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Carlo Cracco a Reputescion: “Rinasco quando non faccio tv, spero in un futuro senza. Crozza? Ha campato un anno su MasterChef”

Carlo Cracco ha risposto a tono alle critiche per la pubblicità delle patatine, ospite di Andrea Scanzi a Reputescion

pubblicato 29 Settembre 2014 aggiornato 2 Settembre 2020 23:57

Andrea Scanzi ce l’ha fatta anche stavolta, a tirar fuori la vera anima di Carlo Cracco. L’ospite della seconda puntata di Reputescion (4a edizione) si è sottoposto per la prima volta al Reputometro di La3. Risultato? Un indice di gradimento di +1,60 (leggermente più basso di quello di Bastianich) e il seguente verdetto della Rete:

“Fascino è sicuramente la parola chiave della sua identità digitale. Carlo Cracco è considerato il sex symbol della cucina italiana e alcune estimatrici ritengono sensuale anche il suo lato presuntuoso. Ciò che proprio non è piaciuto sul web è la sua immagine prestata alla pubblicità delle patatine”.

Quanto al webfeeling, è risultato al 68% positivo, al 23% neutro e al 9% negativo. E lo chef l’ha così commentato:

“Di per sé mi danno più fastidio i neutri. Sono sempre troppi”.

Ad alimentare, invece, i suoi detrattori ultimamente è la pubblicità che ha fatto per una nota marca di patatine. Cracco ha rispedito al mittente le critiche rigirando la frittata (da vero chef):

“Il discorso delle patatine ha lo stesso valore per me di quando sono arrivato in televisione. E’ lo stesso passaggio. Il primo anno che è stato fatto Masterchef sono partite delle bordate enormi. E’ finito, non ha più voglia di fare il cuoco, è in crisi. Tutte le solite stronzate che si dicono in questi casi, se non che, dopo aver visto il successo di Masterchef, tutti a dire ‘è perfetto, tutto bene, tutto bello’. Perché un cuoco non può fare pubblicità? Le patatine non le faccio io, faccio il testimonial, sdogano le patatine come abbiamo sdoganato il cuoco in televisione. Prima non andava bene. Non va bene se fai il cretino, se diventa solo spettacolo. Quando cerchi nella trasmissione di tirare fuori o cogliere quello che potrebbe essere una persona che potrebbe portare avanti questo lavoro – non guardiamo tantissimo allo spettacolo, poi c’è, ci mancherebbe, ci vuole – cerchi anche di formare. il fatto che la trasmissione abbia successo non è perché io son bello, l’altro cattivo e l’altro buono, ma perché diamo la possibilità di mettersi tutti davanti a un fornello. Quello dà fastidio. Bisogna capire chi le fa le patatine, il contenuto, non il messaggio”.

Quanto al fatto di rischiare di essere popolare solo grazie alla sua bellezza, a Cracco non procura fastidio né paura:

“Io non mi sono mai reputato bello, ci gioco, mi fa un sacco ridere. E’ un po’ quando tu prepari un piatto, lo servi, non è detto che chi lo mangia coglie ciò che tu vorresti. Lo facciamo già in cucina, perché non posso farlo a livello fisico e di idea? Il fatto che a me interessa altro, che apparire solo bello in tv, fa sì che io possa anche fare altro, altrimenti sarebbe un problema”.

Il sexy giudice di MasterChef ha pensato bene di farsi qualche nemico in tv, opportunamente istigato da Scanzi:

“Crozza ha avuto un sacco di successo grazie a noi, ci ha campato bene un anno lui con la sua trasmissione. Era abbastanza famoso, ma da lì è diventato più famoso. Io sono molto permaloso, mi fa arrabbiare tutto, però so capire le sfumature. Crozza fa il suo mestiere, non potrebbe fare diversamente. Esse ignorati è peggio secondo me”.

Per non parlare di come Cracco ha sparato a zero sulla sua ospitata da Daria Bignardi:

“Nonostante frequenti gli studi televisivi negli ultimi anni, un po’ spesso, faccio sempre fatica quando non mi sento bene fisicamente, nel senso che non mi sento a mio agio. Purtroppo lo faccio vedere, non riesco a nasconderlo. Come sono in trasmissione sono realmente. Faccio quello che mi sento. Dalla Bignardi ero a disagio, è stata una sorpresa, ci sta… Però, ecco… non sempre la mente segue quello che è dentro”.

E poi, finalmente, ha sfatato un mito: i tre giudici del talent di SkyUno vanno d’amore e d’accordo:

“Tra di noi facciamo la gara a chi è più scemo, quando ci mettiamo bene diamo del filo da torcere a tutti, però quello è più un modo per togliere ogni tanto della tensione di attesa di tempi televisivi. In realtà andiamo d’accordissimo, ci stupiamo anche noi. Non riusciamo veramente a litigare, magari riusciamo a indispettirci, però poi ognuno di noi riesce ad andare oltre, perché poi non è una cosa personale e il giudizio che viene comunicato è uno. Se uno dei tre sbaglia te ne accorgi se è vero o meno e lo puoi recuperare”.

Sui concorrenti del programma ha dichiarato:

“Loro sono incoscienti, non pensano che noi assaggiamo per giudicare, ma perché siamo costretti e basta e il giudizio è una cosa detta a caso. Per il sottoscritto, Jo meno, Bruno un po’ di più perché ha la mia stessa formazione, conta tantissimo l’atteggiamento. E’ importante quando tu vedi le persone cucinare, hai già capito come va a finire e se va a finire. Hai già una storia da associare a quel piatto”.

Cracco ha anche risposto alla domanda su come mai le donne-chef non siano altrettanto famose rispetto agli uomini, mentre lo sono le conduttrici prestate alla cucina:

“Le donne che fanno gli chef non sono così famose come gli chef uomini? E’ semplice. L’uomo è molto più competitivo, viceversa la donna in cucina non ci mette competizione, perché è una cosa che spesso eredita. Va benissimo, il mangiare è sempre stato preparato dalle donne prima, era quasi vergogna per un uomo preparare da mangiare. Questo qui è un retaggio superato, vorrei sperare. La donna è anche più brava di uno chef uomo, ma non le importa nullo di farlo vedere”.

Cracco ha anche commentato il paragone che spesso fanno tra lui e Gordon Ramsey e se questa eredità gli pesi o no:

“Io francamente l’ho conosciuto una volta a Los Angeles, quando siamo andati a vedere Hell’s Kitchen, e ho trovato una persona molto in gamba, un professionista. Dubito di riuscire ad arrivare così in alto per il tipo di personaggio. Noi siamo in Italia, contiamo come il due di picche quando va a fiori. Restiamo nel nostro piccolo recinto, lui è worldwide. Poi non è detto che bisogna arrivare lì. Lo apprezzo perché è un professionista. Il mio obiettivo è quello di divertirmi, la cucina non è un lavoro noioso, mi ci rifugio”.

E qui la vera dichiarazione, di chi sputa dal piatto da cui sta mangiando il suo portafogli:

“Quando finisco di registrare mi sento di rinascere. Il futuro spero che sia senza la televisione, anche se ormai mi viene naturale farla”.

W la faccia, sporca di sugo.


Carlo Cracco a Reputescion