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C’è posto per 30? segue il maestro 4 Ristoranti e ottimizza la lezione di Chef per un giorno

C’è posto per 30? è il nuovo cooking game di prime time, al via su Nove con Max Giusti: si parte da Parma.

pubblicato 7 Ottobre 2018 aggiornato 31 Agosto 2020 21:05

DryMedia non delude le aspettative: se piace Alessandro Borghese 4 Ristoranti non può non piacere C’è posto per 30?, che segue da vicino le orme del ‘maestro’ pur cercando una propria cifra. Se il game e la confezione sono mutuate da 4 Ristoranti (dalle riprese al montaggio, dallo stile dei testi agli effetti di senso curati con i tappeti musicali), sono due le grandi variabili su cui si gioca la sfida tra i due format: i conduttori e i protagonisti. Partiamo da questi ultimi.

I 30 giudici – Temevo che i 30 giudici cannibalizzassero del tutto il racconto e oscurassero la cucina: non è successo ed è un successo. Merito del casting, che ha puntato sull’ironia e la simpatia più che sulla pedanteria, offrendo tavoli di tutta leggerezza con i Longo, gli Amici e i Pensionati (lodi alla capacità di moderare la cantante lirica). Certo, più puntigliosi – come è giusto che sia –  i Competenti, che ci tengono a mostrare la competenza, ma non risultano eccessivi in questa puntata, dando giudizi difficilmente contestabili anche per chi è a casa e non può assaggiare. I più ‘pedanti’ sono forse i Fidanzati, con quelle mani intrecciate h24, l’attenzione alle calorie, quell’atteggiamento di ‘falsa modestia’ e il taglio da esperti sui dolci (figlio anche della partecipazione di lui, Paolo, a Bake Off Italia 2017). I meno sopportabili sono i Millennials con la loro esigenza di avere piatti instagrammabili: quanto di più lontano ci sia dalla cultura gastronomica e dalla cucina, ma comunque espressione di una fetta di mercato che interessa, a occhio, soprattutto al main sponsor del programma, The Fork. E senza i Millennials le app non esisterebbero… Particolarmente interessante la voce degli Stranieri: quel “La carne cruda da noi non si mangia e poi dite che siamo noi i selvaggi” è una chicca eversiva di questi tempi.

I ristoratori – Nonostante la gran quantità di commenti e di giudizi – con 8 piatti per ciascun pranzo da commentare per i 30 giudici, più i 4 del tavolo del conduttore – si riescono anche a sentire le voci e le emozioni dei due ristoratori in gara, in questo caso due donne. Se in 4 Ristoranti la carica agonistica e la strategia pro domo propria è distribuita sui 3 concorrenti di volta in volta chiamati a giudicare, qui si polarizza sulla sola rivale in sala, con effetti non sempre piacevoli. Fin da subito la competizione viene costruita (a occhio autorialmente) sul principio “Ti spiezzo in due”, che invece in 4 Ristoranti si trova molto meno marcato, tranne eccezioni, e concentrato, se proprio, soprattutto nel momento dello svelamento dei verdetti. Qui sembra una scelta autoriale, e continuo a credere lo sia: in questo caso ha avuto gioco facile, vista la scarsa disponibilità di una delle due concorrenti ad accettare le critiche. Certe uscite davvero poco gradevoli fatte in confessionale (come il “Datti fuoco” rivolto a Paolo che ha contestato la crostata cruda) per me sarebbero valse un’ammonizione. Se l’intenzione è quella di caricare tanto la rivalità tra concorrenti per ‘compensare’ la leggerezza e varietà dei giudici, direi che il rischio di tradire il generale impianto diventa molto alto. I confessionali di Sara mi hanno fatto invocare un voto di condotta e una squalifica diretta: non è questa la strada per caricare la gara tra i due ristoratori, che in fondo si contendono un servizio di stoviglie. E certi gradi di arroganza, prepotenza e supponenza stonano con lo spirito goliardico e conviviale della gita fuori porta.

Max, la guida e il capotavola – Max Giusti si adatta a fare una cosa nuova. Lo si sente nella voce fuori campo, che tradisce una cerca volontà di essere ‘altro da sé’, di cercare una chiave diversa, più vicina a una certa leziosaggine da game che alla carnalità del suo essere attore. Non a caso il meglio lo dà nel contatto con i giudici (conterranei Longo in testa) più che con gli esperti/ospiti del suo tavolo o nel racconto dei passaggi clou della puntata.

E’ forse qui che il programma cerca un equilibrio che in 4 Ristoranti è naturalmente dato dalla presenza di un’autorità in materia, Borghese. Il tavolo degli esperti si rivela squilibrato, con un conduttore non gastronomo, un amico non gastronomo, un esperto di prodotti territoriali e la rivale di partita. A fronte di una platea di non esperti, forse serve un tavolo ‘vip’ meno pop e più tecnico, tanto più che il suo voto vale doppio e può ‘ribaltare il risultato’, come ama ripetere anche Borghese. Sbilanciato, in questo senso, il breve commento al voto finale, che non dà propriamente il senso del voto del tavolo degli esperti, a fronte invece del grande spazio dato allo svelamento dei 16 voti degli 8 tavoli, ciascuno con argomentazione, commento dei ristoratori e battuta dal confessionale. Ci sta, eh, ma se il voto degli esperti vale doppio devo avere anche una articolazione più precisa della loro scelta.

La scuola di Chef per un giorno – Il programma fa sua l’esperienza di Chef per un giorno e la professionalizza. Il commento dei tavoli in sala era una delle spezie del programma, di per sé già ottimamente saporito: lì i commensali sapevano di poter essere sentiti, ma non erano né protagonisti né necessariamente desiderosi di apparire. Qui si ribalta la prospettiva: il commento del tavolo è l’ingrediente principale, anche se non l’unico. L’ispirazione però mi sembra venga dritta da lì. Il casting, fino a qui, ha aiutato. Vedremo se poi la combinazione stancherà.

Un debutto gustoso, quindi: già nella prima puntata si è riusciti a inquadrare i gusti di ciascun tavolo e nelle prossime riusciremo anche noi a casa a cogliere le sfumature e anticipare i giudizi. Ora la bravura sta nella variazione dell’identico, perché ogni puntata non sia uguale a se stessa. Il materiale umano promette bene, la prima anche. Il viaggio del bus di Giusti continua. E la prossima settimana arriva a Milano.

C’è posto per 30?| Diretta prima puntata | 7 ottobre 2018

C’è Posto per 30? anticipazioni

Trenta giudici popolari sono i protagonisti di C’è posto per 30? il nuovo cooking game (più che talent) show al via questa sera, domenica 7 ottobre, alle 21.25 su Nove con Max Giusti alla conduzione. E seguiremo la prima puntata live su TvBlog per capire meglio e gustare questo nuovo racconto della cucina, fatta dal punto di vista dell’avventore medio.

A produrre il format è DryMedia (Banijay Group), che firma anche Alessandro Borghese 4 Ristoranti, Hell’s Kitchen Italia, Cuochi d’Italia, Street Food Battle (che debutta con la seconda stagione sempre stasera, ma su Italia 1 praticamente di notte), e questo non è un dettaglio da poco. Di sfide tra ristoratori e chef, professionisti o dilettanti, se ne intende e ha pensato a un nuovo tipo di racconto.

In questo caso al centro della storia non c’è lo chef conduttore (come potrebbe essere in un ‘O Mare Mio o in Cucine da Incubo), ma la giuria che però non è composta dai concorrenti stessi (come in 4 Ristoranti), ma da un gruppo di 30 avventori, sempre gli stessi, in giro per l’Italia su un bus Gran Turismo per decidere chi tra due ristoranti sia il migliore. Una giuria popolare, dunque, divisa per ‘categorie’, guidata nel suo tour da Max Giusti, al debutto nel prime time di Nove – e un premio per la costanza con cui porta avanti un non eccellente access game se lo merita in fondo -. Vediamo come funziona la sfida e come è composta la giuria.

C’è posto per 30?, la gara

Due ristoratori si sfidano per decidere chi di loro sia il migliore in città. A deciderlo 30 commensali/giudici popolari divisi in 8 tavoli, ciascuno rappresentante una diversa categoria, ovvero un diverso modo di concepire lo stare a tavola: alla fine di ogni servizio, già impegnativo perché bisogna accontentare un gruppo di 30,  ogni tavolo deve esprimere un unico voto da 0 a 10 che comprenda la valutazione di location, cibo, rapporto qualità-prezzo. Chi totalizza il punteggio più alto vince la puntata. Oltre la sfida tra i ristoratori c’è quindi l’elemento di ‘trattativa’ per ogni tavolo. E anche questo fa show, ovviamente.

C’è posto per 30?, la giuria

Come dicevamo, la giuria è composta  30 giudici popolari divisi per 8 tavoli che rappresentano un punto di vista diverso sul piacere dello stare a tavola. Conosciamoli meglio.

La famiglia Longo: partiamo da quelli che suscitano subito più curiosità. Vengono da Roma, amano riunirsi e passare il tempo libero a tavola. Ovviamente ci si aspetta il maggio grado di combattività, col padre tendenzialmente in minoranza ma testa dura contro due figli maschi e la moglie.

Gli Amici sono quattro giovani di Vigevano, uno però trasferito da Roma, appassionati di cucina tradizionale, protagonisti di tante serate in trattoria.

I Pensionati, che sommano in tutto 280 anni, trascorsi tra i piaceri del gusto e del buon cibo: l’esperienza è la loro ricchezza. E già la ‘rossa’ non la sopporto.

I Millenials, molto attenti all’estetica: per loro un piatto è una foto in più per i loro followers.

I Competenti, esperti di alta cucina e clienti dei migliori ristoranti del mondo, quindi esigenti per natura.

I Fidanzati, belli e innamorati anche del piacere di mangiare sano.

Gli Stranieri, che arrivano dall’Irlanda, dalla Cina, da Santo Domingo e dal Senegal, ma tutti accomunati dalla passione per la cucina italiana.

L’ottavo tavolo è composto da Max Giusti e dai suoi ospiti: con cui si siedono lo sfidante di turno, un esperto di enogastronomia del territorio o del tema della puntata e un amico del conduttore: annunciata la presenza di Giulio Scarpati, Antonello Fassari, Maurizio Casagrande e Gioia Marzocchi. Nella puntata ad Ascoli Piceno, che dovrebbe essere la sesta, Giusti ha portato con sé il padre, originario della zona.

C’è posto per 30?, anticipazioni prima puntata

Ottavia, una delle tre socie dell’Officina Alimentare Dedicata, e Sara, titolare del Ristorante Ohibò, sono le prime sfidanti di questa gara.

C’è posto per 30?, il format

Sono 8 le puntate, da un’ora ciascuna, prodotte da DryMedia (Banijay Group) per Discovery Italia. Si parte da Parma e si prosegue con Roma,Castellina in Chianti (SI), Milano, Iseo (BS), Ascoli Piceno, Altamura (BA) e Castellabate (SA)».

C’è posto per 30?, come vederlo in tv e in live streaming

C’è posto per 30? va in onda ogni domenica alle 21.25 su Nove (DTT, 9) ed è poi disponibile on demand su Dplay.

C’è posto per 30?, second screen

L’hashtag è #cepostoper30. Il programma non ha propri social ma si appoggia a quelli di Nove, dal sito ufficiale (www.nove.tv), all’account Twitter, al profilo Instagram e alla pagina Facebook ufficiale.

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