Cda RAI – Domani la prima volta di Paolo Garimberti
Non è un pesce d’aprile: nonostante la data-beffa, è tutto vero. Paolo Garimberti (nell’immagine) presiederà la prima riunione del nuovo Cda della RAI proprio domani, primo aprile, alle ore 10. All’ordine del giorno, questioni di ordinaria amministrazione: l’approvazione del bilancio 2008, i contratti e poi le proverbiali varie ed eventuali. Il vero nodo, tuttavia, è
Non è un pesce d’aprile: nonostante la data-beffa, è tutto vero. Paolo Garimberti (nell’immagine) presiederà la prima riunione del nuovo Cda della RAI proprio domani, primo aprile, alle ore 10. All’ordine del giorno, questioni di ordinaria amministrazione: l’approvazione del bilancio 2008, i contratti e poi le proverbiali varie ed eventuali. Il vero nodo, tuttavia, è l’ennesima nomina di una carica ancora vacante in RAI: il direttore generale, ovvero colui che sostituirà definitivamente Claudio Cappon.
Il nome più accreditato per la successione a Cappon è quello di Mauro Masi, che attualmente ricopre l’incarico di Segretario Generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri: esperienze di organizzazione aziendale e comunicazione, esperienze in SIAE, già Capo del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri (nel corso dell’incarico, fu vice presidente del comitato per il codice di autoregolamentazione su Tv e minori).
I tre vice sarebbero una conferma, Giancarlo Leone, poi Gianfranco Comanducci (tempo fa già in lizza per sostituire Del Noce alla direzione di RaiUno. Avrebbe una delega al personale) e l’attuale direttore di RaiDue Antonio Marano (con delega alla programmazione).
Da più parti si vocifera che, nonostante la voce non sia all’ordine del giorno, potrebbe esserci tuttavia un’integrazione: sarebbe, diciamocelo, la varia ed eventuale più importante. Anche perché il dg dovrà a sua volta affrontare tutta una serie di nomine (dalla direzione di RaiUno a quella del Tg1, serie di nomine per le quali occorrerà ovviamente accontentare le esigenze della classe politica) e l’annoso problema del taglio dei costi, che non è decisamente cosa da poco.