Un ritorno pieno di citazioni. Ad un anno esatto dallo scontro che gli costò l’allontanamento dalla Rai, con tanto di polemiche annesse, Mauro Corona si riaffaccia a Cartabianca rievocando Enzo Tortora: “Dove eravamo rimasti?”.
L’alpinista, come sempre, è collegato da Erto e indossa l’abito delle grandi occasioni. Perché in fondo questa è una grande occasione. Eccolo quindi in smoking, con camicia prestata da un amico, giacca fornita dal fratello e farfallino procurato dalla figlia. “Passata è la tempesta” dice Corona, stavolta aggrappandosi a Giacomo Leopardi. “Chiedo di nuovo scusa a lei e all’azienda, fino ad ora non mi era stato dato modo. Non lo dico per ruffianeria, ma per senso di colpa”.
Il volto di Bianca Berlinguer è luminoso, in tutti i sensi: “Questa volta dobbiamo percorrere la retta via, sennò tutto sarebbe irrimediabile a questo punto. Speriamo che tutto vada liscio, non ci saranno prove d’appello”. La conduttrice, tuttavia, non dimentica il ‘tradimento’ dello scrittore, approdato nei mesi scorsi alla corte di Paolo Del Debbio: “Lei si è subito andato a consolare da un’altra parte – scherza – le siamo mancati?”.
Pronta la replica di Corona: “Sì, mi è mancato il nostro rapporto Vianello-Mondaini. Non è che sia andato di là per tradimento, mi serviva una finestra per parlare della gente che non ha voce”.
Per il resto, tutto è come una volta, compresi i problemi tecnici. Se inizialmente la chiacchierata è disturbata da un fastidioso ritardo, a creare maggiori problemi alla Berlinguer è l’immagine dell’ospite, rimasta ‘freezata’ per qualche minuto: “Fortuna che ci eravamo raccomandati che il collegamento funzionasse bene…”, sbotta la padrona di casa.
Sospeso nel pieno del governo Conte bis, Corona si riaffaccia a Cartabianca dopo sei mesi di esecutivo a guida Draghi: “Tra il governo Conte e il governo Draghi, scelgo quello di oggi. Ma lo attenzionerò, come dice la polizia. Mai come in questo periodo la politica è stata raffazzonata e cialtronesca. Draghi mi sembra un galantuomo”.