Claudio Baglioni, l’affrescatore artistico della musica leggera italiana dei nostri tempi
Il suo Festival è la fotografia dei bisogni musicali dell’italiano di oggi.
L’impossibile certe volte è possibile, anche se il distacco fra le due cose è gigante e il più delle volte difficilmente colmabile. E’ difficile e allo stesso tempo facile catalogare quello che è successo sul palco del teatro Ariston in queste quattro sere. Un’operazione gigantesca, che è forse la forbice che passa da una cosa impossibile a una cosa possibile. Quello spazio largo, vuoto, lungo da attraversare, anche in apnea, pare sia stato colmato dall’arte messa in bella evidenza dal direttore artistico degli ultimi due Festival.
Claudio Baglioni, senza retorica e senza tirargli nessuna volata verso un terzo incarico alla guida della più importante rassegna canora italiana, ha saputo anche quest’anno e con quella marcia in più che l’esperienza dello scorso anno gli ha donato, fotografare il nostro paese, con i gusti, le voglie, le anime che ci circondano tutti i giorni.
Si è intrufolato all’interno dei padiglioni auricolari degli italiani, che spesso e volentieri vediamo ospitare cuffiette nella nostra vita di tutti i giorni, ascoltando le note e le parole che entrano nelle nostre teste, nelle nostre anime, arrivando a soddisfare i nostri bisogni, la nostra voglia di normalità o di straordinarietà che viene spesso e volentieri raccontata dai cantori dei nostri giorni.
Baglioni ha intercettato queste canzoni, ha scelto i cantanti che potevano cantarle e che meglio le interpretano oggi e indipendentemente dal loro genere musicale, le ha fatte sfilare sul palco del teatro Ariston, sopratutto nella serata di ieri dedicata ai duetti e questo al netto di qualsiasi conflitto di interessi, che rispetto a questo tema è argomento altro.
Baglioni, dopo essere stato fra i cantautori italiani uno dei più rappresentativi e rappresentati, pare ora aver indossato la giacca di “affrescatore artistico” della società musicale italiana, promuovendone l’immagine in questo Festival, che più che Festival, è diventato ormai una Mostra, nel senso stretto del termine, della musica leggera italiana di oggi.