Chi l’ha visto?, caso del bambino di Padova: la Rai condannata dall’Agcom a pagare 100.000 euro
L’Aiart ha espresso soddisfazione per il provvedimento.
L’Agcom ha condannato la Rai al pagamento di ben 100.000 euro di multa per il caso del bambino di Cittadella, paese in provincia di Padova. Durante lo scorso ottobre, Chi l’ha visto? ha trasmesso un video che ha provocato l’inevitabile sdegno comune: un bambino, conteso tra due genitori, fu prelevato direttamente da scuola, dalla polizia, e trascinato letteralmente a terra con la forza, in un atto di ferocia sconsiderata, visto che si sta parlando di un bambino e soprattutto di forze dell’ordine.
La messa in onda di quel video esplicito girato con un cellulare ha fatto infuriare la Aiart, associazione di telespettatori di stampo cattolico, e la condanna dell’Agcom di oggi è stata accolta ovviamente bene. Queste sono state le dichiarazioni odierne di Luca Borgomeo, presidente dell’associazione, che ha voluto aggiungere un altro particolare alla vicenda:
Esprimo soddisfazione per la sanzione, anche se la pena poteva essere più severa. Ha senso scaricarla genericamente sulla Rai, che peraltro paga con risorse pubbliche, senza che si individuino le persone che hanno violato le norme ed esposto la Rai alla condanna? Ci auguriamo che ora alla sentenza sia data massima pubblicità. L’Agcom, che sanziona la Rai è importante sia perché è noto come l’Agcom è molto prudente nei confronti di Rai e Mediaset, sia perchè, forse, induce a sperare che anche nell’Autorità incomincia a spirare un vento nuovo e che non è vero che una rondine non fa primavera!
Secondo Borgomeo, quindi, sarebbe stato giusto infliggere la pena direttamente a Chi l’ha visto?, colpendo, quindi, una trasmissione che, pur avendo preso da qualche anno a questa parte una deriva “pericolosa”, con il rischio di sciacallaggio che bussa insistente alla porta, resta sempre una delle poche che compie servizio pubblico.
Ogni polemica sul video del bambino di Cittadella è vacua: Chi l’ha visto? possedeva il diritto legittimo di trasmettere quel filmato, nonostante la natura esplicita e violenta delle immagini, e di fare informazione.
Casomai, si potrebbe spendere più di una parola, non sull’uso, ma sull’abuso indisturbato e incessante che è avvenuto su quelle immagini, su trasmissioni che hanno costruito puntate intere sull’argomento, su programmi e personaggi politici che hanno intavolato teatrini disgustosi, sfruttando la vicenda. Superfluo, sottolineare di chi sto parlando.
Solo su questo, si potrebbe parlare di ipotetiche e salate multe.