Carmen Masola, prima vincitrice di Italia’s got talent: “Dimenticata dalla tv, ma non ho rimpianti. I giudici? Più sentiti”
TvBlog per la rubrica TvOff ha intervistato Carmen Masola, prima vincitrice di Italia’s got talent: “La televisione non mi ha più cercata. Oggi insegno musica e canto. De Filippi, Scotti e Zerbi? Li abbracciai la sera della vittoria, poi basta”
“Nessun rimpianto”. Carmen Masola ha chiuso con la tv, la stessa che otto anni fa le regalò soldi e celebrità grazie al trionfo nella primissima edizione di Italia’s got talent.
La sua storia rappresentò alla perfezione la scalata verso il sogno. Dalla provincia alle luci della ribalta. Sì perché nella primavera del 2010 tutto il Paese parlava di lei, trentottenne di Granozzo con Monticello capace di lasciare a bocca aperta Maria De Filippi, Gerry Scotti e Rudy Zerbi grazie alla magnifica interpretazione di “Casta Diva”.
La Masola vinse a mani basse, complice forse anche l’accostamento immediato con Susan Boyle, che aveva sbancato pochi mesi prima nella versione inglese del talent. “Un po’ mi diede fastidio – racconta Carmen a TvBlog – proponevamo due generi diversissimi. Io ero indirizzata alla musica classica, lei verso brani più moderni e commerciali. La sua musica era più semplice da piazzare sul mercato a differenza della mia, più di nicchia. Forse ad unirci fu l’etichetta del brutto anatroccolo. E’ verosimile, all’epoca mi vedevo tale, ero più insicura. Il programma mi servì soprattutto per acquisire quella sicurezza che non possedevo”.
Dal piccolo borgo al successo nazionale, dicevamo. Con biglietto di ritorno. Il mondo dello spettacolo infatti la scaricò rapidamente, dimenticandosi di quel talento a cui la Sony aveva comunque garantito la pubblicazione di un album, dal titolo “Vissi d’Arte”.
“Il contratto durò un anno. L’album non andò bene, secondo me non venne abbastanza pubblicizzato. La gente mi chiedeva dove si potesse comprare, nei negozi non si trovava. ‘Chiedete alla Sony’, rispondevo io. Mi piace comunque sottolineare che i miei brani vengono tutt’oggi venduti all’estero via internet. I diritti però sono della Sony, a me arriva molto poco”.
Riavvolgiamo il nastro. Come nacque l’avventura a Italia’s got talent?
“Cominciò tutto per caso. Cercavo sul web concorsi per cantanti lirici e mi uscì una schermata con la proposta di partecipazione a Italia’s got talent. Ormai le avevo provate tutte, quindi tentai. Mi risposero un mese dopo e mi fissarono il provino a Milano. In quel momento però ero in ospedale per delle visite. Dissi che dovevano rivolgersi alla caposala: ‘Se mi fanno uscire vengo’. Fortunatamente uscii, feci il provino e dopo altri due mesi venni ricontattata per la prima fase eliminatoria, stavolta a Roma”.
Prima di partecipare al programma di cosa ti occupavi?
“Avevo svolto vari lavori, dall’assistenza agli anziani alla gestione di una piccola edicola. Parallelamente studiavo canto, in questo settore occorre studiare tanto”.
Con la vittoria incassasti anche 100 mila euro.
“Sì, in gettoni d’oro. Tra il cambio e il 20% trattenuto in tasse divennero più o meno 60 mila. Per me fu una fortuna perché il lavoro in edicola non era andato bene. Quei soldi mi furono utili per chiudere l’attività senza troppi patemi. Ero andata sotto, non riuscivo a stare dietro ai pagamenti. Mi servirono molto. Col senno di poi ho cominciato a pensare che niente accade per caso. Il problema è che sul momento non ce ne accorgiamo. Non mi aspettavo di vincere, lo scopo era solo quello di farmi notare e trovare un ruolo nell’opera”.
Una volta terminata la trasmissione, cosa accadde?
“Lavorai un mese in Cina, dove realizzai un film che purtroppo in Italia non uscì. In tv non mi chiamò più nessuno, non venni più coinvolta, come d’altronde è accaduto a tutti quelli che hanno vinto dopo di me. Tutti hanno ripreso la loro vita normale, evidentemente questo programma non crea un percorso televisivo. Celebra l’arte e si ferma lì. Ma a me interessava cantare, il piccolo schermo non mi affascinava più di tanto”.
Ad un certo punto entrasti in contatto con Lele Mora.
“Mi cercò per svolgere un paio di serate ad Ischia; non sono mai entrata nella sua agenzia. Feci delle esibizioni nell’ambito di alcune sfilate di moda. In seguito lui ebbe i problemi che conosciamo. Credo fosse interessato a costruire un progetto su di me, non è detto che in futuro non possa riprendere la collaborazione. Una lezione che ho imparato è che bisogna tenersi tutte le porte aperte. Non ci si deve fossilizzare”.
Oggi cosa fai?
“Continuo a fare concorsi e concerti, specialmente nei posti vicino casa. Inoltre, da quattro anni a questa parte svolgo lezioni private. Insegno musica e canto, sia ad adulti che bambini. Mi piace, è bello cantare, ma pure tramandare le proprie conoscenze. Purtroppo non mi è ancora possibile insegnare nella scuola statale perché non mi viene riconosciuto il Conservatorio, che è stato parificato all’Università. Tempo fa bastava un biennio di scuola superiore per accedere al Conservatorio. Ora invece occorre la Maturità e sto svolgendo gli ultimi anni di Magistrali che non avevo concluso per risultare in regola”.
Ho letto che ti esibisci a matrimoni e funerali. E’ vero?
“Sì, nel sud Italia i canti ai funerali sono una tradizione ancora non sviluppata al nord. Non solo: mi capita di esibirmi in discoteca, dove propongo pezzi lirici. Tanti giovani mi seguono, non è vero che ai ragazzi non piace questo genere. Mi affido al passaparola”.
I compensi sono alti?
“Sono quelli precedenti alla mia esperienza televisiva”.
Ti hanno mai cercato per prendere parte a dei reality?
“No, nessuno mi ha cercato. A me sinceramente fa specie che la gente ancora mi riconosca. Per me quello è il più grande riconoscimento”.
Italia’s got talent è stata un’occasione o un’illusione?
“Assolutamente un’occasione. Mi hanno ascoltata in tutto il mondo, ho iniziato ad insegnare e continuo a fare spettacoli. Non posso parlare di illusione, tutto dipende dall’approccio. Se il tuo obiettivo è diventare a tutti i costi famoso, è normale che resti deluso. Tutte le promesse che mi facevano le ho sempre prese con le pinze”.
Hai più sentito Maria De Filippi, Gerry Scotti e Rudy Zerbi?
“Li abbracciai la sera della vittoria e basta. Mi sarebbe piaciuto interagire maggiormente con loro. Per me Scotti era un mito, sono cresciuta con lui, un po’ ci sono rimasta male. Noi concorrenti i giudici li vedevamo solo nel momento dell’esibizione sul palco. Con Zerbi interagii dopo il programma per via del disco, mi seguì per l’incisione dell’album per una settimana. Poi stop”.
Sei felice?
“La televisione non è la vita, bisognerebbe capirlo. A volte si fatica ad arrivare a fine mese, ma faccio quello che mi piace. Nel mondo di oggi si vuole avere tutto e subito, invece sono convinta che le occasioni arrivano, anche a distanza di anni”.