Centovetrine a Natale – Tvblog intervista Michele D’Anca, l’interprete di Sebastian Castelli
Michele D’Anca è Sebastian Castelli, il tycoon dagli occhi verdi di Centovetrine – Tvblog l’ha intervistato per Natale
I fan di Centovetrine lo sanno: oggi va in onda su Canale 5 l’ultima puntata inedita prima delle vacanze di Natale, e – salvo repliche già previste nelle prossime due settimane – i personaggi della soap torneranno alle loro avventure torinesi (e non solo) dal 7 gennaio 2013. Tra l’altro, proprio a partire da quella settimana e più precisamente dal 13 gennaio, Centovetrine raddoppierà, abbinando alla consueta striscia quotidiana un appuntamento speciale della durata di due ore, in onda ogni domenica sera, sempre su Canale 5.
Quello che i fan di Centovetrine non sanno è che su Tvblog abbiamo deciso di far loro gli auguri di Natale con un’intervista esclusiva a Michele D’Anca, l’attore che da tre anni interpreta Sebastian Castelli e che già – intuendo le potenzialità di quella new entry in anticipo sui tempi, come ci piace fare in Blogo – intervistammo su Blogapuntate in occasione del suo ingresso nella soap. Se siete curiosi di sapere cosa pensa delle storie (e delle donne) che gli autori gli hanno riservato, quanto contano l’improvvisazione e il lavoro sul set, e – perché no? – cosa farà a Natale… vi auguriamo buona lettura!
Torniamo a intervistarti dopo 3 anni di lavoro a Centovetrine: hai trovato nella soap quello che ti aspettavi? Il bilancio è fatto di più o di meno?
Il mio bilancio è certamente più che positivo, e per tanti versi: sia dal punto di vista produttivo, che conoscevo avendo già fatto la soap “Ricominciare”, perché ho trovato validi professionisti, una macchina rodata e diversi attori validi, sia da quello personale, perché dopo tre anni vedo il mio lavoro apprezzato, il mio personaggio molto amato e anche la notorietà, che per un attore e per gli addetti ai lavori è importante, ne ha beneficiato.
In tre anni che cosa è cambiato in Sebastian e che cosa in Michele D’Anca?
In Sebastian tantissimo, anche troppo (sorride). Nelle soap succede questo: con il tempo gli autori cuciono il personaggio addosso agli attori e determinate scelte si fanno anche per sfruttare tutte le potenzialità che un interprete può avere. E a volte anche a seconda di come si possono disporre i personaggi nelle trame. E quindi, a seconda di quello che serve ci possono essere scelte ed evoluzioni “un po’ più sofferte”, trasformazioni un po’ troppo radicali, che però come attore sono interessanti, perché permettono di trovarsi in situazioni completamente diverse. Spesso emotivamente contrastanti. Quindi diciamo che così come la recitazione è l’arte della trasformazione, il bello del mio personaggio è proprio questo: trasformarsi ed essere emotivamente ampio, anche se a volte si perde coerenza psicologica, ma più spesso, purtroppo o per fortuna, ci azzeccano alla grande. In me…
In me… sicuramente lavorare così a lungo ti da una stabilità economica ma soprattutto quella emotiva. E professionalmente provarsi tutti i giorni sul set è importante. Poi con la popolarità le cose cambiano. Come… non lo so: alla fine io non amo molto i giochi d’immagine, delle vetrine, dei presenzialismi o apparire ovunque ad ogni costo. Però arrivano quotidianamente le conferme su ciò che ho sempre sentito: il fatto che il mio modo di lavorare potesse essere interessante. E le conferme più belle arrivano dalla gente comune, semplice… che mi avvicina dicendo che apprezza il mio personaggio ma soprattutto il mio modo di renderlo e la ricerca della qualità. Ecco questa è la cosa più bella.
Scene osé sì, scene osé no. Qualche anno fa ci fu una lunga polemica sulla sovrabbondanza di quelle scene a Centovetrine. Poi per un periodo sono sparite del tutto. Secondo te qual è la giusta misura?
Forse l’equilibrio che c’è nelle scene in onda adesso è quello perfetto: i problemi all’epoca vennero riconosciuti da tutti ma soprattutto ciò di cui ci si rese conto era la gratuità di alcune scene, che a livello drammaturgico non raccontavano niente. Erano situazioni erotiche che non servivano, anzi spesso infastidivano. Ora siamo arrivati all’equilibrio: lì dove situazioni più intime raccontano qualcosa nella coppia, ben vengano: la soap è fatta anche di queste cose. Ma soprattutto per l’orario sono scene che vanno fatte con gusto, con classe e senza volgarità.
Sebastian ha avuto molti momenti e molte storie. Qual è stata la linea narrativa che ti è piaciuta di più da interpretare?
La morte di Rossana (Caterina Vertova) e la ricerca del colpevole, che era poi Valentino Piperno (Riccardo Leonelli). Credo che il dolore di Sebastian in quel momento sia stato gestito molto bene dagli autori, forse fu l’unico a vivere il lutto in una maniera credibile.
Poi devo dire che è stato molto interessante per me come attore il momento della follia, quando Sebastian è partito per la casa di montagna in un paese dell’est: è stato un momento strano e atipico per una soap, ma come attore mi è piaciuto molto far vedere il personaggio sotto un’altra ottica, con tutta l’evoluzione e con tutte le difficoltà relative, come il rendere l’ubriacatura o il “sentire le voci” e rendere tutto questo credibile giocando su scelte stilistiche diverse.
Anche le ultime scene con Matilda (Giusi Cataldo) mi sono piaciute molto, ma lì soprattutto per l’interazione tra attori: mi sono trovato molto bene con Giusi e nelle scene queste cose si vedono. E poi quello era un momento emotivo notevole del personaggio, abbiamo provato a scavare e a far uscire in maniera bella un vissuto che in realtà non c’era mai stato nella soap… son cose che riescono quando due attori si trovano bene.
Ed è interessante anche il rapporto che si sta per sviluppare ora con Margot. Un tipo di trama più moderna tra una ragazza giovane e un uomo più adulto, che porta più sull’attualità. Gaia Messerklinger è un’attrice giovane, fresca, all’altezza della storia. Non so come la prenderà il pubblico (ride) secondo me non tutti saranno d’accordo con Sebastian, però io mi sono divertito! Anche perché alla fine la donna di Sebastian è Laura (Elisabetta Coraini) e Laura sarà, anche se dopo tre anni ci potranno essere dei cambiamenti… dopo aver interagito in tutte le forme con lei e avere amato tutte le interazioni possibili…
Devo dire che con la Coraini mi sono trovato benissimo, abbiamo avuto da subito un feeling molto bello: mi piace moltissimo la sua impostazione nel modo di essere attrice. Lei ha studiato in America, io con Strasberg, c’è in entrambi il tentativo di rendere le cose reali, a volte con l’improvvisazione, coi dialoghi che si sentono in quell’istante. L’ultima volta nelle puntate in onda è successo su quella battuta che è stata citatissima online, quando lei ha concluso una scena di dichiarazioni d’amore da parte mia con quel “Mangia!” così azzeccato… che era una risposta improvvisata al mio “Ti voglio!” altrettanto improvvisato. Sono momenti che tirano fuori cose vere che funzionano, soprattutto nei finali. Mi ricordo un’occasione analoga in “La narcotici”, in cui il mio personaggio concludeva un incontro criminale travestito da pranzo di lavoro con un improvvisato e verissimo “Bono ‘sto prosciutto!”… Sono quelle cose che danno un sapore vero su un finale che non ti aspetti.
Se dovessi convincere uno spettatore a vedere le prossime puntate di Centovetrine cosa gli diresti?
Che stanno partendo storie belle che avranno sviluppi futuri interessanti. Sebastian sta per tornare alla Holding Ferri, succederanno tantissime cose che lo coinvolgeranno. A un certo punto quasi tutte le linee narrative coinvolgevano il mio personaggio (sorride), quando le giravamo non sapevo più a chi dare i resti!
Tra l’altro prima parlando delle storie belle non ho citato il periodo con Cristiano (Rubens Rigillo), quello del poker. Mi è molto piaciuto girare con lui perché è un attore bravo che viene dal teatro e quando hai a che fare con gli attori che hanno esperienza di palcoscenico è tutta un’altra musica. Mi spiace aver interagito poco con Roberto Alpi (Ettore Ferri nella soap), infatti, e anche con Marianna De Micheli (Carol Grimani) e con Linda Collini (Cecilia Castelli). Cacchio, Cecilia è mia nipote e ci siamo visti tre volte sì e no… è un peccato! Tra l’altro è pure la figlia di mio fratello e della donna che ho amato… e invece con Raffaello Balzo (Niccolò Castelli, fratello di Cecilia, ndr) ci siamo visti di più… devo dire con scene carine, il cazzotto, “Vai a pescare sardine…” (anche questa è una battuta inventata lì per lì); lei è l’unico personaggio della mia famiglia praticamente assente dalle mie trame e infatti ogni volta che abbiamo una scena è una mezza festa e ce lo diciamo.
Una linea altrui che avresti voluto interpretare.
Direi la linea di Zeno (Massimiliano Vado) quando faceva il boxeur. Era interessante dal punto di vista attoriale. Poi Vado è stato bravo, ha praticato la boxe e conosceva quel mondo.
Sebastian è circondato da donne bellissime e particolari. Un commento su ciascuna di esse e su cosa significano per Sebastian.
Rossana (Caterina Vertova) – Rossana significa moltissimo: è l’arrivo di Sebastian, la sua entrata in scena. Un bel momento, un confronto con un personaggio comunque forte, fortissimo nel bene e nel male, e con un’attrice forte. È stato un banco di prova molto importante per Sebastian anche per capirne la tenuta.
Laura (Elisabetta Coraini) – La stabilità, sentimentale ma anche lavorativa, perché affidare un compagno a un’attrice storica come la Beccaria vuol dire dare credito ad attore e personaggio. Il piacere di recitare.
Matilda (Giusi Cataldo) – C’è stato poco, potevano tirare fuori tante cose, e invece i nostri ruoli hanno preso altre strade, Matilda è andata via proprio quando potevano tirare fuori tantissimo. Un rimpianto per non aver potuto interagire di più con un personaggio che invece poteva svilupparsi, stabilire un rapporto, riscoprire il passato. Avendo interagito poco, quando abbiamo cominciato e quando si è creata intesa si poteva costruire qualcosa… ma quando abbiamo trovato quell’intesa non avevamo più scene! Quelle poche volte in cui è rientrata (Matilda Castelli, interpretata da Giusi Cataldo, tornerà per due volte nelle puntate tra gennaio e giugno 2013, ndr) e abbiamo avuto scene è riscattato subito qualcosa, vediamo che succede in futuro…
Viola (Barbara Clara) – Forse la donna più importante della sua vita, Sebastian le è molto legato e con lei ci sono stati bellissimi momenti, dovuti anche al rapporto personale che abbiamo io e Barbara, siamo molto legati da una bella amicizia. Lei è più giovane, ha iniziato qui, io ho cercato di aiutarla. È una ragazza molto istintiva, si è trovata bene con il mio istinto, nelle scene con me lavora e si coinvolge. E si vede. A me piace portare in scena il rapporto con una figlia. Io non ho figli ma mi piacerebbe averne, forse è per questo che con lei succede qualcosa emotivamente che poi esce nella recitazione. Un rapporto molto bello, uno dei più belli.
Serena (Sara Zanier) – Mi sono trovato bene molto anche con Sara, quando abbiamo girato, anni fa. Purtroppo si è interrotto lì, è finita malamente (sorride) perché non è che Serena mi abbia tanto amato o rispettato in quella storia e da allora non ci siamo più quasi ritrovati. E mi è dispiaciuto perché ultimamente Sara Zanier (che ha appena avuto una bambina, Sole, ndr) ha fatto dei grandissimi progressi, è più adulta, forse più donna… un insieme di cose che come attrice le hanno tirato fuori qualcosa di bello, sia nel personaggio che nell’interpretazione. Ha lavorato bene ed è giovane, e quando è così i risultati si vedono.
Cecilia (Linda Collini) – Come ho detto prima, c’è soprattutto il rimpianto per averci girato pochissimo.
Margot (Gaia Messerklinger) – Una debolezza umana. Margot è giovane e bella, Sebastian è un maschio che ama Laura ma guarda le altre donne. Ama, però gli occhi ce li ha. Sono cose che succedono e a parte il “tradimento” nei confronti di Laura, credo che molte donne si identificheranno con i sentimenti dell’una o dell’altra… (sorride) speriamo!
Ci emozioneremo in occasione del ritorno a Torino di Viola (che andrà in onda a Gennaio, in concomitanza con le puntate in prima serata alla domenica)?
Saranno molto emozionanti il momento e il modo in cui Sebastian scopre che Viola è viva… e tutto quello che ne seguirà immediatamente.
Il tuo metodo di lavoro è cambiato in questi anni?
Sostanzialmente no, ma i tempi sono davvero sempre più velocizzati, pur senza perdere in qualità, anche per necessità produttive andiamo sempre più veloci, e lì più sei allenato e meglio è. Giriamo più scene, abbiamo due troupe, a volte anche tre… forse il mio modo di lavorare è cambiato in una cosa, e cioè assumendomi la responsabilità, come Alpi o altri, di essere più propositivo e creativo al momento di girare una scena, collaborando più strettamente col regista.
Quant’è importante un regista?
Importantissimo. Può fare danni irreparabili, se si ostina a volerti far fare delle cose che non c’entrano nulla e ha sbagliato il focus che non evidenzia passaggi drammatici o sbaglia inquadratura… non riesce a raccontare bene cosa succede. Se è venuto con il copione tutto studiato e ha già immaginato la scena di cui sa già tutto non è un bene: il lavoro si fa insieme agli attori. Se un attore ha altre necessità, le scelte si devono fare insieme. Oppure può aiutarti a mettere a fuoco – perché il vero lavoro del regista è mettere a fuoco, far vedere all’attore e allo spettatore cose che non hai visto – e lavorare su quello, usando modi tempi mezzi e ispirazione per farti recitare meglio. O avere una bella idea visiva, mettere in luce certe cose a tal punto da esaltarti quando ti dirige. Può rovinare le scene o darti quella libertà creativa in sintonia con le sue direttive e quindi migliorare tantissimo anche scene poco interessanti. Il regista è importantissimo.
Un posto al sole ha appena fatto una trasferta a New York. Se Sebastian potesse fare una trasferta così… dove lo spediresti?
A Los Angeles, magari a fare il produttore cinematografico che compra una mega casa di produzione! Non sarebbe male (ride). Oppure in Italia, a Roma. Così la sera torno a casa mia!
Perché Centovetrine dovrebbe andare avanti secondo te? (NOTA: domanda fatta prima dell’annuncio dell’ordinazione di 200 nuove puntate da parte di Mediaset pubblicato dal settimanale Oggi)
Bisognerebbe continuare, e secondo me continueremo. Come la sto vivendo… Con il desiderio di essere sul set, mi manca. Perché lavorare sul set di Centovetrine è infilare una serie di appuntamenti quotidiani molto belli. Penso che si riparta perché ultimamente tutti i segnali sono positivi.
Il periodo in prima serata dell’anno scorso ha dimostrato che si può andare benissimo in onda anche la sera, anche se certamente sarebbe meglio se fossero puntate scritte girate e montate apposta coi tempi di una prima serata. Ma anche con le puntate del daytime rimontate, Centovetrine ha stravinto e Canale 5 lo sa: con la doppia programmazione di mezz’ora alle 14 e la sera di quasi due ore su una griglia di 12 puntate ha tappato buchi garantendo ascolti e pubblicità. Altro segno importante è stata la sostituzione di due puntate con Dallas: il pubblico ha dimostrato chiaramente di volere Centovetrine. Se Mediaset toglie dal palinsesto Centovetrine, toglie un pezzo di Canale 5. E Centovetrine fa parte di quei programmi che creano fedeltà e pubblico intorno a una rete, che la identificano. Non sono tanti su Canale 5: Centovetrine, Beautiful, Striscia, la De Filippi e Scotti. Se togli quei mattoni rischi che la rete crolli.
E poi è un prodotto italiano e abbiamo visto con Dallas che la gente vuole cose italiane, non americanate (al di fuori di Beautiful). E Centovetrine è un prodotto che ha fatto la storia, perché tredici anni non sono pochi… sono tantissimi. C’è gente che è cresciuta non solo con Centovetrine ma con Canale 5 a quell’ora. Sono legami che non si possono spezzare troppo alla leggera.
Che ruolo ti piacerebbe interpretare al di fuori di Centovetrine?
In ambito italiano – sennò uno spara sogni – mi vedrei bene in prima serata, commissario di Polizia. Magari in Squadra Antimafia o in uno dei prodotti in costume che fa Tarallo (Onore e rispetto ecc.)
Un attore, un’attrice e un regista con cui ti piacerebbe lavorare al di fuori di Centovetrine.
Come attori sicuramente Favino, Zingaretti, e fuori dall’Italia Javier Bardem. Come attrici mi piacerebbe ritrovare Margherita Buy, con cui ho fatto l’Accademia e la scuola di teatro… più maturi e più adulti, dopo percorsi diversi. E come straniera… Nicole Kidman!
Come registi stranieri dico i fratelli Cohen e scegliendone uno italiano direi Crialese. Nuovomondo è bellissimo.
Con questa voce, dopo l’intervista, la domanda è d’obbligo. Ma il doppiaggio a cui ti sei dedicato per dieci anni è definitivamente accantonato?
Assolutamente no: ho sempre affiancato le due cose tenendomi in esercizio. E continuerò a farlo.
Ultima domanda, visto il periodo: come passerai il Natale e le feste?
In famiglia, con mamma, fratello e nipotini nella nostra casa di campagna, tra caminetto acceso, natura, cane e cavallo. L’ultimo dell’anno lo trascorrerò in Sardegna, insieme alla mia compagna. Sperando che l’anno nuovo ci porti belle notizie e, fra queste, la conferma ufficiale della ripresa di Centovetrine.
Ringraziamo per la disponibilità e per le foto Michele D’Anca e l’agenzia “La bottega degli attori”.