Cartabianca, Salemme non promuove il film e ricorda Frizzi: “La vita è assurda e crudele”
Vincenzo Salemme ospite a Cartabianca rinuncia alla promozione del suo ultimo film per ricordare Fabrizio Frizzi: “Mi aiutò. Il mio programma non andava bene, era difficile trovare ospiti e lui disse immediatamente di sì”
Avrebbe dovuto parlare di Una festa esagerata, il suo ultimo film uscito nelle sale il 22 marzo. Invece Vincenzo Salemme ha preferito rivolgere pensieri e parole esclusivamente a Fabrizio Frizzi.
Un intervento commosso, con la voce strozzata dall’emozione, che ha aperto la puntata di martedì di Cartabianca.
“Fabrizio era un bambino, aveva una risata sonora e semplice che solo i bambini possono avere. Ci stupiva sempre e lui stesso si stupiva. Aveva l’ironia di Corrado, ma Corrado era più graffiante. Lui si metteva a servizio delle persone a casa, per far sì che quelle persone trovassero serenità. Così ha servito la televisione”.
Nel 2010 Salemme condusse su Raiuno lo show Da nord a sud…e ho detto tutto, programma non fortunatissimo sotto il profilo degli ascolti che vide la partecipazione di Frizzi come ospite.
“La trasmissione non andava bene, era difficile trovare ospiti. Lui disse immediatamente sì, era un uomo perbene, un uomo semplice. A volte ci si ricorda della disonestà, il fatto che una persona perbene come lui avesse fatto carriera dava alle persone oneste un messaggio di fiducia e di speranza”.
La notizia della morte, arrivata all’alba di lunedì, ha turbato Salemme, così come l’Italia intera:
“Sapevo che era malato, però non mi aspettavo che andasse via in una maniera talmente veloce. Mi è arrivato un messaggio sul telefonino in contemporanea con una notizia bella. Ho pensato a come è assurda la vita che mette in contrasto i sentimenti di gioia e dolore. Non so perché la vita debba essere così crudele. Fabrizio non aveva mai fatto male a una mosca, mi dispiace veramente tantissimo che se ne sia andato, non ci posso pensare. Ha portato avanti la malattia con dignità, ha avuto un coraggio clamoroso. Dovremmo imparare da lui. Ha continuato a lavorare, non ce l’ha fatta pesare, sapevamo che stava male e non ci ha fatto sentire in colpa. Vorrei dirgli grazie, perché una persona perbene ha fatto carriera e so che per lui è stato molto difficile”.