Home Cda Rai e la multa per il Caso Meocci: il Governo ci mette la pezza

Cda Rai e la multa per il Caso Meocci: il Governo ci mette la pezza

Un emendamento presentato in parlamento salverà dalla multa da 1.8 milioni di euro ciascuno comminata dalla Corte dei Conti ai componenti del Cda Rai nel 2005 per la nomina a direttore generale di Alfredo Meocci. Marco Staderini, Giuliano Urbani, Gennaro Malgieri in carica all’epoca insieme ai due consiglieri presenti tuttora, Angelo Maria Petroni e Giovanna

pubblicato 24 Marzo 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 07:44


Un emendamento presentato in parlamento salverà dalla multa da 1.8 milioni di euro ciascuno comminata dalla Corte dei Conti ai componenti del Cda Rai nel 2005 per la nomina a direttore generale di Alfredo Meocci. Marco Staderini, Giuliano Urbani, Gennaro Malgieri in carica all’epoca insieme ai due consiglieri presenti tuttora, Angelo Maria Petroni e Giovanna Bianchi Clerici, dovrebbero pagare questa multa monstre perché Meocci non avrebbe potuto ricoprire l’incarico di DG.

Meocci aveva fatto parte dell’AgCom e la sua nomina era per questo in contrasto con la legge 481 del 14 novembre 1995. Rimase in carica per un anno, prima che il caso esplodesse e la multa da 1.8 mln di euro colpisse ognuno dei membri del Cda e l’allora ministro dell’economia Domenico Siniscalco che indicò il nome di Meocci.

Petroni e la Clerici hanno manifestato tutto il loro nervosismo minacciando il boicottaggio del Cda dopo che l’atteso “salvataggio” non era stata inserita, come annunciato, nel decreto Milleproroghe. I 6 dovrebbero ora essere protetti dalla multa con una modifica retroattiva che ridefinisce la responsabilità dei membri del CdA di società a partecipazione pubblica limitandosi ai casi in cui si identifica “dolo o colpa grave“.

I consiglieri d’amministrazione si sono sempre difesi insistendo sul fatto che il nome di Meocci era stato “imposto” dal ministero, il caso solleva per l’ennesima volta l’evidente cortocircuito fra politica e Rai con la prima impegnata a nominare consiglieri d’amministrazione che si limitano a ratificare le decisioni del governo di turno senza il minimo approfondimento, anche finendo per rischiare sanzioni dalla magistratura contabile in prima persona.

Rai 1