Carosello Carosone è un inno alla gioia ed alla self confidence nel nome dei giovani; Scarpetta attore rivelazione
Eduardo Scarpetta ottimo interprete di una storia che trova la propria forza nel giusto mix tra nostalgia e futuro, ben rappresentato dal giovane cast
Bene ha detto Stefano Bollani intervenendo durante la conferenza stampa di Carosello Carosone: il film-tv voluto da Rai Fiction e da Groenlandia per raccontare il successo di Renato Carosone mostra “il lato chiaro” dell’artista. Quante volte, nei biopic su piccolo e grande schermo, ci ritroviamo ad assistere a percorsi di formazione tormentati, in cui il dolore ed il sacrificio sembrano essere le uniche vie per poter accedere alla gloria?
La scelta di raccontare in modo tutt’altro che tragico il percorso di Carosone prima di diventare l’artista apprezzato in tutto il mondo è vincente, per alcuni motivi. Innanzitutto, come detto, di film-tv che ci mostrano le sofferenze dei loro protagonisti come se fosse un ticket per il talento per poter sbocciare, ne abbiamo già visti numerosi, forse troppi.
Leggendo la storia di Carosone in questa chiave, Lucio Pellegrini compie un’operazione di alleggerimento che però non va confuso con la superficialità, dal momento che regia e sceneggiatura riescono, di pari passo, ad intrecciare passione per lavoro, dedizione, talento ed un tocco di fortuna. Quella fortuna che, come dice il proverbio, aiuta gli audaci: Carosone (ed è uno dei messaggi che risaltano all’interno della pellicola) ha sempre creduto nelle proprie capacità, infondendo negli altri quella garanzia verso la sua bravura necessaria ad ottenere il supporto necessario ad andare avanti.
Carosello Carosone diventa così una storia di talento ma anche di self-confidence, in cui la figura dell’artista viene vista da una prospettiva del tutto differente: non più vittima in cerca di riscatto, ma eroe consapevole del proprio dono e disposto a condividerlo con tutti. Ne viene fuori un inno alla gioia ed alla voglia di vivere insolito ma anche rinfrescante e godibilissimo.
Bisogna poi tenere conto della forte impronta musicale della fiction: il lavoro di Bollani è stato di -giustamente- mantenersi assolutamente fedele alle spartiture di Carosone, che non avevano di fatto bisogno di adattamenti. Inevitabile, quindi, che seguendo l’opera musicale del protagonista anche il resto -dalla già citata sceneggiatura e regia, fino alle luci, la fotografia ed i dialoghi- ne restasse influenzato. Come dire, un film su Carosone, con le sue musiche, non si poteva fare diversamente.
Infine, da osservare come Carosello Carosone veda davanti alla macchina da presa (ma anche dietro, considerati i produttori Matteo Rovere e Sydney Sibilia) un cast formato in gran parte da attori giovanissimi. Una generazione che non ha vissuto di persona il successo del musicista napoletano, ma che riesce a portarlo in scena facendo leva proprio sulla propria giovane età e su quella vivacità e voglia di mettere mano al futuro che solo le nuove generazioni hanno. Proprio come fece Carosone, che prese in mano la musica del tempo e le fece fare un passo avanti.
A proposito di cast, non possiamo non soffermarci sulla bravura di Eduardo Scarpetta, interprete proprio di Carosone: lo avevamo già notato ne L’Amica Geniale, ma qui Scarpetta è davanti alla sua vera occasione di lanciare la propria carriera. E, va detto, non sbaglia un colpo: il ragazzo ha studiato ed ha messo tutto se stesso per riportare in tv un Carosone che stimola la nostalgia dei più grandi e sprona i coetanei a vedere nel difficile mondo di oggi una luce rappresentata dalle proprie passioni. Un attore che, ne siamo certi, sentiremo nominare ancora.