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Cielo che Gol, Simona Ventura e la politica: l’odiosa sfilata delle neo-deputate e la ‘fallita’ inquisizione a Crosetto il ‘superficialotto’

Simona Ventura a Cielo che Gol! tra la sfilata delle Neo-Deputate e l’intervista a Crosetto.

pubblicato 3 Marzo 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 20:46


Finita la Par Condicio, Simona Ventura si dice pronta a scatenarsi sulla politica nel suo segmento domenicale di Cielo che Gol!. Inizia bene, lanciando il libro di due firme Sky, Filippo Maria Battaglia e Alberto Giuffrè, A sua insaputa, che Simona spiega così:

“Questo libro è un découpage delle dichiarazioni rilasciate dai politici in questi ultimi 20 anni…”

e non abbiamo capito se voleva dire proprio dècoupage o forse collage. Bon, c’est la même chose, n’est pas n’est-ce pas? 

Inspiegabilmente, tra un aneddoto su Bossi (che nel 1989 disse “Finché non rubo io nella Lega, non ruba nessuno”) e il racconto di come Vendola è diventato comunista (colpa di quel ‘capitalista’ di Babbo Natale che portava i regali anche ai bimbi cattivi) parte una sfilata di (pseudo) neo-deputate (s)vestite come si conviene alla propria parte politica. Tra infermiere del Pdl con reggiseni milanisti, Montiane dai reggiseni di euro e Grilline volgari ci sale lo sdegno. Autentico.

E che dire del ritorno del Commissario Ventura, pronta a mettere sotto torchio Guido Crosetto e la sua laurea finta per spingerlo alle scuse. Una scena che sembra scritta dal trio Solenghi, Marchesini Lopez sullo stile di“Pedro, vuoi bere qualcosa? Su, Pedro bevi qualcosa…“.

Ma andiamo con ordine.

Partiamo dalla tristissima sfilata ‘satirica’ che ha ‘condito’ un’intervista che poteva essere davvero interessante con gli autori di A sua insaputa. E invece no, tutto ‘a peripatetiche’…

L’esponente del PD, in quanto tale, ha un abbigliamento triste, nello specifico maculato, in perfetto giaguaro style. La deputata del PdL è

“un’infermiera sempre pronta a curare un po’ tutti. Ma è satira ehhh! Sempre pronta a gettarsi nelle braccia del capo. A me, poi, le deputate PdL fanno un po’ paura, sempre così aggressive”.

Poi c’è la deputata di Monti, che sembra tutta perfettina, ma che in fondo sfodera un reggiseno carico carico di euro (insomma, la ‘bigotta con le mutande rosse’, per intenderci) e sul più classico “Vaffanculo” di Marco Masini scende la deputata tipo del M5S, quella vestita male, raffazzonata che è meglio non incontrare perché manda affanc*** tutti!

“Voi rappresentate il nuovo parlamento italiano, lavorate e fate lavorare quelli che rappresentate…”.

Ma che cos’è? Ma di cosa stiamo parlando? Ma siamo ancora a questi livelli? “E’ satira!“, dice la Ventura: a me personalmente sembra solo un vecchio sketch di cattivo gusto che vive di luoghi comuni sulla politica, sulla donna e sulle donne in politica. Possibile che Simona abbia avallato ‘sta tristezza?

E per la serie ‘ a sua insaputa’ (e qui il link autoriale ci sta tutto) arriva l’interrogatorio ‘ficcante’ del commissario Ventura a Guido ‘non ho la laurea’ Crosetto. Il problema è che Crosetto non solo non ha la laurea, ma non ha mai detto di averla. Ma per la Ventura non vuol dire niente: il sito della Camera diceva che era laureato in Economia e Commercio e poco importa che sul suo CV ‘sta laurea non comparisse (e nemmeno un master a Chicago). E da condannare, a meno che non si scusi davanti a lei (di qualcosa che non ha commesso). Sintetizziamo:

Simona: “A me piacerebbe che mi dicessi ‘Ho sbagliato'”.

Crosetto: “E perché? Non ho mai detto di averla avuta.  La laurea non l’ho mai ‘usata’ per lavorare, non mi è mai servita”;

S: “Eh, ma c’era scritto sul sito della Camera!”;

C: “Ma quel sito non l’ho l’ho fatto io. Nel mio infatti non c’è scritto”;

S: “Eh, ma voi non lo leggete il vostro sito?”;

C. “Ma secondo te vado a vedere la mia foto sul sito della Camera? Ma stai scherzando?!”.

S: “A noi non interessa se avete la laurea, ma che facciate bene il vostro lavoro…”.

A questo punto la Ventura sembra ‘arretrare’. Sembra…

S: “Ma allora ha ragione Grillo a dire che i politici dicono solo bugie?”;

C: “Ma io non non detto una bugia. Non ho mai detto di essermi laureato. Ho interrotto gli studi per la morte di mio padre e sono andato avanti con il mio lavoro. Ho fatto il sindaco,  a gratis, il consigliere provinciale, a gratis”.

Per la serie, di cosa stiamo parlando?

S: “Ma sul sito della  Camera dei Deputati c’era scritto Laureato in Economia e Commercio…”;

C: “Ho fatto tante ore di tv e non ho mai detto di essere laureato. Vittorio Zincone (che un’intervista riportò che Crosetto aveva dichiarato di essere laureato, ndr), molto cortesemente, ha ricontrollato la registrazione e ha ammesso che non l’ho mai detto”;

S: “Ma allora possiamo dire che sei superficialotto perché non sei andato a controllare cosa c’era scritto… Ma mi piacerebbe tanto se tu dicessi ‘Sono stato superficialotto’”.

Qualunque cosa, purché lui ammetta qualcosa, qualunque cosa.

C: “Ma è una mia abitudine, sono un po’ grossolano non vado a rileggere neanche le mie interviste. La mia compagna mi ha fatto anche notare che sul sito della Camera c’è scritto ancora che sono sposato. Ma mica vado alla Camera a dire ‘Cambiate’. Ecco, direi grossolano….”

S (esaltata): “….Superficialotto…Superficialotto. Lo vogliamo dire? Sei superficialotto!”.

Sfiancato, Crosetto cede, ma non molla del tutto.

C (con tono accondiscendente): “E diciamolo, ma sono fiero di essere superficialotto su queste cose… Non sono uno che guarda al ricciolo, non mi preoccupo certo dell’esteriorità”.

Insomma, il punto è che non guarda alla ‘superficie’ per l’appunto, ma alla sostanza e soprattutto non si preoccupa di quel che non ha fatto di persona. Se queste sono le tecniche di ‘interrogatorio’ della Polizia possiamo capire le confessioni estorte per stanchezza. Ma qui siamo in tv: l’effetto non è quello dell’inquisizione alla ricerca della verità, ma dell’intervista arenatasi alla prima domanda.

L’intervista a Rocco Siffredi, invece, scivola via liscia, anch’essa sui binari del luogo comune. Ma è un’altra storia.

Cielo che Gol, 3 marzo 2013: la sfilata delle Neo Deputate

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