Claudio Santamaria, un defilato attore di cinema approda in tv
Claudio Santamaria, ovvero l’attore sconosciuto alle masse ma bravo come pochi. Uno che riesce di un colpo a sublimare il sex appeal di Scamarcio con quintali di talento ed espressività in più. Dopo anni di cinema defilato, ma di innegabile qualità, e qualche ingaggio più degno di nota sul profilo della popolarità ora sbarca nella
Claudio Santamaria, ovvero l’attore sconosciuto alle masse ma bravo come pochi. Uno che riesce di un colpo a sublimare il sex appeal di Scamarcio con quintali di talento ed espressività in più. Dopo anni di cinema defilato, ma di innegabile qualità, e qualche ingaggio più degno di nota sul profilo della popolarità ora sbarca nella vetrina più tosta: la televisione. Da questa sera, che lo vedrà protagonista su Raiuno nella miniserie dedicata a Rino Gaetano (presentatavi dal nostro Paolino), la sua carriera potrebbe andare incontro a un’impennata come a un nulla di fatto, con l’altrettanto importante auspicio di non fare la fine del divo da copertina.
Quel che più colpisce, è il fatto che interpreti con la sua voce le canzoni dell’indimenticato artista. Tranne nel caso dei due brani in apertura e chiusura, la voce di Santamaria è stata sovraincisa sulle basi originali di Gaetano registrate in studio negli anni ’70:
“Per me è il lavoro più complesso e più bello che ho fatto su un personaggio. Mi sono trasformato fisicamente, ho assorbito le biografie, letto gli autori e ascoltato la musica che amava, come Palazzeschi, Bob Marley, Jannacci, Ionesco, nel cui teatro c’è molto della sua anima artistica. Ho osservato i suoi filmati allo sfinimento e poi provavo riprendendomi da solo con la telecamera per capire se mi stavo avvicinando. Per me Gaetano è un personaggio mitico come lo sono stati Jim Morrison e Jimi Hendrix. In lui ho scoperto un poeta, che giù a 14 anni componeva in terzine ispirandosi alla Divina Commedia”.
E pensare che Santamaria è stato l’ennesimo talento emergente lanciato dalla scuderia di Gabriele Muccino, nello specifico dalla sua opera prima Ecco Fatto. Per fortuna, in questo caso, si tratta di un giovane attore promettente e, soprattutto, espressivo. Era l’ora, dopo lo sguardo da pesce lesso del sopravvalutato Stefano Accorsi e i prevedibili uomini fiction dei palinsesti televisivi odierni, da Daniele Pecci ad Alessandro Gassman passando per Paolo Calissano ed Enrico Mutti, i più insignificanti in assoluto. Poco conosciuto dal grande pubblico e non ancora entrato a pieno diritto nel vortice dello star system, Claudio ha ricevuto la sua consacrazione ufficiale nel film Ma quando arrivano le ragazze? di Pupi Avati.Il suo è il ruolo di un musicista spigoloso e tenebroso, dalla personalità enigmatica e dalla innata vocazione per la musica, che prescinde da qualsiasi lezione o tecnica impartitagli negli anni. Il suo ‘Nick’, personaggio sfaccettato e intrigante, si è letteralmente stagliato sulla scena, oscurando una Vittoria Puccini (ex Rivombrosa) dalla bellezza disarmante ma dall’interpretazione poco convincente e un Paolo Briguglia più intimistico ma ugualmente offuscato dal potere magnetico del co-protagonista maschile. Questa, in realtà, non era la prima grande occasione nella carriera cinematografica di Claudio Santamaria.
Gli estimatori del genere della commedia dei trentenni avranno potuto sicuramente notarlo in Passato Prossimo, film di qualche anno fa dal cast modesto (a spiccare su tutti una Paola Cortellesi, già partner teatrale di Claudio, in insolite vesti drammatiche), che si colorava di sfumature più malinconiche e riflessive. In quel caso Santamaria rivestiva i panni di un aspirante attore sagace e ambizioso, il classico donnaiolo sorretto da una visione del mondo cinica e sarcastica. Membro di una compagnia di amici inseparabili, che si ritrovano nella villa dei ricordi per il tempo dei bilanci e delle confidenze, aiutando il suo complice di sempre a ritrovare la propria sessualità rivela alla fine del film la vera ragione del suo sprezzante arrivismo e delle sue ostinate sicurezze. Abile nel portare sul grande schermo personaggi dal carattere incerto e dal comportamento ambiguo, incisivo ed efficace comunicatore dello sguardo, Claudio Santamaria si è ampiamente meritato, con ingaggi di nicchia dal target elitario, l’ingresso nel firmamento cinematografico italiano.
Ma tra i gioielli del grande schermo che ne hanno consacrato la bravura, va citato con particolare interesse Paz! di Renato De Maria, sulla storia del noto fumettista Andrea Pazienza, per non parlare del grande successo in sala dell’opera corale Romanzo Criminale, in cui ha recitato al fianco di colleghi piuttosto quotati .
L’augurio che gli facciamo, a poche ore dalla visibilità catodica, è di vederlo ancora in film d’autore con la sua suggestiva naturalezza. Ma, soprattutto, confidiamo che la grande notorietà – ormai in agguato – non gli dia quell’aria da intellettuale impegnato, con la barba incolta e l’aria da profeta illuminato, a cui si atteggiano i fenomeni da botteghino. Se c’è un limite di Claudio, infatti, è forse proprio il suo snobismo latente, in parte giustificato dalla dura legge del mestiere.