Chi è Anna Maria Tarantola? Che poteri ha il Presidente della Rai, chi lo nomina?
Vicina ad ambienti cattolici e al cardinal Tarcisio Bertone, la donna di Bankitalia avrà più poteri grazie alla modifica allo Statuto decisa dal Governo.
Un lettore ci chiedeva, ieri, di fare qualche precisazione tecnica a proposito della Rai, delle sue nomine, del cda Rai e via dicendo: la richiesta avveniva mentre si dava conto delle nomine volute da Mario Monti ieri, 8 giugno 2012.
Detto fatto, cominciamo da Anna Maria Tarantola, scopriamo insieme chi è, ma prima capiamo bene quali sono i compiti e i poteri del Presidente della Rai, chi lo nomina e come sono cambiati dopo la modifica della governance decisa dal Governo Monti contestualmente alle sue nomine. Naturalmente, poi ci occuperemo anche della figura del direttore generale (che è quella che, al momento, suscita le maggiori polemiche. Vedremo perché).
Oltre alla reazione durissima di Carlo Freccero, daremo conto anche di quella di Michele Santoro e delle reazioni dell’arco politico.
Per questa disamina ci facciamo aiutare, per cominciare, dallo Statuto Sociale della Rai, che, ovviamente, è un documento pubblico e consultabile da chiunque.
Chi nomina il Presidente della Rai?
Come stabilisce lo Statuto di cui sopra, il Presidente – così come un altro membro del consiglio d’amministrazione – è indicato dal socio di maggioranza (ovvero, il Ministero del Tesoro, al momento retto ad interim dal premier Mario Monti. Perché diventi efficace, tuttavia, la nomina del Presidente (e dunque anche quella di Anna Maria Tarantola) deve passare attraverso il parere favorevole della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi. L’approvazione della Commissione richiede una maggioranza dei due terzi.
La Commissione è un organo parlamentare bicamerale (ne fanno parte deputati e senatori), attualmente presieduta da Sergio Zavoli (i vicepresidenti sono il Deputato del Popolo delle Libertà Giorgio Lainati e il Deputato del Partito Democratico Giorgio Merlo). Ecco la sua composizione.
Formalmente, anche il cda deve “nominare” il presidente, ma con le regole attuali, si deve attenere al nominativo proposto dal socio di maggioranza (il Tesoro, appunto), una volta che questi abbia ricevuto il consenso della Commissione. Il mandato del Presidente dura 3 anni, così come quello del direttore generale e di tutto il consiglio d’amministrazione.
Cosa fa il Presidente?
Parecchie cose. Dal punto di vista strettamente operativo per quanto riguarda i lavori del consiglio d’amministrazione, convoca il consiglio d’amministrazione, ne fissa l’ordine del giorno «tenendo conto delle materie segnalate dagli organi delegati e delle proposte del Direttore Generale, ne presiede le adunanze, ne coordina i lavori e provvede affinché adeguate informazioni sulle materie iscritte all’ordine del giorno vengano fornite a tutti i consiglieri. Inoltre il Presidente cura la convocazione dell’assemblea, in esecuzione della deliberazione del consiglio di amministrazione» (art. 22); presiede l’assemblea, coadiuvato da un segretario e può far redigere il verbale della seduta da un notaio; è il Presidente, come ovvio, che garantisce il regolare svolgimento dell’assemblea e accerta i risultati delle votazioni (art. 19); constata anche la regolarità delle deleghe dei soci e il diritto di intervento all’assemblea (art. 18). Può decidere (art. 20) la modalità di votazione – generalmente è per alzata di mano – ma in nessun caso è ammissibile il voto segreto.
Il Presidente può convocare il cda quando lo giudica necessario o quando venga fatta richiesta scritta da quattro componenti dello stesso cda o dal collegio sindacale.
Quali sono i poteri del Presidente?
Le delibere del cda Rai sono prese a maggioranza dei voti dei presenti (art. 24). In caso di parità, il voto del Presidente è determinante (come si suol dire, vale doppio). E’ al presidente (così come al direttore generale) che spetta la rappresentanza dell’azienda; al fine di dare esecuzione a delibere del consiglio di amministrazione (art. 27), può conferire procure a dipendenti o a terzi per il compimento di determinati atti o categorie di atti, ivi comprese la gestione delle liti e la rappresentanza in giudizio.
Naturalmente, il Presidente può anche ricevere deleghe di vario genere dal cda.
Ma il Governo Monti ha stabilito che avrà anche nuovi poteri (proprio a partire dalla Tarantola).
Potrà approvare – senza passare attraverso il cda – su proposta del Direttore Generale, gli atti e i contratti aziendali che, anche per effetto di una durata pluriennale, importino una spesa superiore ai 2.582.284 euro fino a 10.000.000 euro; potrà inoltre nominare, su proposta del Direttore Generale, i dirigenti di primo e secondo livello non editoriali e determinarne, su proposta del Direttore Generale, la collocazione aziendale.
Chi è Anna Maria Tarantola
Dopo aver dato un quadro quanto più possibile esaustivo della figura del Presidente della Rai (chi volesse approfondire ulteriormente può leggere integralmente lo statuto e consultare la lista dei presidenti della Rai su Wikipedia), scopriamo chi è Anna Maria Tarantola. Ci facciamo aiutare, per cominciare, dalla sua biografia ufficiale sul sito della Banca d’Italia, visto che l’esperienza professionale della Tarantola si consuma esclusivamente nel mondo delle banche.
Nasce a Casalpusterlengo (Lodi) il 3 febbraio 1945, è sposata e ha due figlie.
Vice Direttore Generale (della Banca d’Italia, ndr) dal 20 gennaio 2009. Nel corso della sua carriera ha espletato numerosi incarichi sia in Italia sia all’estero, rappresentando la Banca in diversi comitati come il Banking Supervision Committee, il Comitato di Sicurezza Finanziaria, il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.
Nel 1969 si laurea in Economia e Commercio all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, discutendo la tesi “Teorie neoclassiche e Keynesiane di fronte ai problemi monetari internazionali” con il prof. Luigi Frey. Prosegue gli studi come ricercatore presso la London School of Economics per il conseguimento del titolo di Master of Philosophy in Economics.
Nel 1971 è assunta in Banca d’Italia, Ufficio Vigilanza I della Sede di Milano. Nominata nel 1996 Direttore della Succursale di Varese, nel 1998 è alla Sede di Milano come Titolare della Direzione Intermedia di Vigilanza-Cambi. Dal 2002 al settembre 2005 è Direttore della Filiale di Brescia; successivamente, della Sede di Bologna.Nell’aprile 2006 è nominata Funzionario generale preposto all’Area Bilancio e controllo con la qualifica di Ragioniere generale; nel febbraio 2007 assume la carica di Funzionario generale preposto all’Area Vigilanza bancaria e finanziaria, mantenendo ad interim la sovrintendenza dell’Area Bilancio e controllo fino al luglio 2008.
In ambito accademico è stata docente a contratto di Controlli pubblici nel settore creditizio presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Autrice di pubblicazioni in materia bancaria e finanziaria e su temi delle economie locali, fra i quali “La vigilanza sulle banche e sui gruppi bancari” (con F. Parente e P. Rossi).
Ha ricevuto varie onorificenze tra cui quella di Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana (2009).
La sua storia personale la colloca in stretta vicinanza con ambienti cattolici; fa parte del comitato permanente dell’Istituto Toniolo (l’ente cattolico che ha fondato la Cattolica di Milano) ed è vicina al Cardinal Tarcisio Bertone.
Di lei, Mario Monti dice:
«Tarantola, essendo personalità che ha dato molte prove di avere un senso di garanzia istituzionale, di avere attenzione agli aspetti di governance, di essere vigile, ha tutte caratteristiche per dare sicurezza e orientamento alla vita dell’Azienda Rai».
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