Che tempo che fa (anche per Boncompagni)
Sembra difficile poter essere davvero critici con Che tempo che fa. I principali detrattori del programma sono in realtà detrattori di Fabio Fazio, di cui generalmente non condividono i modi e i toni dimessi. Chi scrive, qui, pensa invece che quello di Fazio sia uno stile condito da sublime ironia e non si vergogna del
Sembra difficile poter essere davvero critici con Che tempo che fa. I principali detrattori del programma sono in realtà detrattori di Fabio Fazio, di cui generalmente non condividono i modi e i toni dimessi.
Chi scrive, qui, pensa invece che quello di Fazio sia uno stile condito da sublime ironia e non si vergogna del suo indiscusso amore per il programma.
Amore che, va detto, non è isolato né esclusivo, come confermano i risultati più che lusinghieri che il programma continua a ottenere in termini di ascolti (inclusa ma non ultima la puntata di ieri, con Rania di Giordania, Dario Fo e gli Inti Illimani).
Ai margini di un pezzo di Silvia Fumarola su La Repubblica di oggi, in cui si parla – ma guarda un po’! – della crisi del Grande Fratello, si riporta un virgolettato di Boncompagni. Eccolo.
[La tv] è brutta, bacchettona, democristiana, ha fatto danni irreversibili- Ma la RAI ne ha fatti di più perché dura da più tempo. Che tempo che fami sembra l’unico esempio di tv laica.
Dove “laico”, qui, è uno degli aggettivi di complimento – mi si perdoni questa licenza in analisi grammaticale – più belli che si possano attribuire a un programma televisivo.