C’è Posta Per Te 2008: repliche emozionali di un caldo abbraccio
Il grande classico è tornato. “C’è posta per te“, in questa sua nuova edizione, non pretende di portare in campo nulla di nuovo: storie di emozioni comuni, sorprese e ospiti vip già venuti cinque volte e che si mettono sul puff e dietro la busta senza bisogno che gli si dica quasi nulla, ormai sono
Il grande classico è tornato. “C’è posta per te“, in questa sua nuova edizione, non pretende di portare in campo nulla di nuovo: storie di emozioni comuni, sorprese e ospiti vip già venuti cinque volte e che si mettono sul puff e dietro la busta senza bisogno che gli si dica quasi nulla, ormai sono purtroppo di casa. Costante è anche la profondità emotiva dei casi presentati che si mescola in alternanza ad una certa dose si comicità , una catarsi settimanale che non passa mai di moda.
Storie portate avanti in modo eccessivo, a volte. E una certa ripetitività nelle tipologie di situazioni proposte: perché funzionano, perché in fondo le storie di tutti noi non sono mai così diverse. Il livello di intrattenimento rimane comunque molto alto. E l’alta possibilità di partecipazione. Di emozionarsi, di far muovere indignazione e tensione emotiva.
Per non parlare dell’incredibile capacità di Maria De Filippi di spostare le decisioni dei suoi protagonisti dal totale rifiuto all’apertura della famosa busta. Nemmeno la migliore assistente sociale (spesso priva dello stesso carisma) potrebbe fare tanto, in pubblico poi.
Un’edizione molto incentrata sulle sorprese vip e sulle lettere accompagnata da evocazioni visive che aumentano la spettacolarizzazione di uno show strutturalmente molto statico. E’ uno spettacolo dai connotati non sempre esaltanti, a volte noiosi sotto il profilo del ritmo. Ma ha un livello di fidelizzazione pazzesco, perché parla di chi è come te o di chi, per mille motivi, sta peggio di te. E’ un caldo abbraccio. E contro una percezione di affetto, non c’è show che tenga.