Claudio Lippi: “La Rai? Sta attraversando il peggior momento degli ultimi 50 anni. Fazio? Non si sputa dove si mangia”
Claudio Lippi e il tetto stipendi in Rai: il conduttore propone un contratto che varia in base alla raccolta pubblicitaria.
E’ un fiume in piena, Claudio Lippi. Il conduttore 71enne questa sera tornerà su Rai 2, essendo uno dei protagonisti del comedy show Meglio tardi che mai (insieme a lui, ci sono Adriano Panatta, Lando Buzzanca e Edoardo Vianello). Ma il giudizio nei confronti di mamma – fino a un certo punto – Rai è comunque amaro. “E’ una cosa estemporanea. Non si tratta di un mio vero ritorno in tv”, ha dichiarato alla giornalista Cinzia Marongiu sul portale Tiscali, circa il programma prodotto da Endemol Shine.
Quindi il conduttore ha fatto un’analisi del servizio pubblico: “La Rai sta attraversando forse il peggior momento degli ultimi 50 anni. La politica fa dei danni pazzeschi e molte persone sono messe lì per appartenenza politica. Non c’è spazio per chi come me ha esperienza in molti ruoli. Lo spazio c’è per quelli che ci sono da sempre. A parte che poi la polemica sui tetti agli stipendi mi ha fatto ridere per non dire piangere. È indubbio che anche il servizio pubblico debba fare i conti con le spese e la raccolta pubblicitaria. Molti colleghi hanno contratti onerosi. Perfetto. Allora si potrebbe ragionare così: fai ascolti e li fai riguadagnare? Bene. Non fai ascolti adeguati? Allora quella cifra va rivista. Io sarei pronto a firmare un contratto con la Rai che preveda un fisso, che potrebbe essere pari a quello di un dirigente. Il resto sarebbe una percentuale basata sugli ascolti che andrebbe condivisa con gli autori e con tutti coloro che contribuiscono a fare grande quel tale programma. Secondo me sarebbe una rivoluzione. Anche se molti colleghi conduttori non accetterebbero mai”. La risposta a tale proposta “è stata il gelo”.
Ma Lippi non molla:
“Ho portato dei progetti che ingenuamente pensavo sarebbero stati almeno valutati. E invece niente. Compriamo format dall’estero ma così ci bruciamo la creatività. L’unica che oggi produce qualcosa e vende anche all’estero è Maria De Filippi. Mi sembra un po’ poco in un panorama di 7 reti generaliste, oltre a SkyUno che comunque produce ancora un numeri ridotto di programmi. Ora stanno crescendo Tv8 e 9 di Discovery: speriamo che il mercato si allarghi. Ecco perché in un panorama del genere quando sento i miei colleghi lamentarsi non li capisco proprio. Ad esempio a Fabio Fazio che si è lamentato della troppa intrusione della politica in Rai. La mia non è certo una difesa romantica di mamma Rai né la polemica di chi è fuori ma francamente accorgersi oggi che la Rai dipenda per statuto dal Governo e dai ministeri competenti mi sembra assurdo. La Rai ha una concessione che viene dallo Stato. Dipende dal Governo e dal Parlamento e non è una novità. Non si può sputare sul piattodove si mangia”.
E ancora: “Ho incontrato Andrea Fabiano, il direttore di Rai1. A lui ho detto che non credo di avere il diritto divino di lavorare ma almeno di sapere se la Rai mi considera una risorsa o uno scoppiato. Perché io vedo alcuni colleghi sull’orlo della sovra-esposizione e tanti alri non utilizzati. Non ho niente contro Amadeus che è un vero amico ma che senso ha che lui passi dai Soliti ignoti a Reazione a catena? Possibile che non si faccia lavorare nessun altro a parte quei quattro o cinque soliti? Si vocifera che Fazio andrà via, così come Giletti e Alberto Angela ma non è possibile che un’azienda come la Rai dipenda solo da pochi volti noti, magari assistiti da manager potentissimi”.
La chiosa è sincera più che mai: “Se finora non mi facevano lavorare, dopo questa intervista andrà, se possibile, pure peggio. Ma sa che c’è? Non mi importa. Sono stufo”.