Ciao 2006 – E’ tempo di relax, è tempo di bilanci
Devo evidentemente chiedere scusa ai miei lettori, ai miei collaboratori, al mio anno vecchio e anche a quello nuovo: sì, non ho salutato nessuno, ancorato com’ero al mio letto dalla mia personalissima influenza intestinale che ha abbracciato l’arco piacevolissimo 31 dicembre-2 gennaio, e che ancora si manifesta. E che fa, uno, impossibilitato persino a parlare?
2 Gennaio 2007 10:40
Devo evidentemente chiedere scusa ai miei lettori, ai miei collaboratori, al mio anno vecchio e anche a quello nuovo: sì, non ho salutato nessuno, ancorato com’ero al mio letto dalla mia personalissima influenza intestinale che ha abbracciato l’arco piacevolissimo 31 dicembre-2 gennaio, e che ancora si manifesta.
E che fa, uno, impossibilitato persino a parlare? Si rimbambisce di libri – ad averci la forza di tenerne uno in mano – o di televisione. In questo caso, la seconda che ho detto.
E così, avendo la fortuna di trovarmi in un loco SKY-munito, divento testimone molto involontario dell’unico bilancio sensato che si possa fare, televisivamente parlando, per questo 2006 televisivo che ci siamo lasciati alle spalle. La grande fuga, lo intitolerei così. Perché piuttosto che vedere gli improbabili Los Locos e i Village People riuniti come un sol uomo (perdonatemi, è la febbre) a Tiziano Ferro e Carlo Conti, o il polpettone registrato dall’altra parte – e RaiUno che si fa beffe di Canale5: mentre vanno in onda, in differita, Fusar Poli e Margaglio che pattinano, sul primo canale Tonon commenta in diretta lo sguardo che i due si erano scambiati in quel di Torino 2006, Olimpiadi perse, ricordate? – il povero malato non può che fare quel che stanno facendo sempre più italiani. Passare a SKY. Dove ci si gode – e scusate se è poco, mentre i botti impazzano – uno speciale Tim Burton.
E in effetti, la grande fuga del 2006 dalla tv generalista è, con buona pace di chi non ci vuol credere, l’unico vero dato che possa fotografare in maniera realistica l’attuale realtà televisiva nostrana. Ammalata quasi quanto il sottoscritto.