Ciao Maschio e la possibilità di ricredersi. Un talk che è soprattutto ambiente (da seconda serata)
I motivi per mostrare perplessità prima della partenza c’erano tutti, ma Ciao Maschio si è dimostrato nel tempo un talk gradevole, soprattutto per una seconda serata. Habitat perfetto per Nunzia De Girolamo
Un programma a due facce. Quella della vigilia, quando il giudizio fu dettato da scetticismo e diffidenza, e quella del dopo. Ciao Maschio si avvia verso la chiusura della terza stagione portando in dote l’orgoglio di aver fatto ricredere molti spettatori e critici.
I motivi per mostrare perplessità prima della partenza c’erano tutti. Un titolo forse poco fortunato e mal interpretato (in pochissimi colsero il riferimento al film di Ferreri), una conduttrice che conduttrice fino a quel momento non era e un esordio non proprio fortunatissimo. Ma si sa, le prime volte non andrebbero mai commentate, o perlomeno non andrebbero utilizzate come spunto per una sentenza. Molteplici sono infatti le correzioni che si effettuano in corsa, gli assestamenti e le metamorfosi. E Ciao Maschio è stato capace di cogliere tutti questi aspetti.
Innanzitutto, per creare il clima occorre del tempo e una ripetitività di determinati meccanismi. Se la prima volta una rubrica può sembrare banale e frivola, col tempo questa assume una sua struttura, a tal punto da diventare un tratto distintivo.
Il primissimo atto con Stefano De Martino, Luigi De Magistris e Francesco Paolantoni lasciò spaesati. Tuttavia, proprio quell’appuntamento, come spesso capita, è lontanissimo parente rispetto al prodotto oggi in onda. Strutturato, aggiustato e maturato.
Ciao Maschio è soprattutto ambiente. Seconda serata, luci basse ma non troppo, senso di intimità e studio tra i più belli in circolazione in questa epoca televisiva. Al timone Nunzia De Girolamo, brava a prendere le misure, ad agire per sottrazione e a dare vita ad una sua comfort zone nella quale la crescita è risultata evidente. Al suo fianco solo le Karma B, drag queen che dall’anno scorso hanno preso il posto di Drusilla Foer.
Il talk è un viaggio nell’universo maschile. Tre uomini, dopo un primo faccia a faccia con la padrona di casa, finiscono a raccontarsi in un gioco degli incroci il più delle volte azzeccati, che denotano anche un curato lavoro autoriale. A volte ci si allarga a quattro e la macchina perfetta in quei casi si inceppa, perché viene a mancare la percezione di riservatezza.
La De Girolamo, dicevamo, ha trovato il suo habitat, tra leggerezza e ironia. Distante anni luce dall’opinionismo retorico degli albori, la speranza ora è che non compia il passo più lungo della gamba. In tal senso, il suggerimento sarebbe quello di affidarsi al ‘metodo Toffanin’: volare bassi e costruirsi pian piano una propria credibilità.
Ciao Maschio ha rivitalizzato la seconda serata (ormai terza per via degli sfori del Cantante Mascherato) sul fronte del palinsesto e dello spirito. Il suggerimento resta quindi quello di non snaturarsi, rifiutando possibili promozioni in altre fasce (sulla scia di Belve) che priverebbero la trasmissione della sua magia. E di una ricca dose di benzina.