Che Tempo Che fa: l’Auditel cala e l’orario di chiusura ritarda
Che tempo che fa ha gli occhi puntati addosso.
Che Che tempo che fa abbia su di se tutti gli occhi puntati non si può contestare. Il passaggio su Rai 1 doveva sancire il suo successo e portarlo in gloria, invece ha attirato stampa e haters, complice anche l’importante rinnovo di contratto del suo padrone di casa Fabio Fazio e il cambio di casa di produzione (da Endemol alla neonata L’Officina). Tant’è, da inizio stagione non si parla d’altro Dati alla mano, però, non è difficile immaginare che i vertici di Rai 1 si aspettassero qualcosa in più.
Gli ascolti, ottimi nelle prime puntate, sono andati calando. E l’orario di chiusura è stato posticipato di settimana in settimana (si sa, più si chiude tardi, più lo share sale – dovrebbe, perlomeno). Così la prima parte, quella utilizzata per comunicare, finisce sempre più tardi: il 24 settembre durante la prima puntata è finita alle 22.30 per lasciare spazio al tavolo, per poi slittare di settimana in settimana con l’arrivo di Non è l’Arena di Massimo Giletti alle 22.40 (12 novembre), 22.45 (19 novembre) e addirittura alle 22.55 (26 novembre, l’ultima puntata andata in onda). Ma l’Auditel non è cresciuto, anzi: si è passati dal 20,8% della prima puntata al 14,9% dell’ultima, forse proprio a causa dell’arrivo di Giletti su La 7.
Anche la seconda parte, tecnicamente chiamata Il tavolo di Che tempo che fa, sbrodola: la prima puntata è finita abbondantemente prima di mezzanotte (ore 23.50), mentre dal 12 novembre si è passati a 00.15 e a 00.26 delle ultime due puntate. Anche in questo caso lo share non è salito, anzi: si è passati dal 17,9% della prima al 13,4% dell’ultima. E intanto lo Speciale Tg 1 inizia sempre più tardi: cosa ne penseranno i giornalisti della testata diretta fino a pochi mesi fa proprio da Mario Orfeo?