Che tempo che fa, puntata del 15 maggio | Tutte le interviste

Inizia Che tempo che fa. C’è un “inizio strepitoso”, sostiene Fazio. C’è Ben Harper: canta chitarra e voce Deeper & Deeper.

Ben parla del suo disco: “La parte meravigliosa della musica è che al 90% interpretazione. In effetti quello che hai è quello che è”. Quindi elogia lo staff di Fazio, “sono tutti molto gentili”. La canzone omonima al suo nuovo album è nata da una conversazione udita fra alcuni giovani skater, “era una conversazione fra ragazzi, mi ha colpito”.

Harper canta di nuovo. Quindi pubblicità.

“E’ con noi un mito”. Tocca a Luciano Ligabue (prima un filmato di Urlando contro il cielo). “Questo libro è un regalo che ti sei fatto per il tuo compleanno”, dice Fazio. Ma è una gaffe: “Il mio compleanno è a marzo”. Iniziamo bene.

“Urlando contro il cielo è una canzone finita in una posizione sfigatissima di un mio album, era la penultima di una tracklist. Da quando abbiamo cominciato a suonarla dal vivo, c’è stato un passaparola e la canzone è diventata un cult”. Il disordine: “Ci affanniamo a dare un ordine alla nostra vita. Vorremmo limitare i danni, evitare gli imprevisti peggiori… ma la vita fa il suo percorso”.

Le storie del libro sono sedici e ruotano attorno alla musica. “La musica nel pentagramma è matematica perfetta. Ma gli effetti della musica sono in disordine, imperfetti ed imprevedibili”.

Si finisce a parlare di Bobby Solo: “E’ di una simpatia estrema. E’ il più grande raccontatore di aneddoti su se stesso”.

“Io provo nostalgia per i periodi in cui la musica aveva più chance di essere ascoltata attentamente. Però sono nostalgie da ascoltatore, anch’io non lo faccio più”, continua Luciano.

Luciano Ligabue sta lavorando ad un concept album: “Sto lavorando a tante canzoni, mi ci sto appassionando sempre più”. E Fazio ricorda il concerto del 24 settembre a Monza: “Siamo partiti dall’esperienza di Campovolo ovvero Il Posto. E’ casa mia con i miei invitati. Ora abbiamo deciso di provare con Monza, ci piaceva l’idea di avere a che fare con la bellezza”.

Pubblicità, fra poco Roberto Saviano.

“Dieci anni fa usciva un libro che ha cambiato la vita dei lettori e del suo autore che nel frattempo è diventato uno dei miei più cari amici”. Ecco Roberto Saviano. C’è la riedizione del libro con un prologo inedito nel quale lo scrittore racconta il suo stato d’animo attuale.

Un filmato racconta gli arresti di camorristi e mafiosi.

Saviano: “Cosa cambia? Si avvicendano le dirigenze, alcuni clan vengono spezzati… ma ritornano o nascono nuovi capi. Le organizzazioni sono le uniche che investono sui giovani, oggi. La loro violenza è il capitale attraverso il quale ottengono la possibilità di fare business”.

Saviano viene accusato di diffamazione: “Credere che raccontare queste storie sia ferire la propria terra è assurdo… E’ proprio il contrario […] Difendo il mio libro, non sapevo a cosa sarei andato incontro”.

Lungo applauso per Saviano. Fazio: “Questo applauso è un paradosso rispetto alla vita della persona che vive sotto scorta ogni istante della sua giornata”. Saviano scrive: “Perché non sono ancora morto?”. “Sono vivo”.

Marco d’Amore, attore (è Ciro) della serie Gomorra, legge un brano del libro.

Arriva Luciana Littizzetto sulle note di Amen di Gabbani. “Vorrei dare un conforto al nostro amico Amadeus. L’hanno fatto nero. Puntata di Mezzogiorno in famiglia, tutti a cantare Vorrei la pelle nera… finisce la puntata, lo schermo va in nero e si sente una voce bianca che continua a cantare: ‘Vorrei la minchia nera’. Era Amadeus. E’ partita un’interrogazione parlamentare, lo vogliono fare nero. Ma povero Amadeus, magari non si ricordava le parole. Oppure era una sua ambizione personale. Come se io cantassi ‘Vorrei le tette grosse'”.

“Nella fiction ormai è sdoganata qualsiasi parolaccia, anche alla Rai. Nel calcio si dan dei froci come… Il parlamento è una vergogna. E vogliamo prendercela con Amadeus. Avere quella roba lì è un’ambizione di tutti gli uomini […] In televisione le scemenze si dicono con il microfono aperto, i moralisti intervengono quando il microfono dovrebbe essere chiuso”.

“Noi ci lamentiamo della televisione italiana, ma anche all’estero non scherzano”. Lucianina parla di un nuovo reality show all’estero: si intitola Voglio essere suora. “E’ un reality dentro un convento. Le suore prendono i voti? Lì prendono i televoti. E’ più o meno la stessa cosa. Io lo chiamerei La grande Sorella”.

In studio c’è un ragazzo di 19 anni che ha scritto il suo primo libro, Mio fratello rincorre i dinosauri. Lucianina: “Lo consigliamo perché Giacomo racconta l’esperienza di un ragazzo down”. “Ho scritto questo libro per la tesina, sta andando bene. Mio fratello è – e sarà per sempre – il mio supereroe”. Bello.

La puntata è finita.