CentoVetrine piace al Time e alle vecchie glorie della fiction. Dall’autunno 2009 la sua erede in prime time
Se il prime time continua a fare strage mediatica, è il set di CentoVetrine (commentata tutti i giorni dai solerti colleghi di Blogapuntate) a far gola a tutti gli attori del momento, oltre a quelli che il momento d’oro l’hanno perso e lo rivogliono. Perché lì l’ascolto è assicurato, il contratto pure e, se il
Se il prime time continua a fare strage mediatica, è il set di CentoVetrine (commentata tutti i giorni dai solerti colleghi di Blogapuntate) a far gola a tutti gli attori del momento, oltre a quelli che il momento d’oro l’hanno perso e lo rivogliono. Perché lì l’ascolto è assicurato, il contratto pure e, se il tuo personaggio funziona, hai diritto a un vitalizio a tempo quasi indeterminato, per giunta nel quotidiano più seguito di Canale 5 dopo Striscia la Notizia. E’ quanto emerge da un interessante servizio firmato da Dea Verna sul settimanale Oggi, che getta luce sul fenomeno di emigrazione in massa dei volti della fiction di una volta, diretta appunto verso i lidi della soap.
A capeggiare il nuovo clan dei Castelli ci sono due vecchie glorie come Caterina Vertova e Lorenzo Majnoni, mentre da gennaio si riapproprierà della scena – dopo qualche recente cameo – Roberto Alpi, lo storico Ettore Ferri. Interessante, invece, che un altro veterano mai uscito dal cast, come Pietro Genuardi, stigmatizzi l’errore compiuto da molti suoi colleghi, che sperando di trovare di meglio altrove hanno perso la poltrona:
“Tanti colleghi, giovani e incoscienti, se ne sono andati sognando di diventare grandi attori. E invece ora sono i grandi attori a venire qui. Vivere cinque giorni su sette a San Giusto Canavese non è il massimo della vita. Però ho 46 anni, e questo lavoro mi piace e mi garantisce stabilità economica: meglio di così…”.
L’attore ha una visione precisa in merito al riscontro inarrestabile di CentoVetrine anche in tempi di crisi, ovvero la totale evasione dalla realtà:
“Dobbiamo ringraziare la crisi. Gli italiani hanno bisogno di sognare e allora guardano Centovetrine per rifarsi gli occhi con aerei privati, macchine di grande cilindrata, appartamenti di lusso che nella vita non avranno mai. Ormai siamo tutti disillusi: abbiamo capito che il miracolo italiano non esiste, se non grazie a nepotismo, raccomandazioni e connivenze politiche. Quindi tanto vale rilassarsi con le vicende di un’upper class inesistente. Centovetrine è la summa di tutte le soap di successo degli ultimi vent’anni. C’è un po’ di Tempesta d’amore, perché i personaggi sono in perenne tempesta ormonale, Dynasty perché è una saga familiare, Dallas perché la location è preponderante, Anche i ricchi piangono perché i protagonisti sono facoltosi ma sfortunati”.
A differenza di Vivere, che imbroccando la strada dei sentimenti a senso unico è giunta al capolinea, CentoVetrine ha fatto invece di sesso e potere il suo elisir di lunga vita, indenne a qualsiasi ricambio del cast. Non è un caso, dunque, che in quel di MediaVivere gli affari vadano benissimo e che così commenti “il fantomatico sorpasso di Beautiful” il responsabile dell’area fiction di Rti Angelo Florio:
“Torino batte Los Angeles. La soap italiana piace di più perché ambientata in una città riconoscibile, non in un anonimo studio di posa americano. E poi, la Tv generalista sarà anche in crisi, ma i prodotti solidi resistono, eccome. Tanto che stiamo pensando di lanciare una super soap in prima serata in autunno, proprio grazie al successo di Centovetrine”.
Il capo-sceneggiatore Paolo Girelli ha, invece, coniato una ricetta d’effetto per lo stato di salute della soap:
“Siamo il Sole 24 Ore della soap italiana. Non è un paragone strampalato, ve l’assicuro: per la prima volta abbiamo introdotto in uno sceneggiato pomeridiano consigli d’amministrazione, quote azionarie, rialzi di capitali”.
Una formula che, a quanto pare, ha stuzzicato l’interesse anche del Time, con un’interpretazione internazionale del caso CentoVetrine:
“Qui a farla da padrone è l’alta finanza. Era un rischio: poteva risultare un ambiente freddo. E invece la holding si è rivelata il teatro perfetto di intrighi e passioni, di sex and suffering in the afternoon, sesso e sofferenze al pomeriggio, come ha scritto il Time riferendosi a prodotti come il nostro”.
Peccato che questo sex and suffering preveda anche scene ad alto tasso di erotismo per una fascia protetta, a cui si aggiungono rivalità e rincorse del denaro davvero spregiudicate. Nonostante tutto questo CentoVetrine continua la sua battaglia dell’assurdo, conscia del fatto che più la trama è estrema (e hot) più cattura il telespettatore.
Persino Luca Capuano, interprete di Adriano Riva nella soap ma anche “amante” di Elena Sofia Ricci in Amiche Mie, ha dichiarato più trasgressivo il suo ruolo a CentoVetrine che quello nell’erede italiana di Sex & The City…