Home CentoVetrine Centovetrine, Giorgio Borghetti a Tvblog: “Tra il dottor Bandini e Carol ci sarà una bellissima storia d’amore”

Centovetrine, Giorgio Borghetti a Tvblog: “Tra il dottor Bandini e Carol ci sarà una bellissima storia d’amore”

Giorgio Borghetti è una delle new entry di Centovetrine: l’attore racconta a Tvblog questa esperienza nella soap di Canale 5

pubblicato 4 Aprile 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 06:06

Da pochi giorni Giorgio Borghetti ha fatto la sua apparizione in video, nelle nuove puntate di Centovetrine. L’attore, che ha prestato il volto a personaggi di successo della fiction italiana, racconta a Tvblog questa nuova avventura nella soap di Canale 5. Se pensate, però, di avere delle succose anticipazioni su quello che accadrà al dottor Giorgio Bandini, il suo personaggio, resterete delusi: le bocche sono cucite, anche perché non si vuole togliere ai telespettatori la sorpresa di vedere gli sviluppi delle storylines.

Il mio personaggio avrà un’evoluzione molto complessa. Sicuramente si svilupperà il suo rapporto con Carol. Tra i due ci sarà una bellissima storia d’amore.

Questa l’unica dichiarazione che riusciamo a strappare all’attore, che quindi ci assicura che la storia d’amore con la Grimani saprà appassionare il pubblico.

Quali sono le caratteristiche del dottor Bandini che ti sono piaciute di più e quelle che invece ti sono piaciute di meno?

Di Giorgio Bandini mi è piaciuta subito la sua grande dedizione al lavoro, la sua disponibilità nell’aiutare gli altri e la sua grande fermezza nel momento in cui prende una decisione, anche se questa scelta può risultare scomoda. Quello che non mi è piaciuto non posso dirlo, perché anticiperebbe troppo della trama, però posso dire che riguarda la sua vita privata.

C’è qualcosa che ti accomuna al tuo personaggio?

Nel campo lavorativo sicuramentre la serietà e professionalità, mentre nella sfera personale anch’io sono un romantico, proprio come lui.

Cosa ricordi del momento in cui è diventato ufficiale che il personaggio del dottor Bandini era tuo?

Quando mi hanno proposto questo ruolo sono stato naturalmente molto felice, anche perché me ne sono innamorato subito appena ho letto le scene che mi avevano mandato.

Centovetrine Giorgio Borghetti e Marianna De Micheli 3070 - 009
Dopo aver preso parte a questa esperienza, quale credi che sia il punto di forza della soap, ciò che le permette ancora di avere ampio seguito nonostante i tanti anni di messa in onda?

Credo che il punto di forza di una soap siano le storie d’amore. Certo anche le trame più complesse e in qualche modo “nere” affascinano, ma il pubblico vuole innamorarsi insieme ai personaggi che vede. E in tutti questi anni A Centovetrine ci sono state tante storie d’amore che hanno fatto sognare.

Conoscevi già qualcuno dei tuoi colleghi di set? E che aria si respirava durante le riprese?

Sì, conoscevo qualche collega, anche se non avevamo mai lavorato insieme e posso dire che sul set si respira un’aria molto piacevole. Con molta professionalità e in un ambiente rilassato. Tutta la troupe è composta da seri professionisti che garantiscono un’ottima qualità al prodotto.

Per te che arrivi dalle fiction di successo Rai e Mediaset, come è stato lavorare sul set di Centovetrine? Hai riscontrato delle differenze nel tipo di lavoro?

Ad essere sincero ero un po’ preoccupato dei ritmi che pensavo di trovare sul set di una soap. Invece, superato l’ostacolo della quantità di scene da studiare al giorno è stato molto facile inserirsi in un meccanismo perfetto, oliato appunto alla perfezione, dopo tanti anni di lavorazione. Le differenze con le altre fiction sono di tipo tecnico e non vorrei annoiare, comunque posso dire che bisogna essere sempre in tensione e concentrati perché i bravissimi operatori quando ti riprendono possono “rubarti” un primo piano senza che magari tu lo sappia. Però questo rende ancor più stimolante il lavoro. Su altri set, nelle fiction, i primi piani spesso vengono girati a parte perché viene fatto un cambio di luci. Altre volte non avviene neanche lì perché si gira con due macchine da presa. Insomma un attore non si annoia mai.

Nello stesso periodo, nella soap, sono arrivati anche Galatea Ranzi e Enrico Lo Verso, anche loro alla prima esperienza in questo campo. Credi stia venendo meno, tra voi attori, quella sorta di pregiudizio che c’era nei confronti del genere soap?

Ad essere sincero la parola pregiudizio mi fa inorridire, perché per esempio agli inizi della mia carriera il doppiaggio non era inserito nel mio curriculum per i pregiudizi nei confronti del doppiaggio stesso. Per me un attore se si impegna e studia può fare tutto, con umiltà e professionalità. Quando mi chiedono “Perché Centovetrine?”. Io rispondo “Perche no?”

giorgio-borghetti

Recentemente ti abbiamo visto anche in Un matrimonio di Pupi Avati, su Raiuno. Che esperienza è stata lavorare con un regista del suo calibro?

Lavorare con un mostro sacro, un maestro come Pupi Avati è stata un’esperienza incredibile. Quando non ero impegnato con le mie scene rimanevo comunque sul set perché vederlo all’opera è veramente costruttivo. Riesce a trasmettere ai suoi attori, che lui veramente ama, tutte le emozioni che ti chiede e si riesce a respirare un’atmosfera familiare.

Tra tutte le fiction a cui hai preso parte, ce n’è una di cui conservi un ricordo speciale?

Sono inevitabilmente legato a tutti i lavori che ho fatto e a tutti i personaggi che ho interpretato, ognuno per motivazioni diverse. Mi viene in mente però il primo ruolo che ho avuto nella fiction ‘Una donna per amico’, in un episodio della quale interpretavo PPino, il meccanico. Stavamo girando una scena in una vera officina, io ero vestito con la classica tuta da meccanico; mi si avvicina una signora dicendomi che aveva la sua auto lì vicino in panne e io le rispondo che ero un attore e che non sapevo come aiutarla. Ero entrato nel ruolo! Ero credibile! (ride, ndr).

Sei anche doppiatore. Quale è il personaggio che più ti è piaciuto doppiare?

In quasi 35 anni sono chiaramente tanti i personaggi che ho doppiato, ma quello a cui sono più legato è Elliot, il bambino di ET, perché è stata la prima cosa importante che ho fatto.

È più facile o più difficile dover prestare a un personaggio solo la voce e non il volto?

Non è né più facile né più difficile, sono semplicemente due cose diverse.

Per l’intervista si ringrazia Katya Marletta press agent

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