Che Tempo Fa speciale Luciana Littizzetto: ritratto di una donna unica per l’8 marzo
Questa sera RaiTre omaggia tutte le donne con una puntata di Che tempo che fa molto particolare. Luciana Littizzetto, infatti, co-condurrà l’intera serata con Fabio Fazio, dalle 20.10. In più ci sarà un intervento del prof. Gian Luigi Beccaria e la partecipazione di tre grandi attori italiani, Massimo Ghini, Daniele Liotti e Riccardo Scamarcio, protagonisti
Questa sera RaiTre omaggia tutte le donne con una puntata di Che tempo che fa molto particolare. Luciana Littizzetto, infatti, co-condurrà l’intera serata con Fabio Fazio, dalle 20.10. In più ci sarà un intervento del prof. Gian Luigi Beccaria e la partecipazione di tre grandi attori italiani, Massimo Ghini, Daniele Liotti e Riccardo Scamarcio, protagonisti di una poetica sorpresa, gran finale della trasmissione. La rubrica Il Posto del Cuore a cura di Massimo Granellini, i consigli di lettura di Giovanna Zucconi e le analisi climatiche e ambientali di Luca Mercalli completano questo appuntamento davvero speciale.
Non poteva esserci donna più rappresentativa dello spettacolo italiano per sfatare il progressivo degrado di una festa kitsch, ormai appannaggio di tronisti gigolò e locali tamarri. Una “femmina” sui generis che si è saputa – per prima – imporre in un panorama catodico pieno di pregiudizi, facendo di un linguaggio colorito cifra stilistica a prova di volgarità.
A dispetto delle regole di etichetta, dietro cui spesso si nasconde tanta ipocrisia, la Littizzetto è diventata modello di una femminilità coraggiosa, pronta a difendere per le proprie idee e il proprio spazio nella società come nella comicità. Non a caso è riuscita a conquistare anche il critico tv Aldo Grasso, che ha scritto sul Corriere della Sera:
“Voto Luciana Littizzetto perché è più sexy delle tette finte della Colombari. E perché nella secolare lotta tra il braccio e la mente, è arrivato finalmente il momento che vinca la mente”.
Lei, sulla sua “responsabilità” rispetto al genere muliebre, si è spesso interrogata con osservazioni molto acute, vedi quelle tratte dal Corriere Magazine nel 2008:
“All’inizio mi accorgevo che ai miei spettacoli ridevano solo gli uomini. C’era come un disagio femminile ad accettare i miei testi, specie su certi argomenti. Adesso è cambiato tutto. Le più scatenate oggi sono le donne. Anche se abbiamo esagerato. Vogliamo lavorare ma anche fare le madri, magari avere una carriera ma anche cucinare, avere il tempo per le amiche e pure quello per noi stesse, oltre naturalmente alle altre tremila cose che pretendiamo di fare ogni giorno. A un certo punto abbiamo avuto voglia di tutto quello che prima non potevamo avere (…) Non sopporto quell’immagine che invece certe manager sono fiere di sentirsi ripetere: ‘Quella c’ha le palle’. Ma si può? È come se, di un uomo di successo, dicessero: quello è proprio uno con le tette”.
Eppure la Littizzetto non ha mai negato di aver “esagerato” agli inizi della sua carriera pur di farsi sentire, precorrendo decisamente i tempi della trasgressione:
“Il personaggio di Minchia Sabbry, ero agli inizi, è arrivato troppo presto. Ma avevo appena finito di insegnare e di Minchia Sabbry erano già piene le classi: figlie dell’emigrazione, spesso col genitore in galera. Ragazzine che quando entravi in aula, ti squadravano: ‘E tu, che minchia mi rappresenti?’. Lì ho capito che potevo recitare: se ti fai ascoltare in classe, ti ascoltano anche nella vita. E comunque, anche lì, l’unico argine sono le donne, perché scatta un effetto-madre: magari ti ribelli, ma con la prof ci parli. Al prof maschio invece manca poco che lo attacchino al muro: è proprio le bulle, che lui non sa come prendere. Sono ragazze che non possono usare la bellezza per fare colpo: diciamo la verità, se le guardi, non ce n’è una figa. E per farsi accettare dai maschi, li imitano. Coerenti al messaggio dei media, oggi tiriamo su ragazzine carine vestite da micromignotte e brutte ragazzine che menano”.
Dalle intemperanze in quel di Mai Dire, con la cameratesca complicità della Gialappa’s Band, al salotto laico della cultura italiana, come lo ha definito lei stessa, Luciana è ora diventata una voce satirica autorevole, appannata qua e là da un pizzico di sovraesposizione negli spot della telefonia mobile.
Il pubblico di TvBlog, però, non ha avuto dubbi, per due anni di seguito, a decretarla personaggio femminile dell’anno. Forse perché il suo segreto è di essere l’anti-primadonna per eccellenza, mediando tra l’ironia di Simona Ventura e l’avversione al divismo di Maria De Filippi, i due poli opposti della televisione italiana che si incontrano ogni settimana nel tempio radical-chic di Fabio Fazio.