Colpo d’occhio, il quiz che va in scena: Max Giusti si rilassa
La prima puntata del quiz di Max Giusti convince. Ma in inverno sarà debole?
Al primo Colpo d’occhio una cosa è certa: nell’access di RaiUno è tornato a calare il sipario. E’ tra palco e realtà che va in scena il nuovo game show sperimentale di fine estate, che ad una prima visione lascia speranzosi e timorosi insieme. Un pubblico abituato a schemi tensivi e trovate melodrammatiche riapprezzerà un po’ di ludica spensieratezza all’ora di cena?
Perché, se persino Max Giusti si “suda” meno la conduzione, con un mood più gradevole e a suo agio del solito, qualcosa nell’aria sarà pure cambiato. Colpo d’occhio è una sorta di crocevia, tra le suggestioni investigative di Soliti Ignoti e la leggerezza del quiz che vuole fare anche intrattenimento (un Avanti un altro “fatto in casa” ante litteram?). Se lo testano fuori garanzia, è perché ha qualcosa di “non impegnativo”, che ricorda più Cultura Moderna e La Botola che un quiz di Carlo Conti.
Il senso è far divertire il pubblico nel più classico dei rompicapi, “trova l’intruso”. Con una differenza: i “fuori posto” sono tre e bisogna scovare, in una rosa di quattro personaggi schierati come in un talent show, l’unico che risponda al quesito. Quale tra quattro ragazze è una ballerina di hip hop? Chi pratica beat box (tradotto per il pubblico di RaiUno, “suona la batteria con la bocca”?). Si parte dal presupposto che l’apparenza inganna, come predicava l’estate scorsa la d’Urso nel nonsense generale.
Colpo d’occhio – L’apparenza inganna prima puntata
Il meccanismo
A sfidarsi, quattro concorrenti divisi a coppie di due, con quell’aria interlocutoria che ha già portato a successo Reazione a Catena. Entrambe partono con un montepremi complessivo di 200.000 euro, che si vedranno scalare progressivamente se risponderanno in modo sbagliato. Il che anticipa stemperandolo – non c’è qui la presenza tangibile dei soldi – il meccanismo sadico di Money Drop.
Peccato solo che per metà gioco, tra un’esibizione in studio e l’altra, si finisca per non dare troppo peso a 20.000 euro persi, perché l’aspetto agonistico del format è in secondo piano. A costo di rilassarsi, il pubblico insomma finisce anche per distrarsi.
L’idea vincente
A salvare per il rotto della cuffia Colpo d’occhio è, in compenso, l’opportuna distinzione di registro tra la prima e seconda parte. Per un inizio gara “alla carlona”, finalizzato solo a eliminare una coppia, c’è un finale più “credibile”, in stile preserale.
L’idea vincente è quella di “scoppiare” il duo vincitore del primo round, facendo scontrare i due componenti amici (unico neo, i quesiti sono diversi) come nel più sadico dei reality. Se danno entrambi la risposta giusta si aggiudicheranno il montepremi sopravvissuto, se l’azzecca soltanto uno vinceranno il 10%, se entrambi sbagliano torneranno a mani vuote. E questo è decisamente un meccanismo nuovo, che potrebbe avere lunga vita catodica. Questa sera solo una delle due amiche per la pelle ha azzeccato la risposta: roba da legarsela al dito a vita.
La conduzione di Max Giusti
Giusti, dicevamo, finalmente si rilassa: d’altronde aveva promesso di affrontare il meccanismo di questo gioco mettendoci più del suo. Per uno che viene dal teatro, gestire un gioco assolutamente libero dalle liturgie dovrebbe essere il massimo. Invece proprio questo si rivela un’arma a doppio taglio, per un conduttore che ha ha avuto pecche da mattatore già nelle sue prove in prime time. Immaginate un format del genere nelle mani di Bonolis: acrobazia dialettica, mista a coinvolgimento popolare, da record di ascolti assicurato.