Che ne è stato di The Kumars?
Nel panorama del sit-show che abbiamo delineato qualche post fa abbiamo trascurato un’annosa questione: The Kumars s’ha da fare? In occasione delle Telegrolle 2006, mentre si lanciava un progetto andato in porto come Buona la Prima, si è accennato di uno strampalato acquisto, ancora una volta legato al filone della sitcom sperimentale:E’ infine c’é una
Nel panorama del sit-show che abbiamo delineato qualche post fa abbiamo trascurato un’annosa questione: The Kumars s’ha da fare?
In occasione delle Telegrolle 2006, mentre si lanciava un progetto andato in porto come Buona la Prima, si è accennato di uno strampalato acquisto, ancora una volta legato al filone della sitcom sperimentale:
E’ infine c’é una sit-com senza copioni ‘De Kumars’: uno show che è in parte un talk e in parte una sit-com ambientato nella casa di una famiglia con un figlio viziato al quale i genitori hanno costruito nel giardino uno studio televisivo. In ogni puntata è previsto l’arrivo di due celebrità. (ANSA)
A importare il format dalla Bbc sarebbe stata ancora una volta Fatma Ruffini, direttrice responsabile del settore sitcom oltre che dei programmi RTI, sottolineando l’enorme successo riscosso in territorio anglosassone.
Ai tempi dei rumors su The Kumars, si vociferava dell’ipotetica scelta di Michelle Hunziker come personaggio femminile.
Prima di proseguire con i se e con i ma, scopriamo insieme che cos’è The Kumars.
The Kumars at No 42, trasmesso di recente sul canale Bbc Prime di Mondo Sky, è a metà tra una sitcom e un talk show. I Kumars sono una famiglia anglo indiana che ha un’idea a dir poco originale: organizzare un talk show con vere celebrità a casa propria, al numero civico 42 .
Questa bizzarra mescolanza ha letteralmente conquistato l’Inghilterra e vanta imitazioni in America, Australia, Olanda, Germania e Israele.
Kumars, tipica famiglia indiana trapiantata in Inghilterra, vivono a Wembley, a nord di Londra. Persone alquanto singolari hanno spazzato via il giardino costruendo al suo posto una sorta di studio tv dove organizzano un vero e proprio talk show con ospiti importanti.
Il risultato è un vero e proprio salotto in cui si chiacchiera e si fanno interviste, dove molte celebrità sportivamente hanno accettato di essere anche messe in ridicolo.
Lo show (Hat Trick Productions), lanciato nel novembre 2001 nel Regno Unito sul canale BBC-2 e andato in onda fino al 2006, si ispira, con le dovute differenze, ad un altro programma radiofonico e televisivo della BBC con protagonisti Sanjeev Bhaskar e Meera Syal, lanciato nel 1998 e intitolato ‘Goodness Gracious Me’, che presenta una serie di sketch con personaggi angloindiani.
Parlando di ricezione italiana, l’idea fino a qualche anno fa poteva sembrare innovativa, ma ormai l’abuso di atmosfere conversevoli-improvvisate in tv rasenta il cazzeggio. E, soprattutto sappiamo ammettere, pur senza risultare razzisti o poco avvezzi al melting pot, che da noi l’innesto indiano alla Sognando Beckham non ha mai funzionato troppo bene.
Prendete la ridicola stereotipizzazione imperante nell’ultimo Medico in Famiglia o il telefilm fantasma Sweet India andato in onda di mattina su Raidue.
E a tal proposito ci sarebbe anche un’altra piccola curiosità. Ai tempi dell’annuncio di The Kumars, risalente al 2004 e poi riconfermato nel 2006, si prevedeva per il 2005 una commedia televisiva con Massimo Boldi nei panni di un ex-figlio dei fiori, che dopo trent’anni passati in un eremo in India tornerà in Italia ignaro di quanto è accaduto nel frattempo nel mondo e scoprirà di avere un figlio già adulto.
Mediaset deve avere messo quest’idea nel cassetto, sostituendola con Il Ciclone in famiglia, che vedrà per un’ironia della sorte – nella terza edizione in partenza – la famiglia Fumagalli catapultata in India con tanto di costumi di scena.
Divagazioni a parte, se pensate che il sit-show, questo sconosciuto, non ha ancora trovato la sua formula vincente, c’è ancora molta strada da fare in termini di riadattamento.
Per quanto la curiosità resta: se il format è stato acquistato e annunciato, che ne è stato?