Chi l’ha visto smentisce Pomeriggio Cinque e Linea Gialla sul caso Ragusa. Pasquale Davi diventa testimone inattendibile
La testimonianza di Pasquale Davi, ospite di Pomeriggio Cinque e Linea Gialla, sulla scomparsa di Roberta Ragusa non è veritiera. La scoperta di Chi l’ha visto
Ad oltre un anno di distanza dalla scomparsa di Roberta Ragusa, i vari contenitori di cronaca hanno raccolto indizi, testimonianze, storie inedite per aiutare gli inquirenti a risolvere l’intricato caso. Nell’ultima settimana, oltre al super testimone Loris Gozi e al vigile del fuoco Filippo Campisi, un nuovo teste avrebbe visto la donna sparita da Gello nella notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012. Si tratta di Pasquale Davi, un cuoco italiano che avrebbe incrociato la mamma toscana a Cannes, qualche tempo prima, in compagnia di un uomo benestante di nazionalità tedesca.
Oltre a parlare con gli inquirenti e gli avvocati del marito di lei, Antonio Logli, lo chef sembra essersi lasciato abbagliare dalle luci dei riflettori (una scelta, a suo dire, quasi obbligata per non risultare bugiardo agli occhi dei propri connazionali) tanto da essere invitato (con tanto di logo “esclusiva”) in trasmissioni come Linea Gialla, Quarto Grado e Pomeriggio Cinque. Partendo dalle sue presunte verità, Chi l’ha visto ha smontato, in pochi istanti, la sua testimonianza. Federica Sciarelli ha mandato in onda l’audio di una chiamata, pervenuta il primo ottobre dello scorso anno alla segreteria telefonica dello 068262, nella quale Davi confermava di avere avvistato la donna il 27 settembre 2012. Peccato che, durante le sue ospitate in tv, il cuciniere abbia fatto riferimento, con fermezza, alla data del 17 maggio 2012.
Le affermazioni del buon Pasquale (che in più occasioni ha invitato i malpensanti a controllare il conto in banca per accertare la propria buona fede) sono, quindi, ritenute infondate e, con esse, la possibilità di trovare ancora in vita la povera Ragusa. La televisione, che spesso si appropria del potere di fondare opinioni e verdetti a tavolino, rischia di sparare sentenze (sostituendosi alla Legge) ed intralciare le depistare le vere e proprie indagini. Orecchie d’asino e tutti i ‘colpevoli’ dietro alla lavagna?