Cielo che Gol!, Simona Ventura: quanti complimenti alle Iene! Un po’ di nostalgia?
La conduttrice ha dedicato uno spazio del suo programma al libro de Le Iene.
Il ridimensionamento di Cielo che Gol!, rispetto al format iniziale nato come risposta targata Sky a Quelli che, ha reso il programma condotto da Simona Ventura, francamente inutile. Può sembrare un aggettivo troppo diretto e feroce ma il senso iniziale di questo programma è venuto progressivamente a mancare con il trascorrere delle puntate, fino a scomparire quasi del tutto.
Se l’obiettivo originario della conduttrice era quello di fare un talk generalista, una collocazione diversa dal tardo pomeriggio domenicale, con tutto lo spazio disponibile su Cielo, si poteva tranquillamente trovare. Considerato ciò, è scontato asserire che Simona Ventura sta vivendo un periodo di stasi professionale e che la sua parentesi a Sky non sta andando come previsto.
E se la Ventura stesse iniziando a manifestare un po’ di sana nostalgia, ripensando al suo passato televisivo?
La domanda maliziosa nasce dal servizio di presentazione al libro de Le Iene dedicato alle inchieste sulla droga e all’intervista con la Iena Giulio Golia, ospite della puntata di oggi:
Tanto sfrontati, cinici, beffardi e sfacciati con il popolo dei furbi quanto generosi e buoni con i più deboli. Da 16 anni, le Iene sono la banda più famosa del piccolo schermo. Da quando apparvero nel 1997 capitanata da una prorompente Simona Ventura, le Iene hanno accumulato una serie di primati. Hanno spazzato via il buonismo televisivo, hanno dato fiducia a giovani che sono diventati pezzi da novanta della tv, da Fabio Volo a Luca e Paolo, da Alessia Marcuzzi a Teo Mammucari, da Nicola Savino a Victoria Cabello, hanno squarciato il velo di ipocrisia sul sesso, sulle droghe, sui peccati del clero, sull’arroganza e ignoranza della casta, con sperimentazione continua di nuovi linguaggi televisivi (il riferimento è a Lo Sconvont Quiz, ndr), con l’intervista doppia che è entrata nella storia della tv, senza smettere mai di fare inchieste, prevenzione e informazione come nel caso delle tossicodipendenze che le Iene vivono come una missione. Il loro non è perbenismo ma è desiderio che i giovani siano liberi e indipendenti da tutto. Proprio come loro!
E quanti complimenti!
Se esistesse l’Olimpiade del panegirico, questo servizio vincerebbe medaglia d’oro, d’argento e di bronzo, a mani basse.
Quando il presente lavorativo non sembra essere appagante come dovrebbe, non è peccato nutrire un po’ di nostalgia.
Ma Simona Ventura, sarebbe pronta ad ammetterlo?