Fra poco più di dieci giorni salirà per la prima volta sul palco del teatro Ariston di Sanremo, dopo che di palchi, fra tournée teatrali e spettacoli tv, ne ha calcati numerosi. Per Chiara Francini quella al Festival di Sanremo, al fianco di Amadeus e Gianni Morandi, nella serata di venerdì 10 febbraio, sarà una prima volta. Quanto c’è però di televisivo nel percorso dell’attrice cresciuta nella provincia fiorentina di Campi Bisenzio, oltre alle fiction a cui ha preso parte – come Non dirlo al mio capo dove con il personaggio di Perla ha dato voce a tante sfaccettature anche di sé – e ad alcuni recenti film tv come Una scomoda eredità? Tanto altro verrebbe da dire: per avere però una risposta, anzi più di una, le domande le abbiamo fatte proprio a lei, a Chiara Francini.
Il tuo percorso televisivo parte da Bla bla bla, un programma di Marco Giusti, che ti volle poi anche nel suo Stracult. Che ricordi hai dei tuoi esordi televisivi?
Io stimavo Marco Giusti già prima di conoscerlo e lo consideravo un genio per aver ideato, insieme ad Enrico Ghezzi, Blob. Bla bla bla è stata un’esperienza molto bella: era una fucina di talenti. Porto con me dei ricordi umani, e non solo lavorativi, ancora vivissimi.
Quando nel 2011 arrivi a Colorado molti, alla vigilia, leggono la tua presenza in opposizione a quella di Belen Rodriguez, che era stata già annunciata alla conduzione del programma con Paolo Ruffini. Come avete vissuto il vostro rapporto dietro le quinte? C’è mai stata rivalità?
Io ricordo che in quell’edizione ero con Mimmo (personaggio di Dj Angelo, ndr): gli autori mi fecero fare qualsiasi cosa con lui. Paolo e Belen erano i primi conduttori, io e Mimmo avevamo degli sketch da fare. Di Belen ricordo che era molto carina.
Nel 2016 arrivò il provino che ti ha regalato quella che è stata, fino a prima della chiamata di Amadeus per Sanremo, la tua più grande opportunità televisiva, la co-conduzione di Domenica In con Pippo Baudo. Cosa ricordi di quell’occasione?
Eravamo al Teatro delle Vittorie: ricordo che lui era seduto, attentissimo e mi fece domande molto profonde. Poi mi fece cantare a cappella e io scelsi Don’t Rain On My Parade di Barbra Streisand e mi venne abbastanza bene. Pippo era abbastanza soddisfatto di me e venni scelta proprio per quest’incontro che avevamo fatto. Per me Domenica In è stata una delle esperienze più belle della mia vita. Ricordo che Pippo mi diceva sempre che la grandezza di un conduttore è la capacità di far risaltare l’ospite, di non imporre la propria presenza. Mi bastava un suo sguardo per capire quando dovevo intervenire e la cosa di cui vado più orgogliosa è il fatto che non mi abbia dovuto riprendere neanche una volta.
Ti sei mai sentita limitata dalla presenza di Pippo Baudo nella tua esperienza a Domenica In?
No, assolutamente. Ero co-conduttrice e facevo le interviste con lui. Anzi lui mi spronava, mi faceva cantare tutte le puntate, quindi assolutamente no.
A Libero hai dichiarato che Sanremo “comunque vada sarà un successo”. È già la coronazione di una carriera essere chiamati per una serata di Festival o quella serata può essere solo che un nuovo trampolino di lancio?
Arrivo con la gioia di toccare con mano l’evento più credibilmente italiano, carnale, colorato, mastodontico della nostra televisione. Nell’immaginario domestico di ogni ragazza italiana l’idea di calcare quel palcoscenico resta ancora un sogno. Io voglio rendere Amadeus e il pubblico orgoglioso di me.
Hai già annunciato che sul palco dell’Ariston porterai un monologo con dei valori in cui credi. Sul palco per antonomasia della musica italiana canterai?
Cantare non mi mette a mio agio perché non è una cosa per cui ho studiato. Però onestamente non lo so cosa accadrà su quel palco: mi rimetto nelle mani del direttore artistico Amadeus. Quello che lui mi dice di fare, faccio.
Agli applausi hai raccontato che sei solita sottrarti. Come accoglierai quelli dell’Ariston?
Quando arrivo alla fine di uno spettacolo, anche se so già di aver fatto il mio dovere, penso di non meritarmeli quegli applausi. Se sarò emozionata, si vedrà perché la mia mimica facciale è sempre molto espressiva.