Ad un certo punto Geppi Cucciari si è dovuta “arrendere“: “Alzi la mano chi è etero!“. Al panel di Che succ3de?, infatti, programma dell’access prime time di Rai3 giunto alla seconda stagione, partecipano tantissime persone omosessuali, dando vita a un microcosmo interessantissimo dal punto di vista antropologico.
Per chi non fosse pratico di Che succ3de?: il panel altro non è che un pubblico parlante da casa, un escamotage che la trasmissione inventata da Geppi e Luca Bottura aveva escogitato per sopperire all’assenza delle persone in studio. L’idea aveva già funzionato benissimo durante la prima edizione e nel corso della successiva è stata intelligentemente mantenuta, nonostante l’Italia non stia vivendo più l’emergenza sanitaria di dodici mesi fa (anzi, i partecipanti sono passati da 40 a 80).
Chiariamo subito che la presenza di persone appartenenti alla comunità LGBTQ+ sicuramente è del tutto casuale. Probabilmente sono proprio queste a candidarsi in misura preponderante rispetto alle altre, con la conduttrice – sempre eccellente nelle interazioni con i suoi panelisti – che “non guarda in faccia a nessuno“: per lei sono tutti uguali, non ci sono buonismi, non c’è enfasi.
Così Geppi Cucciari quando pone i suoi quesiti si collega con l’imprenditore emigrato a Londra e sposato con suo marito (un’informazione che non ha per nulla il sapore di una rivelazione o di una rivendicazione), con un uomo alle cui spalle campeggia una bandiera arcobaleno, con ragazzi aitanti riguardo ai quali raccomanda alle telespettatrici di non farsi illusioni. Addirittura, un panelista rivela di aver flirtato con il figlio di una paziente in ospedale che versava in non ottime condizioni di salute.
Sembra perfino banale scriverlo, ma in questo programma tutti vengono presentati come persone normali, calate nella quotidianità, mostrando ironia e a volte anche un certo cinismo. E questo funziona molto nei riguardi di chi serba dei pregiudizi nei confronti di ogni tipo di minoranza, anzi sarebbe bello se tra i panelisti vi fossero un giorno anche persone immigrate, lesbiche e transgender.
Che succ3de? ci impartisce quindi un grande insegnamento, ovvero che la conoscenza dell’altro passa attraverso il riso e la condivisione.