Chiambretti e le lusinghe di Affari tuoi
Piero Chiambretti è disposto al grande passo: cedere alle lusinghe della tv di stato (e generalista), nella prospettiva di raccogliere l’eredità più onerosa, quella dei pacchi di Bonolis. “C’è un programma che non mi si confà del tutto, ma che potrei fare benissimo, perché mescola alto e basso, ed è Affari tuoi, solo che ormai
Piero Chiambretti è disposto al grande passo: cedere alle lusinghe della tv di stato (e generalista), nella prospettiva di raccogliere l’eredità più onerosa, quella dei pacchi di Bonolis.
“C’è un programma che non mi si confà del tutto, ma che potrei fare benissimo, perché mescola alto e basso, ed è Affari tuoi, solo che ormai sono andato troppo in là e trovo difficoltà a tornare indietro”.
Lo ha dichiarato al Grande Talk in occasione dei suoi 50 anni di vita e 18 di tv, lasciando una porta aperta ad eventuali offerte della concorrenza. Per ora si dice, infatti, entusiasta del lavoro fatto a Markette, “uno dei programmi più longevi perchè sullo stesso plot si possono fare cambiamenti, anche se poi ognuno di noi ha il suo stile che rimane sempre lo stesso”. Markette è una vera isola felice, della creatività come della sperimentazione, che ha saputo ritagliarsi uno zoccolo duro di ammiratori fino al punto di meritarsi la dizione privilegiata di “trasmissione cult”. Eppure, a guardarla rimane una nicchia, che ha allontanato Chiambretti dalle logiche dell’audience e dalla ricezione del grande pubblico. Proprio in un’indagine statistica emersa dal programma che ne ha celebrato il compleanno, a guardare il Pierino nazionale è un pubblico medio-alto, per lo più composto da 40-50enni e per larga parte laureato. E’ per questo che il suo inaspettato desiderio di cambiare completamente “target” e “contesto” lascia perplessi. Il genio innovativo e avveniristico del personaggio in questione è troppo fuori dal comune e prezioso da poter essere sprecato in un gioco a premi. Se in più ci aggiungete che il format non è più vitale come agli esordi e ha subito l’usura del tempo, aggravata dall’eredità decisamente penalizzante di Pupo e Clerici , il ribaltone di Chiambretti potrebbe trasformarsi in un buco nell’acqua che ne inficerebbe definitivamente un buon utilizzo in Rai.
Perchè, invece, non osare con l’immaginazione e pensare a una grande prima serata, dalla quale rifuggono proprio i migliori per poi costringerci a rincorrerli a mezzanotte? Il varietà di Raiuno ha bisogno di una ventata d’aria fresca e solo un disturbatore nato come Chiambretti, in grado di coniugare istituzionalità e imprevedibilità, può riuscire nell’impresa. Io azzerderei una proposta: visto che sono in cantiere nuovi show in prima serata con Hunziker e Ventura, a mio parere inadeguate in una vetrina importante come il sabato sera di Raiuno, non sarebbe l’ideale affiancare una delle due al mitico Pierino nazionale, con un varietà totalmente inedito incentrato su carta stampata e mondo mediatico, internet compreso?
A voler proprio sognare, visto che il contratto con La7 pare rinnovato, sempre meglio che “scavicchi ma non apra”, no?