Che coraggio, Tgcom!
Ogni tanto va detto: onore al merito. Anche un sito easy come Tgcom mi riserva delle perle che non posso non segnalarvi. Dopo i brillanti editoriali di Francesco Specchia, che qualche tempo fa spese belle parole a favore di questo blog, leggo sempre con interesse gli articoli al vetriolo di Alberto D’Amico, un giornalista che
Ogni tanto va detto: onore al merito.
Anche un sito easy come Tgcom mi riserva delle perle che non posso non segnalarvi. Dopo i brillanti editoriali di Francesco Specchia, che qualche tempo fa spese belle parole a favore di questo blog, leggo sempre con interesse gli articoli al vetriolo di Alberto D’Amico, un giornalista che ha il coraggio di esporsi con provocazioni e opinioni straordinariamente sferzanti. Su Tgcom cura una rubrica, Extension, in cui mette alla berlina con fine ironia le stranezze della tv.
Molto spregiudicata ma pienamente condivisibile la sua visione del talk show d’annata, in cui tiene in serbo una stoccata per tutti. A partire da Maurizio Costanzo, che a suo dire ha inventato il nuovo format delle parrucche liberamente ispirate alle chiome di Milly Carlucci e pronte per l’uso di psicodrammi in diretta.
Bruno Vespa, invece, ne avrebbe coniato un altro, divenuto di sua specialità, e legato al suo fare piuttosto compiacente, che lo vede destreggiarsi magistralmente nei macabri attentati all’infanzia.
Conclude, l’ottimo D’Amico, con la fenomenologia di Marzullo, definito un format vivente per aver mantenuto indenne il cuoio capelluto all’usura del tempo.
Visto il carattere paludato e scontato di larga parte della critica televisiva, un’analisi così fantasiosa non può che essere ben accetta.