Carosello Reloaded diventa una sit-com con pubblicità normali: l’esperimento creativo è ufficialmente fallito
Al via, la terza serie della versione “moderna” di Carosello.
Il ritorno di Carosello, presentato nuovamente al pubblico con un titolo moderno e accattivante (Carosello Reloaded) ha pressoché deluso i nostalgici, che si aspettavano un format fedele all’originale, e gli appassionati del settore che vedono e cercano nelle pubblicità qualcosa di più di un banale consiglio per gli acquisti.
Durante la prima serie, andata in onda dal 6 maggio al 13 luglio 2013, sono stati pochi gli spot pubblicitari che hanno rispettato, anche solo vagamente, l’intenzione originaria di Carosello, per farla breve lo sketch seguito da un messaggio pubblicitario (i più accettabili furono gli spot Eni e Algida).
Durante il secondo ciclo, andato in onda dal settembre fino a dicembre 2013, la situazione è anche peggiorata, visto che all’interno di questo spazio furono inseriti spot pubblicitari visibili anche durante tutto l’arco della giornata (perdendo, quindi, la percezione di esclusività) e dalla durata, a volte, anche decisamente minore rispetto ai 70 secondi prestabiliti.
Con il terzo ciclo, iniziato ieri 25 marzo 2014, si può ufficialmente dire che l’esperimento di Carosello Reloaded, almeno dal punto di vista creativo, è definitivamente fallito.
Il format, infatti, è stato completamente stravolto al punto che il Carosello, più che “ricaricato”, stavolta è apparso completamente snaturato.
Nel Carosello che va in onda attualmente, prima del programma in prima serata di Rai 1, infatti, è stata inserita una sit-com, uno short comedy di produzione francese dal titolo italiano, Genitori – Istruzioni per l’uso. Le varie gag di questa serie sono intervallate da semplicissimi e comunissimi spot pubblicitari regolari di 30 secondi.
Anche la grafica è stata completamente rinnovata ma il problema è un altro ossia che il Carosello non c’è più. E’ come mandare in onda il meteo o i 60 secondi del Tg1 e inserirci all’interno degli spot. Per questo, si tratta di una scelta veramente incomprensibile.
Probabilmente, si è voluto creare qualcosa di più originale della piatta sequenza di spot ma Rai Pubblicità avrebbe potuto offrire tranquillamente questa sit-com (tra l’altro, nulla di speciale, praticamente una web-serie di medio livello) mantenendo il suo titolo e non spacciare per Carosello qualcosa che non si può chiamare così.
Dal punto di vista dei profitti, l’operazione Carosello Reloaded potrebbe anche essere definita un successo ma per quanto riguarda la creatività, i nostalgici dovranno affidarsi esclusivamente ai ricordi e alla memoria perché la pubblicità creativa, in Italia, nessuno la sa più fare.