Che Tempo Che Fa, Saviano contro Salvini: “I porti non si possono chiudere. Chi lo dice mente. Vi prego, informatevi!”
L’invito di Saviano è quello di smontare le bugie, di disinnescare la propaganda, di informarsi e di non seguire i proclami.
Un’umanità in guerra: potrebbe essere questo il titolo del blocco di Che Tempo Che Fa che ha visto ospiti, insieme, Aboubakar Soumahoro, il giovanissimo don Mattia Ferrari, imbarcato sulla Mare Jonio della Mediterranea, e Roberto Saviano in collegamento da New York.
Lo scrittore, che sarà ospite in studio la prossima settimana, è intervenuto a sostegno delle testimonianze – dirette, asciutte, preziose – di Don Mattia e Aboubakar. Il primo ha raccontato la nascita di Mediterranea, non una ONG ma “una piattaforma civile di aiuto, nata perché quando tra 30 anni i nostri figli ci chiederanno cosa abbiamo fatto avremo una risposta” dice il vicario 26enne che chiude però il suo intervento con una speranza per il ritorno all’umanità; il secondo, oggi sindacalista, ha ripercorso le sue esperienze di bracciante sfruttato da proprietari terrieri rigorosamente italiani.
Saviano, dallo stile più ‘predicatorio di don Mattia, ribadisce in modo piuttosto perentorio che la necessità è quella di smontare le menzogne come unico mezzo per ritrovare i concetti fondamentali dell’umanità.
“Lavoro, felicità, umanità sono concetti prepolitici. Dobbiamo raccontarci quelle che sono le basi della nostra civiltà?” chiede Fazio. Saviano risponde:
“Lavoro, felicità, umanità, giustizia sono parole diventate impronunciabili, anche dalla Sinistra, perché abusate, come la parola ‘Amore’. Si pensa alla felicità come qualcosa di individuale. Parlare di diritti, smontare le menzogne che vengono dette è l’unico modo per riavvicinarci alla forza di queste parole”.
Le menzogne sono tante. Un esempio?
“I porti non sono chiusi. Non si possono chiudere. Vi prego, chi mi sta ascoltando, si informi. I morti non sono diminuiti, semplicemente stanno togliendo di mezzo i testimoni. Si attaccano i migranti perché bisogna trovare un nemico. Stanno promettendo di difendere i diritti togliendoli agli altri. Non è così. I diritti sono universali o non lo sono”.
C’è chi vuole dividere l’umanità, classificandola, opponendo fazioni. La sparatoria di Napoli, con il ferimento di Noemi – 4 anni -, diventa un’occasione per ricordare che in fondo tante differenze non ci sono.
“In Camorra ci si spara come in guerra: bisogna colpire per non essere colpiti. Non esiste il ‘ferito per errore’: chi spara in quelle situazioni, sa che ci possono essere altri morti. Chi muore in mare sta scappando per una vita migliore e perché in guerra. E’ tutta un’umanità in guerra- Non si può pensare di potersi chiudere pensando di dare una priorità alle nostre vicende, spesso identiche a quelle che avvengono altrove, che avvengono per mancanza di lavoro, di propaganda, quella propaganda che al Sud racconta che i migranti arrivano per rubare lavoro e delinquere. Ma tutti gli spacciatori stranieri fanno capo sempre alle mafie italiane. Sempre”.
Gli argomenti non mancano: Saviano continuerà a parlarne la prossima settimana.