Cattelan e l’ironia su traino e orario di inizio. Stoccate vere dietro ai sorrisi di rito
Nell’ultima puntata di Stasera c’è Cattelan il conduttore si è lasciato andare a ironie su traino e orario di inizio. Sorrisi che nascondevano altro
Se vuoi dire una tua verità, maschera il tutto sotto forma di parodia e piazza l’affondo. E’ il modo migliore per affermare senza affermare realmente, lasciando il dubbio negli spettatori: era serio o stava scherzando?
Chissà se è pure il caso di Alessandro Cattelan, che giovedì sera ha concluso la prima mini-stagione di Stasera c’è Cattelan, late-show che tornerà nell’inverno 2023. Un primo approccio con la seconda serata di Rai2 condito di pochi alti e molti bassi, soprattutto sul fronte degli ascolti. Già, gli ascolti, croce e delizia per ogni conduttore televisivo.
Parodia dicevamo. Cattelan, infatti, è stato affiancato da Valerio Lundini, un altro che ha bazzicato in quella fascia oraria facendo spesso i conti con percentuali di share deludenti, a fronte comunque di una popolarità esplosa sottotraccia, nell’ambito della cosiddetta nicchia. Chi allora meglio di lui per raccontare le difficoltà di collocazione?
In un elenco di dieci punti – a tratti spassoso – Lundini si è soffermato su due tesi: il traino e l’orario di avvio della trasmissione.
“Se prima di te hai un telefilm tedesco, difficilmente farai il 99% di share”, ha sentenziato il comico, ottenendo il sostegno deciso – seppur sorridente – di Cattelan: “Lo ho provato sulla mia pelle. Il giorno dopo erano tutti stupiti”.
Serie tedesca o meno, il concetto della qualità della spinta proveniente dalla prima serata risulta sensato. E’ innegabile che un prodotto forte alle spalle garantisca un flusso migliore rispetto ad un canale spento. Tuttavia, andrebbe anche analizzata l’altra faccia della medaglia, ossia tutte le volte che Stasera c’è Cattelan ha raccolto un testimone all’altezza, come nei casi di Nudi per la vita e Il Collegio.
C’è poi l’altra questione posta da Lundini: “La seconda serata ha tante incognite ma una cosa certa, l’inizio: le 23, le 23 e cinque, mezzanotte, l’una e dieci, le tre. A volte le puntate del martedì le abbiamo iniziate il mercoledì”.
A tal proposito, va precisato che se è vero che l’inizio a notte fonda non fa piacere sotto un profilo di immagine, questo al contrario è assai fruttuoso nell’ottica di un incremento dello share evocato in precedenza. Senza contare che, spesse volte, l’apertura posticipata è stata scientemente cercata per scongiurare sovrapposizioni scomode come quella con X Factor. E, ironia della sorte, il 6 ottobre scorso per attendere la fine del talent venne mandato in onda proprio un episodio di un telefilm tedesco, Ultima traccia: Berlino, sacrificato per consentire al pubblico sintonizzato su Sky un comodo ed immediato switch al termine dello show.
“Ormai ho perso l’interesse nei confronti di questo argomento”, è stata la chiosa di Cattelan, che già l’anno passato, sul finale di Da Grande, non rinunciò a togliersi qualche sassolino dalle scarpe.
Se ai tempi di Epcc l’Auditel rappresentava un problema marginale, lo stesso non può accadere in una realtà di massa che vive di curve, contatti e permanenze. Per dimostrarlo basterebbe citare i tre segmenti in cui è stato suddiviso il programma, tra anteprime e finali di cinque minuti utili a non conteggiare nella media le interruzioni pubblicitarie.
E’ la tv generalista, bellezza.