Home Chiambretti Muzik Show, solo una puntata d’anteprima: “La musica in tv non funziona”. E il Night costava troppo

Chiambretti Muzik Show, solo una puntata d’anteprima: “La musica in tv non funziona”. E il Night costava troppo

Il conduttore anticipa i rischi del suo speciale dell’11 novembre

pubblicato 19 Ottobre 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 02:41

W la sincerità di Piero Chiambretti, a cui “la paternità ha dato un sereno distacco dalle cose”. Perciò ha deciso di esternare lucidamente i fattori di rischio della sua trasmissione, in un’intervista di Chiara Maffioletti sul Corriere di oggi.

Il conduttore delinea con toni genialmente apocalittici il quadro televisivo attuale, ragion per cui – preferendo andare coi piedi di piombo – tornerà in tv per l’autunno 2011 con una sola puntata sperimentale del Chiambretti Muzik Show, venerdì 11 novembre 2011 su Italia1:

“Non possono sospendermi alla seconda puntata, perché ne facciamo una sola. L’11 novembre sarà un antipasto del programma dei primi di gennaio. Fino ad allora siamo in predicato per degli speciali, 6 o 8 puntate. Faccio tv da 25 anni, non devo dimostrare cosa so fare. Di certo sarà un programma di cui non mi vergognerò”.

Tanto di cappello a Chiambretti, che potrà testare il terreno così da scongiurare – prudentemente – la chiusura anticipata che aleggia su tutte le novità tv:

“Aspettiamo il Rinascimento per riproporci al meglio. La tv sta attraversando un nero medioevo. I programmi cadono come colpiti dalla peste bubbonica. Solo chi è forte di costituzione regge l’urto e la mancanza di mezzi poi aguzza l’ingegno. La crisi ha colpito tutti i rami dello scibile. Anche i Simpson sono a rischio. La musica in tv non funziona. Solo scorporandola si può tentare un azzardo, per me sarebbe doppio: un programma di musica e in prima serata. Tranne Sanremo non succede spesso. La musica è anche il racconto in partitura della realtà, perciò non ospiteremo solo musicisti.”.

A leggere le sue dichiarazioni sembra quasi un blogger urticante che lo stronca ancor prime di cominciare. Il conduttore fa autocritica persino sulla cancellazione dalla seconda serata di Chiambretti night:

“E’ vivo e lotta con noi come marchio e gruppo, anche se abbandonare la notte ora che avevamo un pubblico affezionato dispiace. Il Chiambretti Muzik Show è una sua appendice. Un inserto musicale: potremmo farne politici, sportivi. Senza precludere il ritorno in seconda serata quando potremo permettercelo economicamente. Quella del Muzik Show era un’esigenza di Italia1 più che mia anche perché mi ritengo un metronotte. Sono stato chiamato dal dg e Piersilvio, la musica è un ottimo escamotage per intercettare giovani”.

Un Chiambretti, dunque, a tutto Austerity:

“Le aziende che fanno tv sono schiave di quelle che investono. Finché non ci sarà una rivoluzione degli schiavi sarebbe impopolare chiedere alla tv di essere ricca, opulenta. Chiambretti night lo era, anche come immagine. Ora ci sarà una purificazione scenografica, cercheremo l’austerità. Vorrei uscire vestito con un saio. In un Paese di precari anche i televisivi lo sono. Privilegiati, ovvio. La tv è una scatola di illusioni anche per chi la fa: si crede di durare per sempre”.

Quindi, l’ammissione che ogni conduttore è sempre uguale a se stesso con piccole variazioni sul tema:

“Ogni artista con personalità rifà in fondo sempre lo stesso programma. E’ un restyling: metto del silicone ai miei show”.

Che i colleghi reduci da mille flop imparino dal sagace buonsenso di Piero, che ha la risposta pronta anche per loro:

“Vasco diceva che il rock dà l’idea che tutti ce la possono fare. Sostituirei il rock con la tv. Ecco spiegati i conduttori che soffrono di ansia da prestazione. Quasi tutti vivono il coito interruptus: fanno due puntate e vanno a casa. E fa impressione che tanti scappino dalla Rai. Da contribuenti del canone saremmo lieti di vedere una tv pubblica competitiva. Lavoro a Mediaset ma pago il canone. Devo farlo ancora?”.

Chapeau.

Italia 1Piero Chiambretti