Celi mio marito, Lia e la Giorgi elevano l’immagine della donna in Rai
La puntata della Grande bellezza di Cieli mio marito da dieci e lode
Stasera sono riuscito a dimenticare per un attimo che Lia Celi non è una conduttrice, non ha i tempi televisivi e ha un modo di parlare farraginoso per una diretta di venti minuti. E sono riuscito a “rivalutare” Celi mio marito anche solo per la sigla francese (Les Passants di Zaz).
L’ultima puntata andata in onda ha affrontato un tema bellissimo, ovvero #lagrandebruttezza. L’ossessione dell’aspetto fisico visto dagli occhi di una mamma, che nell’appello via webcam si è detta preoccupata per i complessi della figlia adolescente.
Per parlarne la Celi ha avuto un’ospite d’eccezione, la signora Eleonora Giorgi che da subito ha “stregato” la telecamera:
“Noi siamo passati dal mondo delle nonne a un mondo non ancora compiuto e sorprendente. noi abbiamo avuto il femminismo che ha liberato la donna da un certo tipo di vincolo e paradossalmente ha generato un modello di bellezza imprescindibile, necessaria per ottenere il successo. Questo è il terribile messaggio che hanno mandato. Il modello, la Barbie, è stato imposto trent’anni fa. Nella musica, in tv, il modello è quello. Spesso la moda propone a oltranza il modello Lolita e poi A spasso con Daisy, non c’è via di mezzo”.
La Celi, per una volta, è stata un’ottima interlocutrice e ha fatto le domande giuste, rivelandosi pienamente all’altezza della lezione di femminilità data dalla Giorgi, di cui abbiamo scoperto un’esperienza personale da ex brutta:
“Io sono figlia di una madre bellissima ma, soprattutto, quando avevo 3 anni è nata una sorella che si è rivelata di straordinaria bellezza. Per anni ho vissuto la situazione del “che bambina bella” a lei, poi mi guardavano e dicevano ‘Eleonora è talmente intelligente”. C’è stato un momento in cui ho capito che ero talmente intelligente da capire che la bellezza non era necessaria, ma sono stata talmente intelligente da voler sembrare carina e ci sono riuscita. Ho usato la presunta intelligenza per esaltare quello che funzionava. ‘Sta sorella, biondo platino, ha vinto il terzo premio ‘la più bella bambina d’Italia’, senza partecipare, le hanno fatto degli scatti. Il mio soprannome era Ofelia”.
Poi l’attrice ha continuato ad affabularci con la storia della sua vita, confermando gran disinvoltura e carisma:
“A me è successo per un caso, nella vita ci sono dei casi che modificano il tuo percorso. C’è stata una storia familiare alle spalle strana e un’estate in cui mi è capitato che mi offrissero questo film, io dovevo dare l’esame di ammissione all’istituto del restauro a settembre. Sai quelle cose che dici, lo faccio. E poi mi hanno considerato bellissima. La mia bellissimissima sorella ha avuto come cosa nello spettacolo di fare teatro in un periodo e far innamorare Carmelo Bene. Questa è la sua referenza teatrale. Non ha dato importanza alla bellezza. Lei è animalista, volontaria per i cani malati. Però è sempre bellissima. Adesso è un po’ più cicciona di me”.
Infine, una morale bellissima, la sua:
“Noi donne della mia generazione non ci immaginavamo che si sarebbe acuita, anziché smorzarsi, quest’esigenza che rende infelice stupidamente. La bellezza è un’espressione pensata, si crea. Qualsiasi donna che sa esaltare ciò che è bello è bella”.
La Celi le ha domandato, da sincera insicura:
“Questo senso di inadeguatezza col passare degli anni si smorza?”.
E la Giorgi ha risposto, ancora, impeccabilmente:
“Perché si abbassa la vista e quindi vai più d’accordo con lo specchio”.
E’ stata una conversazione talmente naturale e profonda insieme, la loro, da sembrare il capitolo di un romanzo d’appendice quanto mai utile ai giorni nostri, come alla nostra tv. Un modo per restituire finalmente alla donna la dignità che le spetta, soprattutto alla donna in un’azienda come la Rai, che cancella l’Isola dei famosi ma continua ad affidare programmi a raccomandate e amanti.
Stasera sono stato contento di vedere la Celi occuparsi di un tema di cui era pienamente all’altezza, vista la sua dignità personale e professionale. Certo, quanto arriva l’oracolo Rai e mi fanno rivedere Italian Restaurant con Proietti e la giovanissima Capotondi, io esco pazzo per la nostalgia.
Celi mio marito: puntata grande bruttezza