Vent’anni fa l’esordio di Centovetrine. Sfrattò Vivere, ma avrebbe avuto un epilogo peggiore
Centovetrine andò in onda per la prima volta su Canale 5 l’8 gennaio 2001. Prese il posto di Vivere, subendo un epilogo peggiore
Stazione Porta Susa. Una timida ed impacciata Elena Novelli arrivava a Torino per aprire un nuovo capitolo della sua vita. Fu la primissima scena di Centovetrine, che alzava ufficialmente le saracinesche l’8 gennaio 2001.
La soap opera di Canale 5 si presentò al pubblico alle 14.10, in una fascia oraria che per quasi due anni era stata occupata con successo da Vivere. Si trattò di un vero e proprio sfratto, o perlomeno così lo intesero tutti quegli appassionati che per settimane protestarono contro Mediaset per il trattamento riservato ad una produzione capace superare i 5 milioni di spettatori e di sfondare il muro del 30% di share. Uno stato di grazia che aveva convinto l’azienda a tentare l’azzardo: spostare Vivere a mezzogiorno e mezzo per trainare un Tg5 che lamentava l’assenza di Forum (all’epoca in onda su Rete 4) e lo strapotere de La prova del cuoco.
Ecco allora il passaggio del testimone, con Centovetrine che si contraddistinse fin da subito per uno stile più glam e una maggiore attenzione agli intrighi di potere. Oltre ad Elena, interpretata da Serena Bonanno, la soap girava attorno alle vicende di Giuliano Corsini (Roberto Farnesi), della famiglia Bettini, dei Monti e soprattutto dei Ferri, al comando del centro commerciale piemontese che dava il nome alla telenovela.
Faro indiscusso del progetto fu proprio Ettore Ferri, interpretato magistralmente da Roberto Alpi. Spietato e amorevole a fasi alterne, in quindici anni vantò una sparizione in mare dopo un incidente in barca, una morte (apparente) per tumore e una miracolosa risurrezione.
La figura di Ettore si alternò a quella di Edoardo Della Rocca, impersonato da Luca Biagini, noto soprattutto per aver dato la voce – tra tanti – a John Malkovich, Colin Firth e Michael Keaton. Non fu l’unico doppiatore a bazzicare a Centovetrine, che poté onorarsi anche delle partecipazioni, seppur temporanee, di Luca Ward e Mario Cordova.
Se a Vivere il primo decesso si registrò al termine della prima settimana, con l’uscita di scena di Sofia Tian (Cristiana Moglia), uno scenario ‘fotocopia’ si verificò a Centovetrine con Paola Novelli (cameo di Mita Medici) che salutò i telespettatori alla settima puntata. Una sorta di elemento ‘shock’ con lo scopo di attirare rapidamente gli appassionati nelle dinamiche della storia, che da quel momento in poi avrebbe subito uno scossone.
I collegamenti con Vivere riguardarono pure gli attori. Da Pietro Genuardi a Raffaella Bergé, passando per Luca Bastianello, Annamaria Malipiero, Gabriele Greco, Brando Giorgi e Cristina Moglia, i salti da una soap all’altra furono innumerevoli.
Rampa di lancio per ex veline (Elena Barolo) e vincitori di reality (Flavio Montrucchio), Centovetrine fu pure palcoscenico per attori affermati come Caterina Vertova, Mariano Rigillo, Galatea Ranzi e Camillo Milli.
Tra i ‘cattivi’ poi redenti non possono essere dimenticati Sebastian Castelli (Michele D’Anca), Carol Grimani (Marianna De Micheli) e Adriano Riva (Luca Capuano), mentre sul fronte dei personaggi più resistenti il record è tutto di Laura Beccaria (Elisabetta Coraini) e del commissario Valerio Bettini (Sergio Troiano) capaci di resistere dalla prima alla quindicesima stagione così come Agnese, governante di villa Ferri.
Daniela Fazzolari riuscì nell’impresa di interpretare due personaggi: Anita Ferri e sua sorella Diana. Bionda nel primo caso, tornò al suo colore naturale anni dopo, mantenendo tuttavia l’identica voce. Tra le seconde linee, la pratica della multipersonalità interessò Pascal Persiano, Carlotta Lo Greco e Massimiliano Vado.
Al contrario, due attori differenti arrivarono ad interpretare lo stesso personaggio. Federico Bettini, infatti, ebbe dapprima il volto di Andrea Bermani (fino alla 290esima puntata) e in seguito quello di Luca Bastianello (dalla 1969esima).
Centovetrine chiuse i battenti dopo 3318 episodi. Le fondamenta cominciarono a scricchiolare nel 2012. Per la prima volta si sparse la notizia di una sospensione a causa della crisi economica e degli alti costi di produzione. Tra mobilitazioni, petizioni e accordi temporanei si riuscì a portare avanti la barca per almeno un biennio, fino a quando, a fine 2014 – contestualmente all’exploit de Il Segreto – l’esperienza venne dichiarata conclusa con annesso trasloco su Rete4. “E c’è una storia che non trova pace”, recitava la sigla cantata da Gianni Morandi. Un testo profetico.
L’avventura di Centovetrine si interruppe anzitempo, con ben 73 puntate mancanti trasmesse prima in Albania che in Italia, sulla rete Top Channel. Gli spettatori nostrani dovettero aspettare fino all’estate del 2016. Gli episodi finali riapparvero su Canale 5, ma nella fascia mattutina nell’indifferenza quasi generale.
Come Vivere, anzi peggio. Perché se a Como fu consentito un degno congedo, Centovetrine salutò tutti senza un epilogo e con gran parte delle storie rimaste aperte. L’ultimo smacco, il più cocente. Che Centovetrine non meritava.