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Carlo Conti: “Sanremo 2016 mi mette più ansia. Ridico no alle vallette classiche”

Carlo Conti promette un Festival 2016 pieno di sfaccettature… e di ansia da prestazione

pubblicato 30 Dicembre 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 06:38

E’ un Carlo Conti serafico ma preoccupato, quello che si prepara al 2016. Il suo secondo Festival consecutivo, a quanto pare, gli mette più ansia del precedente, stando alle sue dichiarazioni al quotidiano La Stampa:

“Ero molto più sereno a fine 2014. Il confronto peggiore è proprio quello con se stessi. Inoltre, in un anno gli ascolti sono cambiati molto, diminuiti, frammentati. Spero di risolvere questo confronto con me stesso pensando al 2017. Sì, farò il Sanremo del 2016 pensando a quello del 2017. Che magari non condurrò, chissà. L’azienda mi ha fatto il contratto come direttore artistico, presentare è un’altra cosa”.

Sul DopoFestival si limita a dire:

“Quella di Savino e della Gialappa’s? E’ una bella idea. Torna dopo otto anni, e ci sarà da gestire la rivoluzione dei social network: chissà la marea di commenti”.

Smentito il rito della valletta bionda e della valletta bruna:

“Ancora con ‘sta storia? Non è mica detto che ci siano la bionda e la mora. Anche quest’anno cercherò di sorprendere, con diverse sfaccettature di conduzione”.

La sua unica certezza sono le canzoni:

“Sono variegate. Si possono suonare i radio. E parlano d’amore, ma in tutte le sue sfaccettature. La canzone degli Stadio, ad esempio, è sull’amore di un padre per la figlia. Sfaccettature di generi e di sonorità, penso ai rapper, o ai Bluvertigo. Sfaccettature di tematiche, penso a Blu di Irene Fornaciari: blu è il mare, troppi fiori gettati nel mare per ricordare i bambini morti negli sbarchi. Le sfaccettature della tradizione, con Patty Pravo e Enrico Ruggeri. Le sfaccettature e la sperimentazione dei giovani, otto realtà fantastiche”.

Chiudendo il 2015, Conti non rifiuta il titolo di personaggio dell’anno ma pensa di esserselo meritato per vari motivi:

“Sanremo a parte, questo non è stato poi tanto diverso dagli anni precedenti. Con programmi andati molto bene, il Tale e quale show e l’Eredità, che per me è fondamentale. Ora ce la dividiamo con Fabrizio Frizzi, ed è ripartita forte. E’ la trasmissione cui tengo di più: da dieci anni è il mio filo diretto con i telespettatori, che mi porta ogni sera a cena nelle loro case. Il 2015 è stato dunque come gli altri anni, con l’aggiunta di questo Sanremo dai risultati inaspettatamente clamorosi”.

Ora che a Rai1 stanno cambiando i vertici lui non è preoccupato:

“Quando cambiano i direttori, io mi presento con prodotti e ascolti. I progetti possono variare secondo la visione artistica, ma chiunque arrivi sa che io sono al servizio dell’azienda. Non ci sono mai state richieste dalla concorrenza, comunque. Non ho dovuto fare nessun gran rifiuto. E’ risaputo che io sono un uomo dell’azienda, ormai c’ho 55 anni, mica cambio. E quindi non ci provano nemmeno”.

Quando uno è un ex-bancario i Conti tornano sempre.

Carlo Conti