CinAmerica – La Sfida, informare in modo semplice e chiaro è possibile, anche in tv
CinAmerica dimostra come informare in modo semplice e chiaro sia possibile, anche in tv. La recensione del nuovo programma di Rai3.
Quando chiami alla conduzione due esperti della materia di cui ti vuoi occupare, subito si comprende lo scopo del programma che sta per nascere. Con CinAmerica, che vede alla conduzione due debuttanti in questo ruolo, almeno per quanto riguarda la tv generalista, ovvero Francesco Costa e Giada Messetti, l’intento, che poteva già rivelarsi nelle dichiarazioni fatte dai due nel promuovere il programma, si disvela fin dalla prima puntata: informare in modo semplice e chiaro.
Francesco Costa, vicedirettore di Il Post, porta in eredità il modo di fare giornalismo che da anni segna il carattere distintivo della testata diretta da Luca Sofri (insieme al bagaglio di conoscenza sugli Stati Uniti, terreno sul quale si è conquistato la notorietà con uno dei primi podcast in Italia, Da Costa a Costa), mentre Giada Messetti dona al programma una visione della Cina frutto, oltre che di numerosi studi, anche di diversi anni vissuti nella Repubblica Popolare Cinese.
Stati Uniti e Cina diventano così due paesi messi a confronto, due opposte visioni del mondo che per quattro puntate CinAmerica tenterà di fare dialogare fra loro. L’impostazione scelta per il programma prevede che il fulcro della trasmissione siano gli stessi conduttori, che, grazie alla loro conoscenza sui singoli paesi, si fanno portavoce del racconto, che nella prima puntata si articola attraverso un raffronto delle vite di Joe Biden e Xi Jinping.
A guidarlo è una ricostruzione cronologica delle loro traiettorie umane a cui si sommano tutte le loro esperienze politiche, che vengono messe ulteriormente a fuoco con la presenza di esperti, come il giornalista Premio Pulitzer Evan Osnos. Fra le scelte precise che il programma ha deciso di mettere in atto c’è quella di non avere la traduzione simultanea degli ospiti stranieri, come Osnos, per i quali ci si limita a sottotitolare in italiano le risposte date ai due intervistatori, così come si sottotitolano, senza doppiaggio, le clip in cui la lingua originale è l’inglese.
Questa scelta, sintomatica probabilmente anche del pubblico a cui si vuole rivolgere il programma, dimostra come CinAmerica, in onda da uno studio ampio e piuttosto semplice nella sua costruzione scenografica, che punta soprattutto sugli specchi, metafora del confronto fra i due paesi, non teme il presentarsi con una cifra diversa rispetto alla maggior parte dei programmi d’approfondimento in onda sulla tv italiana odierna.
Con il coraggio della semplicità di CinAmerica (che non fa rima con banalità) si tenta di scavalcare la logica del talk, per approdare ad un programma il cui unico fine è quello di informare nella maniera più semplice, chiara e corretta possibile, senza annoiare. Per ora l’obiettivo pare decisamente raggiunto.