Comincia sotto gli auspici migliori l’esperienza di Pride, nuovo canale di Discovery + disponibile da ieri sulla piattaforma streaming dedicato all’inclusione. Chiamatemi Tony King rappresenta di sicuro uno dei prodotti più interessanti dell’offerta.
Si tratta di una docuserie incentrata su Tony King, un cantante trap napoletano di 21 anni che sta vivendo il difficile momento della transizione, sognando di diventare un uomo. L’artista, nato nel rione Sanità (“Come Totò“), ha pubblicato dei singoli, tra cui uno dedicato alle discriminazioni che subisce.
Come ogni ragazzo della sua età anche Tony è innamorato: la sua ragazza è Khloè, che tuttavia la famiglia tiene segregata in casa in quanto non accetta la relazione tra i due, con un fratello che le sta sempre dietro. La storia ricorda la tragica vicenda di Maria Paola Gaglione, uccisa accidentalmente nel corso di un inseguimento in scooter dal fratello che invece voleva assassinare il cognato transgender Ciro Migliore.
Tony tuttavia non è affatto un ragazzo solo: può contare sull’amore della sua famiglia, che non ha posto mai grandi ostacoli al suo desiderio di transizione, ma soprattutto sul suo variopinto gruppo di amici capeggiato da Tony Derosa, che deve intraprendere il passaggio da uomo a donna. King e i suoi compagni si avventurano tra spiagge, scommesse alcoliche, limousine a bordo delle quali cantano a squarciagola i successi del giovane artista, il tutto in una cornice kitsch ma mai sgradevole.
Non si può non provare simpatia per questi ragazzi che non si arrendono di fronte all’ignoranza che regna nel contesto in cui vivono. Quasi nessuno di loro parla in italiano, tant’è che la docuserie in tre puntate è quasi interamente sottotitolata. Gli unici a non parlare in napoletano sono l’agente e il produttore del ragazzo, oltre al chirurgo estetico Giulio Basoccu, che Tony incontra nella prima puntata in uno dei momenti più riusciti dell’episodio. Chiamatemi Tony King è una docuserie che merita davvero la visione, a prescindere dal Pride Month.