Che Tempo Che Fa chiude. Fazio: “Ci rivedremo, il dove non è così importante”
Fabio Fazio, in chiusura di Che tempo che fa, fa capire che potrebbe cambiare rete
Sono giorni che si rincorrono voci sul futuro di Fabio Fazio. Chi lo vorrebbe conduttore di altri programmi Rai – si ipotizzava addirittura un ritorno a Quelli che il calcio -, chi invece parla di trattative in corso con La7. E’ proprio Fazio, nella puntata di Che tempo che fa chiusasi qualche decina di minuti fa, ad alimentare ulteriori sospetti sul suo possibile passaggio. Salutando il suo pubblico, ha infatti dichiarato:
Questo programma in autunno ci sarà. Questo programma s’ha da fare, ci rivedremo. Il dove…non è così importante. L’importante è ritrovarci e non perderci di vista, e questo non accadrà
Il conduttore ha parlato anche della proposta della rete di iniziare, dalla prossima stagione televisiva, ad andare in onda anche il lunedì (probabilmente per trainare i film, che solitamente hanno scarso riscontro), nonché di fare un’altra edizione di Vieni via con me. Fazio, a quanto dice, avrebbe accettato con entusiasmo, ma ad oggi nessuno si è degnato di fargli sapere quale sarà il suo futuro. Si sa solamente che il suo contratto è in scadenza…
Nella sua ottava edizione, iniziata il 2 ottobre 2010, Che tempo che fa, programma prodotto da Endemol Italia in collaborazione con RaiTre, ha realizzato 65 puntate ed ospitato oltre 160 personalità italiane ed internazionali del mondo della cultura, dell’attualità e dello spettacolo. Ha realizzato, per il sesto anno consecutivo, un ascolto medio superiore al 14% di share, pari a circa 4 milioni di telespettatori.
Tra i tanti ospiti di questa ottava edizione ci sono stati anche Robert De Niro, Tony Blair, David Grossman, Robert Plant, Emma Marcegaglia, Javier Marias, Phil Collins, Jonathan Franzen, Nanni Moretti, Ken Follet, Ian MacEvan, Annie Lennox e molti altri. Nell’ultimo week-end di messa in onda, Fazio ha ospitato Daniela Bongiorno, Salvatore Accardo con l’Orchestra da Camera Italiana, il premio Nobel Mario Vargas Llosa, Mario Calabresi e Renzo Arbore con Gianni Boncompagni.