Che tempo che fa, Luciana Littizzetto: “Nei centri antiviolenza ci vadano i violenti, non le donne”
La comica torinese ha declamato una lettera più interessante del solito in merito alla Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne.
Una Luciana Littizzetto più ispirata del solito ha letto ad alta voce a Che tempo che fa stasera su Rai 3 una toccante lettera in occasione della Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che è stata celebrata lo scorso 25 novembre in tutto il mondo.
Le letterine sono ormai diventate un must all’interno dei monologhi della comica torinese: prima riservate solo ai periodi natalizi, ultimamente la Littizzetto scrive letterine per ogni occasione, anche se per un artista deve essere fondamentale non distogliere gli occhi dal proprio pubblico.
La lettera merita di essere discussa in quanto la sua autrice si è resa protagonista di alcune riflessioni particolarmente originali che nel dibattito pubblico non siamo abituati a sentire:
“Nei centri antiviolenza dovrebbero andarci gli uomini violenti, così imparano a non esserlo più: scusate, se c’è un leone pericoloso in giro mettiamo in gabbia le persone? No, mettiamo in gabbia il leone”.
Un clamoroso ribaltamento della prospettiva al quale abbiamo assistito grazie al contributo di una comica, non di una sociologa o di una psicoterapeuta all’interno degli scialbi e retorici dibattiti sul tema in un talk show o in un programma di infotaiment.
La Littizzetto ha continuato lanciando proposte:
“Le donne vanno protette. Ci vorrebbero dei bodyguard. I politici hanno le guardie del corpo, queste donne non hanno nessuno. Abbiamo fatto il green pass che il mondo ci invidia, istruiamo della gente a difendere le donne, facciamo i no pass pass”.
Poco prima di entrare in scena, la comica piemontese ha incontrato dietro le quinte la presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde, (“Abbiamo parlato anche di violenza contro le donne”, ha spiegato a uno stupito Fabio Fazio) annunciata in pompa magna dal conduttore ma la cui intervista è stata abbondantemente superata in brio e brillantezza da quella a Ornella Vanoni.