Home Rai 1 Perdite super per la Rai alla voce introiti pubblicitari. Intanto il “padre” di RaiTre accusa: “Sul terremoto meglio Mediaset”

Perdite super per la Rai alla voce introiti pubblicitari. Intanto il “padre” di RaiTre accusa: “Sul terremoto meglio Mediaset”

Trimestre negativo per quanto riguarda la raccolta pubblicitaria in casa Rai: la Sipra – la concessionaria della pubblicità Rai – ha registrato una contrazione di circa il 25% rispetto all’anno scorso. Tradotto in soldoni (è il caso di dirlo), significa che gli inserzionisti hanno scucito una quarantina di milioni di euro in meno. Anche i

24 Aprile 2009 11:14

Trimestre negativo per quanto riguarda la raccolta pubblicitaria in casa Rai: la Sipra – la concessionaria della pubblicità Rai – ha registrato una contrazione di circa il 25% rispetto all’anno scorso. Tradotto in soldoni (è il caso di dirlo), significa che gli inserzionisti hanno scucito una quarantina di milioni di euro in meno. Anche i grandi investimenti a lungo raggio al momento non vengono più registrati: ciò significa che, in ambito televisivo, non si fa più una grande progettazione, ma si tende a vivere alla giornata, comprando spazi a seconda di quello che viene trasmesso. Secondo le ultime stime raccolte, tale flessione si tradurrà, alla fine dell’anno, una contrazione di oltre cento milioni. Uno studio del centro media ZenithOptimedia ha fotografato per la spesa pubblicitaria globale nel 2009 una discesa prevedibile del 6,9 per cento. La più brusca degli ultimi trent’anni.

C’è un dato che può essere interessante stigmatizzare, sebbene sia richiesta una certa freddezza critica a chi legge. Sempre a livello pubblicitario, la settimana “low profile” che la tv di Stato ha adottato in rispetto delle vittime del terremoto, è “costata” tantissimo al servizio pubblico in termini di mancati introiti. Naturalmente ciò è vero anche per Mediaset ma è stata proprio la Sipra a fare outing in tal senso: tanto per fare un esempio, solo nella giornata di venerdì 10 aprile, la stessa concessionaria di mamma Rai aveva piazzato spot per circa due milioni di euro. Di questi, 600 mila euro (il 30 per cento) non sono recuperabili in quanto collegati a telepromozioni o a una programmazione particolare che furono abbandonate visto il delicatissimo momento emotivo. Un milione e 400 mila euro (il restante 70 per cento) si è cercato di recuperarlo attraverso la ricollocazione degli spot nelle settimane successive. Ma l’operazione non è perfettamente riuscita.

Restiamo un momento sulla questione terremoto e televisione. Angelo Guglielmi, uno dei padri putativi del piccolo schermo e di RaiTre in particolare, di cui ha ricoperto eccellentemente la carica di direttore dal 1987 al 1994, ha onestamente dichiarato che è stata Mediaset, a suo parere, a fare meglio della tv di Stato, in fase di “racconto” dei fatti tragici d’Abruzzo.

Queste le parole in proposito di Guglielmi, ora assessore uscente alla cultura della giunta Cofferati al comune di Bologna:

“Francamente ho avuto l’impressione che tutte le tv sembrassero impegnate in un fondamentale obiettivo: valorizzare al massimo la presenza costante di Silvio Berlusconi, le sue lacrime, le sue parole, i suoi abbracci. Come presidente del Consiglio la sua presenza era necessaria, anche se non c’era bisogno che fosse così ostinata. Come uomo era anche necessario che si commuovesse. Ma è successo a molti altri di emozionarsi, però non hanno visto le loro lacrime andare in onda. Il problema non è la quantita’ o la presenza. Il problema è come viene raccontata, enfatizzata, moltiplicata. E’ il modo in cui si passa e si taglia l’informazione”.

Da qui l’accusa:

“La Rai è stata piu’ fastidiosa nella costanza di voler dimostrare devozione verso il presidente del Consiglio. Forse Mediaset puo’ permettersi di non dichiararla continuamente. Invece, la tv pubblica, per mille motivi, paura del nuovo vertice, vigilia delle nomine, si sente piu’ in dovere di eccedere nello zelo. Le tv del premier, in effetti, hanno meno bisogno della Rai di dimostrare fedeltà. Raccontare ciò che è successo è una notizia, soffermarsi sulle difficoltà che sta incontrando la popolazione, e gli aiuti necessari è un servizio, ma speculare ogni giorno sull’emotività delle persone è un voler fare ascolto”.

Vale forse la pena ricordare, a questo punto, che sotto la direzione di Guglielmi, Rai Tre sfornò programmi come “Quelli che il calcio”, “Avanzi”, “Samarcanda”, “Blob”, “Telefono giallo”, “Mi manda Lubrano”, “Chi l’ha visto?” e “Un giorno in pretura”, con lo share della rete che passò in pochi anni dal 2% ad oltre il 10%.

Rai 1