto da arrivare a presentare il Concertone del Primo Maggio), mentre il pubblico – in termini di ascolti – non ha particolarmente gradito le prime serate dedicate agli spettacoli teatrali di Enrico Brignano, Maurizio Battista, Ale e Franz, Teresa Mannino e Lillo e Greg.
A proposito di Lillo e Greg, li abbiamo visti anche a The show must go off: lo spettacolo del sabato sera di La7 condotto da Serena Dandini ha patito una durata eccessiva e soprattutto l’assenza di una certa unità stilistica. Un po’ come accaduto a Un due tre stella, il programma che ha segnato il ritorno di Sabina Guzzanti in tv: mischiare satira e dibattito politico non si è rivelata una mossa di successo. Ascolti non esaltanti, sulla rete di Ruffini, anche per G’Day: la striscia quotidiana condotta da Geppi Cucciari non ha giovato dell’allungamento di orario. Il suo futuro appare ancora incerto.
I veri vincitori di questa stagione di satira e comicità in tv, quindi, sono due: Maurizio Crozza e Corrado Guzzanti: il primo, protagonista (oltre che con le copertine satiriche di Ballarò) con Fardelli di Italialand, ha dimostrato che non c’è bisogno di invitare decine di ospiti e spendere milioni di euro per realizzare uno show che regali a La7 il 10% di share; il secondo, con Aniene 2 – Molto rigore per nulla, ha messo d’accordo pubblico e critica, che ne invocano con forza un ritorno definitivo sul piccolo schermo.
Insomma, questo è un sommario ritratto di ciò che è stato quest’anno (parziale, naturalmente: abbiamo tralasciato Luciana Littizzetto a Che tempo che fa, Colorado -e il suo spin off Sto classico-, I soliti idioti e molto altro): da oggi, su Tvblog, troverete le opinioni di addetti ai lavori, autori, attori, protagonisti, pronti a svelarci pensieri, retroscena e novità. Ci permetteranno di capire se il rapporto tra comicità e tv italiana è sano, vivo e fruttuoso.
Per il momento poniamo la domanda a voi lettori: la comicità italiana in televisione è in crisi?